Tre anni dopo anche l'ultima speranza di rilascio affonda, nel momento in cui la Corte di Cassazione conferma la sentenza: non ci sono infatti sufficienti elementi che possano provare l'innocenza di Lisa. Da lì Julien intraprende una personalissima guerra contro l'ingiustizia subita, e inizia a progettare un folle piano per far evadere la moglie e fuggire con lei e il bimbo all'estero, così da iniziare una nuova vita insieme. Il suo intento lo condurrà ad atti criminali che mai avrebbe immaginato di poter compiere.
Debutto alla regia di un lungometraggio per Fred Cavayé, Pour Elle, uscito nel 2008, propone una struttura narrativa ambivalente, divisa tra il dramma famigliare e l'action. Il film disegna l'approdo di Julien oltre i lidi della legalità, e la sua discesa agli inferi del buio; ogni gesto diventa lecito, ogni rischio può e deve essere corso, pur di salvare la moglie e correre con lei e il figlio verso un futuro che li possa ancora vedere uniti.
Cavayé non è in alcun modo interessato all'andamento processuale della vicenda, né impone allo spettatore il dubbio riguardo alla presunta innocenza della donna: la verità riguardo all'omicidio è svelata quasi subito, in flashback, ponendosi come elemento secondario e perfino trascurabile della storia. Il centro focale del film è invece il senso di disperazione di un uomo che non si rassegna di fronte agli eventi, e si improvvisa gangster pur di raggiungere l'obiettivo prefissato. Il non-crimine (della donna) si trasforma così nel crimine reale (dell'uomo), in un gioco a rimpiattino che si nutre dell'enormità di una perdita inaccettabile agli occhi di una persona qualunque che tale più non vuole essere.
Spinto dal febbrile desiderio di privata giustizia, Julien si getta a capofitto in una spirale di segreti e atti inconsulti, studiando a tavolino ogni mossa utile per procurarsi i soldi di cui ha bisogno, i documenti falsi per l'espatrio, le chiavi di lettura necessarie per dare sostanza al progetto di evasione. Ma chi non è fuorilegge nell'anima e nel cuore non può pensare di diventarlo così, da un giorno all'altro; la criminalità si impara, forse, a patto che si abbia la forza morale per muoversi nel pantano senza guardare più in faccia a niente e nessuno. Bisogna procedere con furbizia, cautela e autocontrollo, in silenzio, ponderando ogni azione, altrimenti ci si trova per terra, in un vicolo fetido, pestati a sangue e con 1500 euro in meno in tasca. Eppure, dopo i primi sbagli, la consapevolezza cresce, e nonostante il piano iniziale vada a farsi benedire, restano pochi giorni, poche ore, per tentare l'improbabile: tutto o niente, senza margine di caduta; la ruota gira una volta soltanto, non ci sarà una seconda chance.
Condotto con ammirabile solidità, grazie a una sceneggiatura imponente che rasenta (e qualche volta supera) i confini della credibilità senza peraltro mai affondare, Pour Elle si sviluppa con indiscutibile compattezza, giostrando con ottima precisione tra l'aspetto emozionale e la pura adrenalina. Negli occhi del protagonista Vincent Lindon, spesso chiamato in causa in pellicole tendenti al noir ma capace di essere efficace in qualsiasi territorio, troviamo speranze, rabbia, fiducia, ferite, dolore, estrema convinzione. Con lui ci addentriamo nella folle impresa del suo personaggio, a ritmo più che sostenuto, sino a un finale mozzafiato che correttamente ci lascia qualche incertezza perfino oltre l'ultimissima inquadratura, perché in fondo, come dice chi conosce bene la materia, “evadere è facile, il problema è restare liberi”.
Rifatto dagli americani nel 2010 ( The Next Three Days , di Paul Haggis, con Russell Crowe), Pour Elle è stato candidato ai César come miglior opera prima, salvo poi essere battuto dal bellissimo Il y a longtemps que je t'aime di Philippe Claudel. Premi o non premi, resta comunque intatto il valore di un film capace di fondere intimismo e intrattenimento con esemplare acume.
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: La vie en rose
Scheda tecnica
Titolo originale: Pour elle
Anno: 2008
Durata: 96'
Regia: Fred Cavayé
Sceneggiatura: Fred Cavayé, Guillaume Lemans
Fotografia: Alain Duplantier
Montaggio: Benjamin Weill
Musiche: Klaus Badelt
Attori: Vincent Lindon, Diane Kruger: Lisa Auclert, Lancelot Roch, Olivier Marchal, Ivan Franek