Come nelle annate precedenti il Rendez-Vous cercherà di toccare un po' tutti i generi in cui la cinematografia francese eccelle, in un affascinante viaggio che toccherà la commedia e il neopolar, l'animazione e la tragedia familiare, la satira sociale e l'intimismo, in una bella e coinvolgente alternanza di tematiche e stili, passando da autori più che conosciuti a recentissimi medio/piccoli lavori indipendenti diretti da registi giovani.
L'apertura vedrà a Roma la presenza del maestro Bertrand Tavernier, con il suo ultimo film, Quai d'Orsay (interpretato tra gli altri da Niels Arestrup e Anais Demoustier), già premiato in patria e distribuito negli States, ma inedito in Italia. La proiezione a inviti, dunque non aperta al pubblico, sarà peraltro riservata a pochi e selezionati eletti; una scelta piuttosto assurda.
Durante i quasi quaranta giorni di festival, sparsi nei luoghi sopracitati, troveranno posto mini-retrospettive dedicate a Michel Gondry e al talentuoso Guillaume Brac, un pregevole omaggio al compianto Alain Resnais, e tante opere da non perdere, alcune delle quali già viste sul territorio nazionale (gli ottimi La bataille de Solférino e 2 automnes 3 hivers, proiettati al Torino Film Festival così come lo straordinario L'Image Manquante, candidato all'Oscar).
Molti però saranno i film da noi totalmente inediti: tra gli altri ci sentiamo di segnalare senza dubbio Aimer, Boire et Chanter, l'ultimo (capo)lavoro di Resnais premiato a Berlino, con Sabine Azéma, André Dussollier e Sandrine Kiberlain; L'amour est un crime parfait, sensuale e misterioso thriller chabroliano con Mathieu Amalric, Karin Viard e Sara Forestier; Mea culpa, cupo noir di Fred Cavayé, con Vincent Lindon (stessa accoppiata del notevole Pour Elle); Tip Top, bizzarra commedia a sfondo satirico con ancora Sandrine Kiberlain, insieme a François Damiens e Isabelle Huppert; Tonnerre, di Brac, premiato a Locarno 66; Une place sur la terre, delicata storia d'amore con un intrigante Benoît Poelvoorde in veste drammatica; Grand Central, di Rebecca Zlotowski, con Tahar Rahim e Léa Seydoux; Violette, di Martin Provost, biopic letterario con Emmanuelle Devos, Olivier Gourmet e (di nuovo) la Kiberlain, ormai voluta e amata da tutti come dimostra anche il premio César appena vinto.
Insomma, leggendo i nomi presenti nelle varie pellicole appare chiaro che nelle prossime settimane si potrà davvero navigare nel meglio del cinema francese contemporaneo (il migliore al mondo, a giudizio di chi scrive, come ormai ben sapete). Un'occasione da non perdere, a maggior ragione considerando che con ogni probabilità quasi tutti i titoli appena elencati saranno ignorati dai lungimiranti distributori nostrani e quindi mai troveranno posto nelle sale.
A completare il programma ci saranno incontri gli autori, alcune masterclass (ad esempio Gondry l'11 aprile), e una serie di cortometraggi in cui il mondo della fotografia e del cinema troveranno un'originale fusione di sguardi.
Il programma completo della manifestazione è scaricabile a questo link.
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: Festival
Sezioni correlate: La vie en rose
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