Nell'affollato panorama festivaliero italiano, quello della città lombarda è senza alcun dubbio uno degli eventi più belli, nonché uno dei pochi realmente indispensabili. Una manifestazione che negli anni ha saputo costruirsi una solidissima dignità, riuscendo a proporre sempre cinema di qualità, programmi di sicuro interesse e intuizioni di assoluto rilievo (ad esempio la splendida retrospettiva dedicata a Robert Guédiguian lo scorso anno), trovando una propria e radicata ragion d'essere, a differenza di altri festival più grandi e blasonati ma fondamentalmente inutili, per non dire dannosi.
Nonostante gli ormai consueti e immancabili tagli al budget, anche stavolta gli organizzatori sono riusciti a mettere in piedi un cartellone ampio, vario e ricco di spunti e idee brillanti. Innanzitutto il concorso ufficiale, con sette film europei tutti in prima visione italiana: il francese La dune (con Niels Arestrup, fresco vincitore del suo terzo César), il finlandese Silmatera, il belga Yam dam, il britannico Leave to Remain (con Toby Jones), il rumeno Roxanne, lo sloveno Zapelji me e l'olandese Wolf.
Ancora nel nome dell'Europa, e di un cinema capace di inventare il futuro, come recita uno degli slogan del festival, si pongono le intriganti retrospettive tutte al femminile dedicate ad autrici da scoprire o riscoprire: la napoletana Antonietta De Lillo, l'austriaca Jessica Hausner e l'islandese Sólveig Anspach , regista multiculturale che negli anni ha lavorato sul doppio binario documentario-fiction, viaggiando per il mondo per poi trovare da molti anni una definitiva sede di vita e lavoro in Francia. Così come per le altre autrici appena citate, tutte le opere della Anspach saranno proiettate a Bergamo: tra i titoli, non possiamo non citare l'intenso dramma Haut les coeurs!, del 1999, che fece vincere a Karin Viard il César come miglior attrice dell'anno, e il nuovo Lulu femme nue, appena uscito nei cinema transalpini con grande apprezzamento di pubblico e critica.
Al BFM non mancherà inoltre un'ulteriore retrospettiva dedicata al bravissimo animatore francese Pierre-Luc Granjon, e notevole spazio sarà riservato ai documentari (la consueta sezione "Visti da vicino"), tra i quali incuriosisce molto il bizzarro docu-fiction inglese The Imposter, transitato al Sundance. Ci saranno anche cortometraggi, proiezioni per le scuole, anteprime (La luna su Torino di Ferrario, Devil's Knot di Egoyan) e come ogni anno, per i cinefili più resistenti, una fantamaratona notturna (lo scorso anno terminò alle 3.47 del mattino!) con la proiezione del delizioso Per favore, non mordermi sul collo di Polanski seguito dal leggendario Carrie di De Palma.
Gli appuntamenti elencati già sarebbero sufficienti, ma il Bergamo Film Meeting è ogni volta un luogo in cui il passato torna a splendere. Anche quest'anno troverà dunque tantissimo spazio il glorioso cinema che fu, con una corposa retrospettiva (23 titoli) dedicata a Dirk Bogarde , durante la quale si rivedranno capolavori come The Servant di Losey, La caduta degli Dei di Visconti e Providence del compianto Alain Resnais, e un ulteriore percorso tematico intitolato “Ma papà ti manda sola?”, con una decina di pellicole che hanno saputo abbracciare ai massimi livelli i dettami della screwball comedy, dallo straordinario It happened one night di Capra a Bringing Up Baby di Hawks.
Insomma, chiunque transiterà dalle parti di Bergamo nei prossimi giorni non potrà non trovare molteplici ingredienti gustosi e diversificati con cui sfamare un'inesausta sete di cinema e ricerca, capace di abbattere qualsiasi confine culturale e temporale; il tutto nel caldo tepore di un festival che, come sempre e meglio di molti altri, sa abbracciare il passato, scavare nel presente e corteggiare l'avvenire.
Alessio Gradogna
Il programma completo sul sito ufficiale
Sezione di riferimento: Festival