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LES REVENANTS (Seconda stagione) - Crocevia tra due mondi

30/9/2015

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​Sono tornati. Finalmente. In tutti i sensi. A quasi tre anni di distanza dal debutto della prima stagione (andata in onda su Canal+ nel novembre 2012), la bellissima serie Tv ideata da Fabrice Gobert e tratta dal film del 2004 di Robin Campillo si riaffaccia sugli schermi, con otto nuovi episodi trasmessi anche in Italia su Sky Atlantic, al martedì sera, con un ritardo di sole 24 ore rispetto alla Francia.
Terminata la lunga attesa ritroviamo le ambientazioni, le tematiche e l'intero gruppo di personaggi che aveva caratterizzato la prima, fortunata stagione de Les Revenants, successo clamoroso anche al di fuori dei confini transalpini, tanto che la serie è stata venduta in oltre 60 paesi. La messa in onda della nuova stagione ha ricevuto in terra francese ascolti senza dubbio deludenti: 610000 spettatori di media per i primi due episodi, meno della metà rispetto al 2012, con ulteriore calo nelle serate successive. Un risultato facilmente spiegabile con l'ampio (ed eccessivo) periodo di tempo trascorso dalla fine dei primi episodi, evidente e principale causa di una certa disaffezione da parte del pubblico televisivo, abituato a ritmi molto più compressi.
Con la speranza che la terza stagione, al momento ancora in dubbio, si possa comunque realizzare, torniamo dentro alle tracce narrative che avevano impresso tanta forza alle prime puntate. Se infatti l'ultimo, commovente episodio della prima stagione si era chiuso con un'inquadratura ravvicinata sul grembo di Adèle, è proprio da lì che si riparte, con un incipit smaccatamente horror che pare configurarsi subito come una dichiarazione d'intenti, rivolta verso l'idea di approfondire e sottolineare gli elementi più oscuri. 
Per fortuna, come detto, i personaggi principali sono ancora tutti presenti: Camille, Serge, Simon, Victor, Jérôme, Claire, Lena, Julie; non manca praticamente nessuno. Fa piacere notare come tutti gli attori abbiano accettato di prendere parte anche alla seconda stagione, a testimonianza della qualità del lavoro di Gobert. I volti che abbiamo imparato ad amare qui e che peraltro già ben conoscevamo per il loro passato e presente cinematografico, da Anne Consigny a Frédéric Pierrot, da Clotilde Hesme a Grégory Gadebois, da Yara Pilartz a Céline Sallette, non fanno mancare la loro presenza, pur in qualche caso con un minutaggio ridotto rispetto ai primi episodi, dovuto all'inevitabile introduzione di nuovi personaggi. Tra questi ultimi spicca senz'altro il tenebroso Laurent Lucas (appena visto a Locarno nell'ottimo Floride di Philippe Le Guay), nei panni di Richard Berg, ingegnere che fa il suo ingresso in città con il compito di indagare sulle cause dell'inondazione avvenuta sei mesi prima. È infatti questo il periodo di tempo intercorso tra la fine della prima stagione e l'inizio della seconda, un intervallo durante il quale nessuno ha più avuto notizie dei vivi e dei morti scomparsi nella notte davanti alla Main Tendue.
Quella che appare davanti ai nostri occhi nella nuova stagione è quasi una città fantasma. Molti infatti se ne sono andati. Le autorità giunte dall'esterno hanno nel frattempo rimodellato i contorni del luogo, cercando di delimitare i confini e trovare spiegazioni, anche se nessuno di loro sa cosa sia realmente successo. I pochi membri della comunità rimasti sul posto aspettano il ritorno dei loro cari, mentre i Revenants, sempre guidati da Lucy, stazionano nascosti in un'altra zona, accrescendo le loro fila con l'arrivo (anzi, il ritorno) di tanti elementi in più.
La ripresa della vicenda ruota intorno all'imminente parto di Adèle, che porta dentro di sé un bambino destinato a porsi come inevitabile punto d'incontro tra il mondo dei vivi e quello dei morti, universi sempre meno distanti e sempre più sfumati, tanto che la differenza appare ormai quasi impercettibile. Intorno a questa chiave di volta si ravvivano le tante piccole storie già esplicate nella prima stagione.
I nuovi episodi confermano tutto ciò che di buono si era detto nei confronti di una serie che ha davvero saputo sorprendere ed entusiasmare per originalità e freschezza: le ombre, le ansie sfumate, la sottile inquietudine, l'intimismo e i toni sussurrati riescono ancora una volta ad avviluppare il racconto in un limbo onirico ma al contempo estremamente concreto e umano, anche grazie a notevoli idee di regia e inserti di rilevante fascino fotografico, accompagnati dalle ipnotiche musiche dei Mogwai. E nonostante gli snodi narrativi aumentino, con il rischio di generare un'eccessiva frammentazione emotiva, il tutto viene tenuto sotto controllo grazie a un montaggio rapido in cui tante scene brevi vanno a comporre un affascinante mosaico da ricostruire senza troppe difficoltà.
La storia si sviluppa sino a giungere a un epilogo splendido, di altissima caratura, che alterna inserti prettamente horror e momenti estremamente commoventi, senza peraltro fornire tutte le risposte. Anzi. Un finale che se possibile aumenta ancora di più le incertezze e i misteri, cosa che ha fatto storcere il naso a molti spettatori, delusi proprio per il fatto che la trama si complichi ulteriormente invece di semplificarsi. Critiche che non ci sentiamo di condividere, convinti dell'assunto secondo cui in fondo sia anche bello restare così, avvolti nei dubbi, vagliando diverse ipotesi e immaginando ognuno la propria soluzione, al cospetto di una messinscena limpida, sorprendente, magistrale.
Così, tra chi aspetta e chi spera, chi scopre amare verità e chi rimpiange gli errori commessi, chi si allontana e chi si riavvicina, le anime in pena di Gobert fluttuano sulle sponde del lago, in cerca di verità, pace e, ancora una volta, soprattutto amore.

Alessio Gradogna

Sezione di riferimento: La vie en rose

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Scheda tecnica

Titolo originale: Les Revenants
Anno: 2012 – 2015
Stagione 1 e Stagione 2: entrambe 8 episodi di circa 50'
Ideatore: Fabrice Gobert
Musiche: Mogwai
Prima Tv in Francia seconda stagione: 28 settembre 2015
Prima Tv in Italia seconda stagione: 29 settembre 2015 (su Sky Atlantic)
Attori principali: Anne Consigny, Clotilde Hesme, Céline Sallette, Pierre Perrier, Guillaume Gouix, Frédéric Pierrot, Grégory Gadebois, Laurent Lucas, Ana Girardot, Yara Pilartz.

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LES REVENANTS - Dalla morte alla vita

15/10/2014

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“Vorrei soltanto tornare ad avere una vita normale. Come prima.”

In un piccolo paese di montagna, circondato dalle acque di un lago, alcune persone morte anni prima tornano in vita. All'improvviso. Camille, quindicenne perita in un incidente durante una gita scolastica; Simon, scomparso in circostanze misteriose proprio nel giorno del suo matrimonio; Victor, bambino massacrato con tutto il resto della sua famiglia da due malviventi; Serge, psicopatico dalle tendenze cannibali ucciso dal fratello maggiore.
Da un giorno all'altro, come se nulla fosse mai accaduto, i defunti tornano tra i vivi, portando con sé le identiche sembianze di quando conducevano le loro esistenze. Non ricordano nulla, non sanno spiegare il come e il perché del risveglio. Non sono usciti dalle loro tombe, ma si sono semplicemente trovati lì, in piedi, da un istante all'altro, in cammino sul ponte che conduce al paese. Verso le loro case, le loro famiglie. Non hanno nulla a che fare con gli zombi della tradizione cinematografica (e di recente anche televisiva): non sono creature bestiali assetate di sangue, né automi senz'anima. Tutt'altro. Provano emozioni vere, reali, sincere. Amano ancora e ancora vorrebbero essere amati. Sono fragili e disorientati, confusi e spaventati. Vorrebbero soltanto recuperare ciò che hanno perduto, e far tornare tutto com'era prima.
Ma così non può essere, perché nel frattempo il tempo è passato e i loro affetti hanno intrapreso strade diverse. Genitori che si sono lasciati per l'incapacità di affrontare insieme la tragedia, fidanzati che hanno trovato nuovi compagni ai quali affidare le proprie insicurezze: quasi tutti hanno cercato un modo per lenire il dolore dell'addio. I ritornanti devono così cercare uno spazio per inserirsi nelle nuove situazioni e riacciuffare il passato, trainandolo nel presente. Un'operazione per nulla facile, anche perché bisogna affrontare lo sbigottimento dei loro cari, sconvolti di fronte a un qualcosa che mai avrebbero potuto credere possibile.
Al cospetto del miracoloso accadimento qualcuno dei vivi non ce la fa, e preferisce il suicidio piuttosto che affrontare l'incredibile realtà. Oppure etichetta i revenants come mostri da cui stare alla larga. Qualcun altro si convince di avere a che fare con fantasmi incorporei creati dalla propria immaginazione. Altri invece, superato l'iniziale trauma, riescono ad accogliere i nuovi (rin)venuti, riassemblando poco alla volta strutture familiari prima dissolte.
La vita della piccola comunità cambia volto, mano a mano che la consapevolezza cresce. Essi vivono, di nuovo, concreti nella forma e nella sostanza, in cerca di verità inizialmente vaghe e poi sempre più solide. Il confine tra vivi e morti si sgretola, si sfalda, si rimodella, si annulla, fino ad assumere nuove significazioni che troveranno il giusto compimento solo quando la piena comprensione si sarà impadronita dell'intero microcosmo di riferimento. In quel momento, guidati da una medium che si porrà come perfetto anello di congiunzione tra i due mondi, i defunti potranno cantare la loro definitiva litania.

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Tratta dall'omonimo film diretto nel 2004 da Robin Campillo, Les Revenants è una serie Tv francese ideata e diretta da Fabrice Gobert, prodotta da Canal+ e andata in onda sullo stesso canale a partire dal novembre del 2012. Soltanto adesso, con due anni di ritardo, arriva anche in Italia su Sky Atlantic, che la trasmetterà dal mese di ottobre. In Francia ha compiuto un grande exploit, generando ascolti altissimi, tanto da essere diventata la serie di maggior successo tra le creazioni originali di Canal+. Otto puntate, di circa 50 minuti l'una, scritte dallo stesso Gobert con collaboratori d'eccezione, tra cui vanno citati almeno Emmanuel Carrère, regista dello splendido La Moustache e Nicolas Peufaillit, già co-autore delle sceneggiature del magnifico Un prophète di Audiard e del discreto horror La Horde. 
Girata in gran parte nei dintorni di Annecy, la prima stagione di Les Revenants ha inoltre potuto contare su un cast di prima qualità, paragonabile alle maggiori produzioni filmiche d'Oltralpe: Anne Consigny, la cui bellezza pare splendere sempre più ogni anno che passa; Frédéric Pierrot (Polisse, Jeune et Jolie), attore di alto livello purtroppo poco noto in Italia; Clotilde Hesme, senza dubbio una delle migliori scoperte della cinematografia francese degli ultimi anni; Grégory Gadebois, protagonista proprio con la Hesme dell'ottimo Angèle et Tony e del discreto Le dernier coup de marteau, passato in concorso a Venezia; la giovane e promettente Yara Pilartz, già vista in 17 filles; intorno a loro una squadra compatta, efficace, in cui ogni interpretazione sa trovare la giusta intensità.
Les Revenants è una serie di invidiabile fattura, per come riesce a plasmare e reinventare l'abusatissima materia di base regalandole un nuovo involucro delicato e intimista, in cui i due punti di vista (quello dei vivi e quello dei morti) si incrociano con mirabile alternanza, in un mosaico percettivo le cui tessere si compongono con scorrevole armonia. Nella serie messa in piedi da Fabrice Gobert e coadiuvata dalla sensuale, inquietante e ipnotica partitura musicale dei Mogwai, gruppo post-rock scozzese che nel 2006 aveva già collaborato alla colonna sonora di The Fountain di Aronofsky, si naviga per fortuna lontano dall'ormai insopportabile bulimia che ha ingolfato il sottogenere dello zombi-movie negli ultimi lustri. Al contempo, si veleggia a distanza di sicurezza anche dalle sovrastrutture narrative che hanno affossato l'originaria bontà di qualche prodotto Tv di enorme successo planetario (The Walking Dead su tutti). 
Qui ci troviamo di fronte a un intrigante commistione di orrore, science fiction, melodramma, romanticismo; una mescolanza condotta con mano ferma, tempi rarefatti, gelosie e dissonanze, attrazioni perdute e ritrovate, pentimenti e disperazione, in un micro-universo spaziale che non si nega evidenti influenze derivate dall'inarrivabile Twin Peaks, ma sa trovare una strada autonoma, originale ed estremamente interessante.
La serie (premiata con un Emmy Award) parte benissimo, tira fuori il suo meglio nella parte centrale, accusa un lievissimo calo verso il finale ma poi risale come la marea (termine di paragone non casuale), azzeccando un ultimo episodio di ragguardevole efficacia, in cui alcuni dei protagonisti si trovano a dover compiere scelte strazianti e per lo spettatore più sensibile risulta difficile trattenere le lacrime. Si giunge così a un indovinatissimo epilogo che lascia la strada aperta alla seconda stagione, le cui riprese sono appena cominciate e termineranno a marzo 2015, in vista di una presumibile messa in onda nell'autunno del prossimo anno.
A tal proposito è davvero un peccato che si sia aspettato così tanto prima di dare il via alla lavorazione della seconda stagione, dato il successo avuto dalla prima. Forse cavalcare l'onda sarebbe stato più conveniente, per non perdere l'affezione del pubblico. L'attesa sarà dunque lunga, purtroppo. Nel frattempo, a chi ancora non avesse avuto modo di assistere ai primi otto episodi, non possiamo che consigliare a spada tratta la visione, possibilmente in lingua originale con sottotitoli. 
I morti ci guardano, nell'ombra, con i loro timori e le loro speranze, i rimpianti e i sogni, pronti a riaffiorare dall'acqua come gabbiani in cerca di redenzione. In cerca di risposte. O forse soltanto in cerca d'amore.

Alessio Gradogna

Sezione di riferimento: La vie en rose


Scheda tecnica

Titolo originale: Les Revenants
Anno: 2012 – 2015
Stagione 1: 8 episodi di 52'
Ideatore: Fabrice Gobert
Musiche: Mogwai
Prima Tv in Francia: 26 novembre 2012
Prima Tv in Italia: 15 ottobre 2014 (su Sky Atlantic)
Attori principali: Anne Consigny, Clotilde Hesme, Céline Sallette, Pierre Perrier, Guillaume Gouix, Frédéric Pierrot, Grégory Gadebois, Ana Girardot, Jenna Thiam, Yara Pilartz.

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