È il caso di Le temps de l'aventure, diretto dal parigino Jérôme Bonnell , al suo quinto lungometraggio; presentato al Tribeca 2013 e premiato in altri festival internazionali, il film è uscito con buoni risultati nelle sale francesi, è stato distribuito anche in America, ma ovviamente non si è mai visto in Italia.
Alix ha ormai superato la quarantina. Attrice di teatro, non ha ancora ottenuto il successo che vorrebbe, e così si barcamena in piccoli spettacoli per i quali le sue interpretazioni non sono quasi mai pagate con puntualità. Alix vive a Parigi, ma è impegnata a Calais per una pièce di Ibsen. Decide di tornare a casa per mezza giornata, per pranzare con la madre e incontrare il suo storico compagno con cui deve ricostruire un rapporto traballante. Sul treno la sua attenzione è attirata da un uomo affascinante e solo che siede a poca distanza. Tra i due inizia un timido scambio di occhiate mute. Quando il treno termina la sua corsa, l'uomo si avvicina ad Alix e le chiede indicazioni per raggiungere la chiesa di Sainte-Clotilde. Dopodiché, nel caos della stazione, i due si perdono di vista. La donna prende la metro, va a casa, non trova il compagno, si avvia verso il ristorante dove ha in programma il pranzo con la madre. Ma poi, all'improvviso, cambia idea. Senza sapere bene perché, Alix scaraventa all'aria i piani della giornata, si dirige verso Sainte-Clotilde e ritrova lo sconosciuto del treno a un funerale: da lì ha inizio un'avventura che lascerà tracce indelebili.
È assai probabile che Bonnell abbia amato molto la bellissima trilogia di Richard Linklater conclusa lo scorso anno con il magnifico Before Midnight. La storia di Alix e dell'uomo misterioso ha infatti evidenti tratti in comune con il romantico incontro dei personaggi interpretati da Ethan Hawke e Julie Delpy. Anche qui accade tutto nel giro di poche ore, e la storia si muove sulle onde del destino in una scacchiera situazionale che intreccia volontà e casualità, determinazione e fortuna, crocevia necessari e sliding doors che aprono orizzonti inattesi.
Le temps de l'aventure (reperibile in lingua originale con i sottotitoli italiani) è il racconto di due anime tristi, sfaccettate, incerte, che negli umori di una folle e improvvisa tenerezza ritrovano raggi di luce smarriti nell'oblio del recente passato e di un presente privo di reale concretezza. Al contempo, il film è anche una dichiarazione d'affetto verso la vita, capace di regalare sorprese imprevedibili in ogni istante e a qualsiasi età. Inoltre, a ben vedere, il lavoro di Bonnell è pure una bella favola, nella quale la (scarsa) credibilità degli eventi viene volontariamente accantonata, per lasciare spazio all'ironia, al candore, al piacere di una sceneggiatura che si pone come una fonte d'acqua limpida da cui attingere per ripulirsi dai veleni della quotidianità.
A dare corpo e sguardo ai due volti del fato troviamo l'inappuntabile Emmanuelle Devos , sempre bravissima (e instancabile, una decina di film all'attivo solo negli ultimi tre anni), e l'elegantissimo Gabriel Byrne , in trasferta francese con il riuscito obiettivo di seminare il suo eterno carisma lungo le strade di Parigi. Tra loro, dal nulla, si scatena la tempesta dell'eccitazione, l'alchimia di un istante colorato di gioia, in una corsa fanciullesca che dimentica ogni razionalità e vibra d'intensità sempre maggiore mano a mano che i minuti scorrono e il momento dei saluti si avvicina. In stazione c'è infatti un altro treno, che aspetta Alix per riportarla a Calais, a Ibsen, alla sua vita. Com'è giusto che sia.
Questa piccola e semplice storia inizia e finisce dentro le carrozze, lungo le rotaie. Ma finisce davvero? Forse. Chi lo sa. Magari l'addio tale non sarà, e tra qualche anno li ritroveremo, ingenui e appassionati, prima del tramonto.
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: La vie en rose
Scheda tecnica
Regia e sceneggiatura: Jérôme Bonnell
Anno: 2013
Durata: 105'
Fotografia: Pascal Lagriffoul
Montaggio: Julie Dupré
Attori: Emmanuelle Devos, Gabriel Byrne, Gilles Privat, Laurent Capelluto