Terminata la lunga attesa ritroviamo le ambientazioni, le tematiche e l'intero gruppo di personaggi che aveva caratterizzato la prima, fortunata stagione de Les Revenants, successo clamoroso anche al di fuori dei confini transalpini, tanto che la serie è stata venduta in oltre 60 paesi. La messa in onda della nuova stagione ha ricevuto in terra francese ascolti senza dubbio deludenti: 610000 spettatori di media per i primi due episodi, meno della metà rispetto al 2012, con ulteriore calo nelle serate successive. Un risultato facilmente spiegabile con l'ampio (ed eccessivo) periodo di tempo trascorso dalla fine dei primi episodi, evidente e principale causa di una certa disaffezione da parte del pubblico televisivo, abituato a ritmi molto più compressi.
Con la speranza che la terza stagione, al momento ancora in dubbio, si possa comunque realizzare, torniamo dentro alle tracce narrative che avevano impresso tanta forza alle prime puntate. Se infatti l'ultimo, commovente episodio della prima stagione si era chiuso con un'inquadratura ravvicinata sul grembo di Adèle, è proprio da lì che si riparte, con un incipit smaccatamente horror che pare configurarsi subito come una dichiarazione d'intenti, rivolta verso l'idea di approfondire e sottolineare gli elementi più oscuri.
Per fortuna, come detto, i personaggi principali sono ancora tutti presenti: Camille, Serge, Simon, Victor, Jérôme, Claire, Lena, Julie; non manca praticamente nessuno. Fa piacere notare come tutti gli attori abbiano accettato di prendere parte anche alla seconda stagione, a testimonianza della qualità del lavoro di Gobert. I volti che abbiamo imparato ad amare qui e che peraltro già ben conoscevamo per il loro passato e presente cinematografico, da Anne Consigny a Frédéric Pierrot, da Clotilde Hesme a Grégory Gadebois, da Yara Pilartz a Céline Sallette, non fanno mancare la loro presenza, pur in qualche caso con un minutaggio ridotto rispetto ai primi episodi, dovuto all'inevitabile introduzione di nuovi personaggi. Tra questi ultimi spicca senz'altro il tenebroso Laurent Lucas (appena visto a Locarno nell'ottimo Floride di Philippe Le Guay), nei panni di Richard Berg, ingegnere che fa il suo ingresso in città con il compito di indagare sulle cause dell'inondazione avvenuta sei mesi prima. È infatti questo il periodo di tempo intercorso tra la fine della prima stagione e l'inizio della seconda, un intervallo durante il quale nessuno ha più avuto notizie dei vivi e dei morti scomparsi nella notte davanti alla Main Tendue.
Quella che appare davanti ai nostri occhi nella nuova stagione è quasi una città fantasma. Molti infatti se ne sono andati. Le autorità giunte dall'esterno hanno nel frattempo rimodellato i contorni del luogo, cercando di delimitare i confini e trovare spiegazioni, anche se nessuno di loro sa cosa sia realmente successo. I pochi membri della comunità rimasti sul posto aspettano il ritorno dei loro cari, mentre i Revenants, sempre guidati da Lucy, stazionano nascosti in un'altra zona, accrescendo le loro fila con l'arrivo (anzi, il ritorno) di tanti elementi in più.
La ripresa della vicenda ruota intorno all'imminente parto di Adèle, che porta dentro di sé un bambino destinato a porsi come inevitabile punto d'incontro tra il mondo dei vivi e quello dei morti, universi sempre meno distanti e sempre più sfumati, tanto che la differenza appare ormai quasi impercettibile. Intorno a questa chiave di volta si ravvivano le tante piccole storie già esplicate nella prima stagione.
I nuovi episodi confermano tutto ciò che di buono si era detto nei confronti di una serie che ha davvero saputo sorprendere ed entusiasmare per originalità e freschezza: le ombre, le ansie sfumate, la sottile inquietudine, l'intimismo e i toni sussurrati riescono ancora una volta ad avviluppare il racconto in un limbo onirico ma al contempo estremamente concreto e umano, anche grazie a notevoli idee di regia e inserti di rilevante fascino fotografico, accompagnati dalle ipnotiche musiche dei Mogwai. E nonostante gli snodi narrativi aumentino, con il rischio di generare un'eccessiva frammentazione emotiva, il tutto viene tenuto sotto controllo grazie a un montaggio rapido in cui tante scene brevi vanno a comporre un affascinante mosaico da ricostruire senza troppe difficoltà.
La storia si sviluppa sino a giungere a un epilogo splendido, di altissima caratura, che alterna inserti prettamente horror e momenti estremamente commoventi, senza peraltro fornire tutte le risposte. Anzi. Un finale che se possibile aumenta ancora di più le incertezze e i misteri, cosa che ha fatto storcere il naso a molti spettatori, delusi proprio per il fatto che la trama si complichi ulteriormente invece di semplificarsi. Critiche che non ci sentiamo di condividere, convinti dell'assunto secondo cui in fondo sia anche bello restare così, avvolti nei dubbi, vagliando diverse ipotesi e immaginando ognuno la propria soluzione, al cospetto di una messinscena limpida, sorprendente, magistrale.
Così, tra chi aspetta e chi spera, chi scopre amare verità e chi rimpiange gli errori commessi, chi si allontana e chi si riavvicina, le anime in pena di Gobert fluttuano sulle sponde del lago, in cerca di verità, pace e, ancora una volta, soprattutto amore.
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: La vie en rose
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Scheda tecnica
Titolo originale: Les Revenants
Anno: 2012 – 2015
Stagione 1 e Stagione 2: entrambe 8 episodi di circa 50'
Ideatore: Fabrice Gobert
Musiche: Mogwai
Prima Tv in Francia seconda stagione: 28 settembre 2015
Prima Tv in Italia seconda stagione: 29 settembre 2015 (su Sky Atlantic)
Attori principali: Anne Consigny, Clotilde Hesme, Céline Sallette, Pierre Perrier, Guillaume Gouix, Frédéric Pierrot, Grégory Gadebois, Laurent Lucas, Ana Girardot, Yara Pilartz.
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