Tra i primi titoli che saltano agli occhi nel programma, Tom at the farm di Xavier Dolan (il giovane e talentuoso autore di Laurence Anyways), da un testo teatrale: il giovane Tom si reca in un paesino di campagna per la morte del suo amato innescando tensioni familiari, in un lavoro che a Venezia ha vinto il premio Fipresci. “Notti e neve a Seoul”, sotto la macrosezione “Open Eyes”, è il titolo del focus dedicato al sudcoreano Leesong Hee-Il, di cui si vedrà la trilogia a tematica gay e l'ultimo lungo Night Flight che affronta il tema del bullismo.
“Open Eyes: Lez Drama!” propone Farewell My Queen di Benoît Jacquot, con Léa Seydoux e Diane Kruger, ambientato a Versailles nei giorni della rivoluzione francese, con una Maria Antonietta innamorata di una duchessa e una dama di compagnia che la adora, vincitore di tre César e l'australiano Zoe.Misplaced di Mekelle Mills, piccolo dramma su una ragazza lesbica che si innamora. Non può che incuriosire You and the Night di Yann Gonzalez (sezione “Forever Young: gli amori immaginari”), con Eric Cantona e Beatrice Dalle, “viaggio al termine della notte […] con echi di Cocteau, Bunuel, Argento e Bava”, incentrato sulla preparazione di un'orgia.
Scorrendo il concorso lungometraggi si potrebbe puntare su Blue and Not So Pink di Miguel Ferrari, che racconta le difficili vicende di una coppia di gay venezuelani, complice l'arrivo del figlio di uno dei due; lo svedese Something Must Break di Ester Martin Bergsmark, premiato a Rotterdam, sulla storia tra un “misterioso etero” e l'androgino Sebastian; due film dalla Svizzera, Rosie di Marcel Gusler, su uno scrittore gay che torna ad assistere la madre malata, che però vuole continuare a godersi la vita, e The Circle di Stefan Haupt, vera storia di un club gay nella Zurigo anni 50, tra amori e omicidi; dal Brasile The Way He Looks di Daniel Ribeiro, con protagonisti adolescenti - il quindicenne ipovedente Leo, una ragazza attratta da lui, un ragazzo con cui Leo potrebbe essere amato - , vincitore del Teddy Award a Berlino; dal Messico, I Am Happiness on Earth di Julián Hernández: un uomo in scena, fra amore e natura, realtà e sua ricreazione, per un film descritto come visivamente notevole.
Di triste attualità il focus “Dalla Russia con amore”, con Campaign of Hate: Russia and Gay Propaganda, documentario con cui l'attore-produttore hard Michael Lucas indaga, tra incontri e immagini di cronaca, lo stato delle cose per gli omosessuali nella nazione. Molti gli omaggi previsti durante il festival: per Lou Reed, Berlin, esecuzione dello storico album a Brooklyn nel 2006 filmata da Julian Schnabel; di Derek Jarman verrà proposto il Caravaggio restaurato; di Philip Seymour Hoffman il poco amato Flawless diretto da Joel Schumacher, in cui impersona una drag queen con cui il personaggio di Robert De Niro fa amicizia. Nella sezione sulla Russia è omaggiato anche Sergej Parajanov, regista che fu inviso al potere e incarcerato anche per la sua omosessualità, con Il colore del melograno, noto esempio del suo originale cinema a quadri di alto valore figurativo.
Nella sezione “Cinemascape”, Burning Blue di D.M.W. Greer, omofobia nell'aviazione della marina Usa per “il primo gay action movie”. Poi le commedie The Summer Side di Antonia San Juan, su una disastrosa famiglia da cui la protagonista vorrebbe andarsene, pagando il prezzo di abbandonare il cugino che ancora non si è dichiarato gay, e Cupcakes di Eytan Fox, che si rifà agli Abba nel narrare di un gruppo di amici di Tel Aviv chiamati a esibirsi all'Eurovision Song Contest parigino.
Stuzzicanti, nel concorso documentari, il tedesco Kumbia Queers: More Louder Bitte!, mediometraggio su un gruppo di attiviste punk che rileggono la cumbia (musica colombiana da ballo) in modo kitsch e “politico”; Violette Leduc, in Pursuit of Love sulla scrittrice lesbica; The Dog su John Wojtowicz, il personaggio che, col suo tentativo di rapina per pagare l'operazione di cambio di sesso all'amante, ispirò Quel pomeriggio di un giorno da cani. Fuori concorso I fantasmi di San Berillo di Edoardo Morabito, vincitore come miglior documentario italiano all'ultimo TFF, che racconta un rione scalcinato, luogo principe della prostituzione a Catania.
Una piccola sezione a base di corti è dedicata all'”Altra animazione”, mentre la proiezione “60 anni di Rai TV, tra spettacolo e informazione” comprende una carrellata di comici in panni del sesso opposto dal 1954 al 1977. Originale anche la modalità di proiezione di The Forgotten Circus, cortometraggio del 2008 dell'artista-ex coreografa Shelly Love, che il team Gorilla Perfumes trasformerà in un'esperienza di “cinema profumato”.
Tutto questo senza contare, tra le altre cose, il Concorso Cortometraggi. Peccato per la sospensione dei biglietti giornalieri tra le modalità di ingresso.
Alessio Vacchi
Sezione di riferimento: Festival
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