Le parole di Valéry Rosier, regista belga classe 1977, in parte sintetizzano il concetto di fondo di Parasol, suo primo lungometraggio di finzione, presentato in concorso al Bergamo Film Meeting e ambientato in un villaggio turistico di Palma di Majorca. Lì, in un luogo in un certo modo fuori dai confini della quotidianità, si alternano tre storie che vedono protagonisti personaggi assai diversi tra loro, ma accomunati da un profondo senso di solitudine e voglia di evasione.
Annie è una signora ultrasettantenne, “scappata” da casa per inseguire un uomo con cui ha avuto un'avventura galante, anche se quest'ultimo pare non voglia più avere nulla a che fare con lei; Alfie è un ragazzo mal adattato alle regole della comunità, in cerca di divertimento ed esperienze sessuali ma incapace di seguire le basilari norme di integrazione; Péré è un uomo separato dalla moglie che guida un trenino turistico, lavoro mortalmente noioso e ripetitivo, cercando di trovare un modo per trascorrere qualche ora in più in compagnia di sua figlia, affinché lei possa considerarlo un padre migliore di quanto sia mai stato.
Tra sole e mare, spiagge e sport, palme e selfie, karaoke e locali notturni, i destini di queste tre anime si inseguono durante la (scarsa) durata del film, senza peraltro mai arrivare a convergere, come di solito accade invece in questo tipo di struttura narrativa. Rosier sceglie di non incrociare mai le diverse storie, lasciando che esse si alternino dall'inizio alla fine, in un saliscendi emozionale che senza soluzione di continuità estrapola porzione di vite nelle quali il desiderio di reinventarsi cozza con le difficoltà pratiche.
Annie insegue disperatamente l'uomo con cui ha avuto un flirt. Il figlio le telefona, preoccupato, ma lei gli chiude il telefono in faccia. Non vuole tornare a casa, le interessa solo riavere l'amante con cui ha trascorso momenti lieti e focosi. Le vengono proposte attività da svolgere con gli altri anziani ospiti del villaggio, ginnastica di gruppo e gite con tanto di cappellini e canzoncine da intonare in compagnia, ma a lei tutto ciò non interessa: vuole sentirsi ancora giovane e bella, vuole aprire le ali e godere di un po' di libertà. Alfie accetta la compagnia di due ragazzi inglesi pronti a sfruttare la sua goffaggine, si lascia trascinare attraverso una lunga notte di bagordi, finge di aver avuto esperienze sessuali in realtà mai provate e annega nei fumi dell'alcool, salvo poi ritrovarsi più solo che mai. Péré racconta bugie e si prende rischi di ogni tipo pur di poter prolungare per qualche ora la compagnia dell'amata figlia prima di riportarla dalla ex consorte, poiché la sua bambina è l'unico antidoto per dare un senso a un'esistenza altrimenti misera e priva di qualsiasi slancio.
Annie, Alfie e Péré: personaggi maldestri, circondati dalla vacuità della non-affermazione di sé, ripresi da Rosier con uno stile frammentato, che scivola verso un epilogo moderatamente speranzoso alternando sequenze veloci e brevi inquadrature contemplative con cui scrutare la sofferenza che si nasconde dietro la maschera dei loro volti. Protagonisti che combattono per ingoiare il proprio patetismo e rinascere, scegliendo peraltro i metodi più sbagliati per dare corpo ai progetti. Figurine al contempo empatiche e asettiche, farsesche e grottesche, capaci di suscitare un mix di ilarità e pietà, artefici di sconfitte quasi autoinflitte nel tentativo di scrollarsi di dosso la ruggine che ne incrosta i cuori.
Rapido e conciso, anche in virtù della limitata durata, Parasol è un lavoro efficace per come mostra con mano abbastanza sicura alcuni squarci contemporanei di emarginazione individuale e collettiva, tema quest'ultimo mai così attuale, in un'era in cui la fasulla socializzazione telematica affloscia i rapporti reali, riducendo spesso i legami a cibi precotti privi di odore e sapore.
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: Festival Reportage
Scheda tecnica
Regia: Valéry Rosier
Sceneggiatura: Valéry Rosier, Matthieu Donck, François Verjans
Musiche: Cyrille de Haes e Manuel Roland
Anno: 2015
Durata: 73'
Attori: Alfie Thomsone, Yoko Père, Julienne Goeffers, Christian Care, Delphine Theodore