In gran segreto, per non urtare i precetti morali del luogo e tenere nascosto lo scandalo, Mathilde inizia ad andare ogni giorno al convento, dando conforto alle suore e aiutandole a portare a termine le gravidanze. Nonostante le reticenze della Madre Superiora, impegnata a salvaguardare in ogni modo la dignità del luogo, la presenza dell'infermiera diventerà indispensabile; Mathilde diverrà un punto di riferimento per le suore, ma dovrà toccare con mano dolori che non potrà più dimenticare.
Dopo tante recenti pellicole di impatto leggero e frizzante (La fille de Monaco, Coco avant Chanel, Mon pire cauchemar, Gemma Bovery), Anne Fontaine si cimenta per la prima volta con un dramma storico e realizza per certi versi il film più cupo della sua carriera, rappresentando un fatto realmente accaduto ma poco conosciuto. Basandosi sul diario scritto da Madeleine Pauliac, vera infermiera operante in quegli anni, la Fontaine, insieme ai suoi sceneggiatori, costruisce un'opera dall'impianto narrativo lineare e rigoroso, durante la quale la mera descrizione degli eventi si accompagna a un'analisi per quanto possibile intimista delle lotte morali che animano i cuori delle sue protagoniste.
Interamente giocato sul confronto serrato tra morale della Fede religiosa e fiducia nella concretezza della scienza medica, Les Innocentes (Agnus Dei per il mercato internazionale) accavalla le restrizioni e le insicurezze delle suore benedettine, divise tra l'atavico desiderio di essere mamme e il rifiuto di accettare bambini concepiti nell'orrore, la necessità di essere aiutate e la convinzione di voler rispettare il voto di castità (nonostante gli stupri subiti) e non farsi né guardare né toccare da Mathilde, la paura per il soggetto estraneo privo di Fede e la tentazione di concedersi a un Angelo salvifico venuto per lenire la loro ignominia.
Sopra a loro una Madre Superiora spietata, pronta a sacrificare i figli della blasfemia (e la sua stessa anima) pur di mantenere in qualche modo intatta la rispettabilità del convento. Accanto a loro una giovane infermiera francese figlia di operai comunisti, che nel donare aiuto trova un nuovo senso alla propria vita; insieme a lei un medico, innamorato di Mathilde, che sa mettere da parte convinzioni politiche radicalmente diverse pur di sostenere la ragazza. Tutt'intorno i postumi della guerra, con nuovi nemici da affrontare, una tensione perenne e palpabile, pericoli oscuri e retaggi di un mondo disintegrato che annaspa nell'ignoranza e nella violenza (peraltro lasciata fuori campo).
Les Innocentes, ben interpretato dalla promettente Lou de Laâge, venuta alla ribalta grazie al bellissimo Respire di Mélanie Laurent e qui affiancata da un Vincent Macaigne per una volta meno stralunato del solito e da Agata Kulesza, attrice polacca già vista in Ida di Pawlikowski, vive di atmosfere sacrali, in una liturgia filmica che in qualche punto ricorda da vicino Des hommes et des dieux di Xavier Beauvois (con cui, non a caso, condivide la direttrice della fotografia, Caroline Champetier). Nei canti mattutini delle sorelle benedettine si attua il significato primordiale della Fede (“24 ore di dubbi e un minuto di speranza”) e si estendono le lacrime trattenute, le libertà negate, la dicotomia tra dottrina e ragione, ottusi dogmi e urgenza pratica. Nei piccoli momenti lieti di gioco e relax che concludono le giornate si disegna invece la purezza di semplici donne, inermi vittime del Male umano e meritevoli di una seconda chance, dentro o fuori dalle mura del convento.
Il lavoro della Fontaine, pre-selezionato come possibile candidato all'Oscar per la Francia, insieme a Frantz di François Ozon, Elle di Verhoeven (su cui poi è ricaduta la scelta) e Cézanne et moi di Danièle Thompson, non è esente da difetti: l'autrice si sofferma su qualche sottolineatura di troppo, inciampa in alcune scene un po' goffe (l'improvviso abbraccio collettivo delle suore a Mathilde) e ritrae un epilogo eccessivamente gioioso e ottimistico. In ogni caso, nonostante le incertezze, il film resta valido e importante, per conoscere un piccolo pezzo di Storia e recitare, con voce commossa ma decisa, un atto di dolore che supera le barriere della religiosità per farsi universale messaggio di amore e condivisione.
Alessio Gradogna
Sezioni di riferimento: La vie en rose, Film al cinema
Scheda tecnica
Titolo originale: Les Innocentes
Regia: Anne Fontaine
Sceneggiatura: Sabrina B. Karine, Pascal Bonitzer, Anne Fontaine, Alice Vial
Fotografia: Caroline Champetier
Montaggio: Annette Dutertre
Anno: 2016
Durata: 115'
Attori: Lou de Laâge, Vincent Macaigne, Agata Kulesza, Agata Buzek, Joanna Kulig
Uscita italiana: 17 novembre 2016