Un esame del DNA rivela come il padre sia Robert Nolan, pericoloso criminale accusato di un brutale omicidio e attualmente in carcere. Completamente sconvolta, Ariane cerca, con poco successo, di affrontare lo stravolgimento della propria vita e delle certezze acquisite nel corso degli anni. Nel frattempo Nolan evade dalla prigione e va a nascondersi proprio a casa del giudice, entrando nell'abitazione nel momento in cui Ariane sta provando ad abortire, in un modo decisamente non convenzionale. Ignaro di essere il padre del bambino, l'uomo propone al magistrato un accordo: non rivelerà a nessuno il tentativo di “omicidio” della donna, a patto che lei prenda in carico la situazione e lo aiuti a dimostrare la sua estraneità ai macabri fatti di cui è accusato.
Uscito nei cinema francesi nel mese di ottobre 2013, e tanto per cambiare inedito in Italia, 9 mois ferme si configura, lo diciamo subito, come una delle migliori commedie realizzate dal cinema transalpino negli ultimi anni. A scrivere, dirigere e co-interpretare il film troviamo Albert Dupontel, ex comico teatrale e televisivo che ha saputo affermarsi in veste di attore anche per il grande schermo, lavorando tra gli altri con Jean-Pierre Jeunet (Una lunga domenica di passioni), Cédric Klapisch (Parigi) e Bertrand Blier (Le bruit des glaçons), portando avanti al contempo un'interessante carriera come regista.
In questa sua opera, frutto di un lungo processo di scrittura e successiva revisione, Dupontel si ritaglia il ruolo del (presunto) criminale Nolan, infondendo al personaggio un vasto assortimento di tic nervosi, facce buffe, versi gutturali e reazioni surreali, completando un riuscitissimo quadro espressivo atto a dimostrare l'essenza fondamentalmente buona di un uomo accusato di aver ucciso e squartato un signore anziano, e di avergli addirittura divorato gli occhi. Accanto a lui, nei panni di Ariane, una deliziosa Sandrine Kiberlain, attrice ormai approdata al gotha del cinema francese e in questo periodo cercata e voluta da tutti, tanto da avere all'attivo una dozzina di film interpretati solo negli ultimi 3-4 anni, tra cui l'ottimo Les femmes du 6ème étage, il notevole Polisse, il controverso e discutibile Les infidèles, il mediocre Tip Top (visto in Italia in occasione del festival Rendez-Vous) e l'ultima firma del compianto Alain Resnais, Aimer, boire et chanter. Favoriti da una perfetta alchimia, Dupontel e la Kiberlain si accompagnano a gustosi personaggi secondari, tra cui va senz'altro segnalato Nicolas Marié, nelle vesti di un terrificante avvocato balbuziente.
9 mois ferme affronta il delicato tema di un'inattesa e non-voluta maternità capitata per sbaglio nella solida vita di una donna in carriera; il film non rinuncia alla riflessione prettamente psicologica e sociologica, ma riesce con invidiabile semplicità a raffreddare i toni dell'assunto di base, grazie a una messinscena curatissima che non tralascia alcun particolare tecnico (a differenza di tante commediole italiche volgari e trasandate), azzeccando inoltre una vasta serie di gag esilaranti (su tutte la strepitosa sequenza in cui Ariane, con malcelato disgusto, guarda per la prima volta le registrazioni della sua sventurata notte di bagordi, ripresa dalle telecamere di sorveglianza).
Il lavoro di Dupontel, racchiuso in un fondo di dolcezza anche nei momenti più caustici, parte come un treno in corsa, assicurando una prima mezzora senza fiato, per poi prendersi un momento di calma e ripartire di slancio sino ad approdare a un finale forse un po' trattenuto; poco male, perché la vis comica si mantiene sorprendente e costante, non stanca e non cade mai in pleonasmi, si getta addirittura nel gore (le bislacche ricostruzioni dell'omicidio) e assicura piacevoli risate in ogni istante.
Ecco perché, lo ribadiamo, 9 mois ferme, accolto da buoni incassi e da giudizi entusiasti da parte di quasi tutta la critica francese, e premiato meritatamente con due César (miglior sceneggiatura originale e miglior attrice), si ritaglia senz'altro un posto tra i migliori film di genere prodotti dal cinema d'Oltralpe negli ultimi anni, accanto a Intouchables (Quasi Amici), Le prènom (Cena tra amici) e Alceste à bicyclette (Molière in bicicletta).
Da segnalare i tanti camei, con brevi e amichevoli apparizioni di Yolande Moreau (la madre di Robert), Gaspar Noé (un carcerato), Terry Gilliam (un serial killer) e soprattutto uno scatenato Jean Dujardin , nei panni di uno squinternato traduttore per non udenti.
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: La vie en rose
Scheda tecnica
Titolo originale: 9 mois ferme
Regia e sceneggiatura: Albert Dupontel
Fotografia: Vincent Mathias
Montaggio: Christophe Pinel
Musiche: Christophe Julien
Anno: 2013
Durata: 82'
Attori principali: Sandrine Kiberlain, Albert Dupontel, Philippe Uchan, Nicolas Marié, Bouli Lanners.