
Vediamo alcuni highlights tra i lungometraggi. In apertura Any Day Now di Travis Fine, con Alan Cumming, che ha raccolto premi in festival Usa specializzati e non: la vera storia di una coppia di omosessuali che a fine anni Settanta a Los Angeles cerca di ottenere la pionieristica custodia di un ragazzino Down abbandonato. In concorso, Jack and Diane di Bradley Rust Gray, sull'amore fugace tra due ragazze adolescenti destinato a sfociare in visioni licantropiche (!), con Juno Temple (Killer Joe) e Kylie Minogue, anche se le opinioni in rete non sono incoraggianti; Out in the Dark di Michael Mayer (Una casa alla fine del mondo), definito “storia d'amore che diventa thriller (anche dei sentimenti)”, con protagonisti uno studente palestinese, un avvocato israeliano e la loro relazione in una Tel Aviv soffocante; Joshua Tree, 1951: a Portrait of James Dean di Matthew Mishory, biopic sull'attore anni prima del successo; dalla Berlinale, il messicano Everybody's Got Somebody... But Me, che mette in scena un amore lesbico in bianco e nero; la commedia taiwanese con tanto di karaoke Will You Still Love Me Tomorrow? di Arvin Chen, It's All So Quiet di Nanouk Leopold, meditativa storia di un uomo maturo e chiuso, che vive col padre e si relaziona con due ragazzi e il polacco In the Name of... di Malgoska Szumowska (regista del recente Elles, con Juliette Binoche), sul parroco di un villaggio alle prese con l'attrazione per un giovane problematico e le conseguenze sulla sua comunità. Nella sezione lesbica “Open Eyes” spicca Cloudburst con Olympia Dukasis, commedia on the road su una coppia molto matura che cerca di sfuggire a un ricovero per andare a sposarsi in Canada.
Nel concorso documentari, si segnala Codebreaker, docufiction sul genio Alan Turing (padre dell'intelligenza artificiale, tra le altre cose) che, accusato di sodomia, venne sottoposto alla castrazione chimica e finì suicida. Nella sezione “Cinemascape”, un altro documentario, I Am Divine di Jeffrey Schwarz, sul corpulento travestito attore e cantante, ricordato tra gli altri da John Waters, e il chiacchierato Interior. Leather Bar co-diretto da James Franco, sui leggendari minuti tagliati, ambientati in un gay bar, di Cruising di Friedkin.
Per solleticare i cinefili, prosegue la sezione “Vintage”, con una variegata scelta di film del passato in 35mm, tra cui gli italiani Fellini Satyricon, Il portiere di notte della Cavani e La patata bollente con Pozzetto e Massimo Ranieri. Infine, incuriosisce la selezione di corti animati gay/lesbici e non mancano doc sullo stato delle cose in paesi come il Pakistan (Hide and Seek, su omosessuali e trans) e il Marocco (I Am Gay and Muslim), nella sezione “Focus: Mezzaluna rosa”, ma anche l'Italia (Vorrei ma non posso. Il film, su Gay Pride e unioni civili), nella sezione “Focus: We Are Family”. Il programma completo sul sito ufficiale.
Alessio Vacchi
Sezione di riferimento: Festival Reportage