Alma en juego è il nickname con cui Nicola si “muove” nella rete delle chat e con il quale riesce a conoscere Diana. Entrambi sono alla ricerca di una via di scampo da una vita che offre solo risentimento e delusioni: lui è da poco uscito da una dolorosa relazione amorosa con una prostituta, lei è, invece, legata a un uomo tossicodipendente dal quale ha avuto un figlio, Nicolas, per il quale desidera un futuro migliore, o perlomeno sereno. Queste due anime, separate dalla vastità dell'oceano Atlantico, instaurano così una storia a distanza che dapprima rimane desiderio virtuale relegato allo schermo di un computer, ma poi, non senza problematiche logistiche e sentimentali, diventa man mano reale e solida.
È Nicola il primo a prendere la decisione di partire, in fuga dagli stress lavorativi di una Italia troppo legata ai beni di consumo e all'impossibilità di instaurare relazione sincere. L'uomo si trasferisce a Chinchinà, in Colombia, per poter conoscere di persona Diana. Tra i due è amore, reale e concreto, a prima vista, ma le difficoltà economiche diventano progressivamente una questione difficilmente risolvibile. Decidono quindi, insieme al piccolo figlio di lei, di trasferirsi a Roma, in una piccola casa in collina. Questo ritorno in Italia rappresenta per Nicola una sfida da affrontare con la maturità e la consapevolezza di essere una persona diversa, con una relazione stabile e con la responsabilità del futuro di Nicolas. Tutto ciò non può che costringerlo a rifare i conti con la sua terra natia e quel vuoto esistenziale che l'ha precedentemente costretto alla fuga.
Almas en juego non è semplicemente il tentativo di una giovane regista di realizzare un documentario sull'amore, ma, in maniera più approfondita, tratta come usare una cinepresa per “documentare un amore”, ovvero dire e raccontare fasi, tempi e luoghi di un incontro incredibile che ha il potere di liberare e donare gioia. La relazione tra Nicola e Diana, come suggerisce la regista «è una storia d'amore, certo, romantica come non lo sono oggi neanche più quelle dei film; ma […] è anche e soprattutto la storia di un lotta per la felicità, combattuta da due persone che non vorrebbero credere però che la felicità consista in denaro, prestigio sociale, bellezza esteriore, oggetti da possedere e consumare, bensì che l'amore da solo basti».
Con Almas en juego, Ilaria Jovine realizza un documentario che cresce con il passare dei minuti, e dopo un inizio forse troppo legato al difficilissimo vissuto dei suoi protagonisti – che permette una scarsa immedesimazione – trova progressivamente il coraggio di ambire a una dimensione sociale più ampia, trascendendo “il particolare” per una più fruttuosa visione d'insieme che, evitando sterili contrasti didascalici tra povertà e sogni consumistici, mira a offrire una piccola, intima e sincera storia d'amore.
Emanuel Carlo Micali
Sezione di riferimento: Festival
Scheda tecnica
Titolo originale: Almas en juego
Anno: 2013
Regia: Ilaria Jovine
Sceneggiatura: Ilaria Jovine
Fotografia: Roberto Mariotti
Durata: 60’
Attori principali: Nicola, Diana, Nicolas