Sconvolta dal fatto, Tal scrive un messaggio, destinato a un ipotetico e indistinto interlocutore, in cui si chiede come sia possibile che accadano fatti carichi di tale odio e violenza. La ragazza fa gettare in mare una bottiglia, racchiudendo il messaggio all'interno. Giorni dopo, il contenitore finisce tra le mani di Naim, ragazzo palestinese che studia la lingua francese nella speranza di poter prima o poi emigrare lontano dalle atrocità che lo circondano. Tal e Naim, separati dal valico di Gaza, impossibile da attraversare, entrano in contatto, e sviluppano una corrispondenza epistolare, via mail, durante la quale si scambiano impressioni e confrontano il rispettivo dolore per la tragedia che ogni giorno si sviluppa davanti ai loro occhi.
Une bouteille à la mer, secondo lungometraggio di Thierry Binisti, è tratto da un romanzo di Valérie Zenatti. La scrittrice ha collaborato alla sceneggiatura, e si è occupata della stesura dei dialoghi. Il film, uscito a febbraio 2012 in Francia e inedito in Italia, è stato molto amato dagli spettatori transalpini, e ha vinto il premio del pubblico al My French Film Festival. In molti hanno poi protestato per l'esclusione della pellicola dalle candidature ai César 2013, a ulteriore dimostrazione di un affetto ampio, sorprendente, destinato a un'opera capace di lasciare il segno per la sensibilità con cui riesce a toccare argomenti complessi scartando con abilità ogni rischio di melensa retorica.
Giocato sul doppio registro della comunicazione ormai arcaica (il messaggio nella bottiglia) e contemporanea (la posta elettronica), il film di Binisti accosta realtà storica e sociale e suggestioni quasi fiabesche per riflettere sull'interminabile piaga del conflitto che logora Israele e Palestina, con un approccio timido, delicato, eppure non privo di consistente solidità emotiva. I ragazzi di Gaza sognano la libertà dall'occupazione del nemico, bramano l'essenza di uno Stato supremo sgravato dalle altrui ingerenze, e piangono l'assenza di simboli perfino triviali eppure importanti per chi non li possiede (una squadra nazionale di calcio). Dall'altra parte della barricata, invece, si gode una tranquillità solo apparente, annullata da una paura strisciante in cui gli attentati sono apparentati a banali occasioni del destino, al termine delle quali o si sopravvive oppure no, in base alla fortuna del momento.
La giovane Tal, in piena fase di crescita adolescenziale, tatua sulla propria pelle i tipici bisogni della sua età, dai primi amori al desiderio di emancipazione dalle ingombranti figure genitoriali. Naim, invece, difende il suo popolo e il suo paese, ma immagina la fuga verso il futuro, un avvenire colorato di bianco, rosso e blu; durante uno dei tanti messaggi scambiati via mail, il ragazzo chiede a Tal di raccontargli qualcosa sulla Francia, perché “così mi farai sognare”. La Francia è la terra promessa, una come tante, una meta per sfuggire alle persecuzioni, alle accuse, all'orrore del presente, a un senso d'impotenza che divora l'anima scavando nelle ombre del cuore. Nel frattempo, da una parte e dall'altra, in modi uguali ma diversi, si resiste, aspettando che tutto finisca, anche se forte è la sensazione che in realtà il sangue sia destinato a non fermarsi più.
Una bouteille à la mer parte con qualche incertezza, ma ha il notevole merito di crescere, tanto, nella seconda parte, quando l'eccessiva essenzialità della messinscena si fa da parte per lasciare spazio all'istinto espressivo. Il percorso di avvicinamento a distanza dei due protagonisti s'intensifica, supera crisi e incomprensioni, e si fa universale messaggio di pace nello splendido e commovente finale, ebbro di tensione, dove un solo istante di passione abbraccia il senso primigenio di una speranza che non morirà mai.
Così, mentre un auto si allontana e il mare increspa le sue onde, ci restano nella mente gli sguardi volenterosi di Naim e Tal, interpretati rispettivamente da Mahmoud Shalaby e dalla brava Agathe Bonitzer, classe 1989, già ammirata in La belle personne di Christophe Honoré e accanto a Pio Marmai in Les nuits avec Théodore di Sébastien Betbeder (presentato allo scorso Torino Film Festival), nonché protagonista di Quando meno te lo aspetti di Agnes Jaoui; ricordiamoci di lei, perché la rivedremo spesso nei prossimi anni.
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: La vie en rose
Scheda tecnica
Titolo originale: Una bouteille à la mer
Anno: 2011
Regia: Thierry Binisti
Sceneggiatura: Thierry Binisti, Valérie Zenatti (dal romanzo della stessa Valérie Zenatti)
Fotografia: Laurent Brunet
Musiche: Benoit Charest
Durata: 95'
Uscita in Italia: --
Interpreti principali: Agathe Bonitzer, Hiam Abbass, Mahmoud Shalaby