Da parte nostra non possiamo che fare i complimenti allo staff (composto quasi unicamente da donne) e augurarci che il festival abbia lunga vita e cresca sempre di più, perché in questo paese c'è davvero bisogno di appuntamenti così, liberi e culturalmente rilevanti, per combattere le repressioni bigotte che purtroppo ancora ci circondano.
Uno dei titoli più sorprendenti tra quelli inseriti nel concorso del Fish & Chips, composto da film e documentari provenienti da varie parti del mondo, è stato il tedesco Schnick Schnack Schnuck (corrispettivo del nostro “sasso carta e forbice”), secondo lungometraggio della giovane Maike Brocchaus. Protagonisti della vicenda Felix ed Emma, coppia fidanzata. Lui vorrebbe andare ad Amsterdam per assistere a un concerto, lei è costretta a restare a casa per impegni di lavoro. I due così si separano momentaneamente, senza sapere che nelle ore successive andranno incontro a esperienze conturbanti e impreviste. Felix incontra l'amico Kai, con il quale finisce a casa di due ragazze alquanto disinibite, mentre Emma scopre su internet alcune foto sensuali di Magda, vecchia amica che non vede da tempo, la contatta e si trova a sua volta al centro di un'avventura ad altissimo tasso erotico.
Presentato come commedia sexy, il film in realtà si immerge senza alcuna paura nell'hard più esplicito, orchestrando una storia di improvvisi e reciproci tradimenti con tono leggero e gradevole, riuscendo nell'impresa, tutt'altro che semplice, di trasportare il porno all'interno della messinscena, con assoluta genuinità e chiarezza d'intenti.
Durante gli 85 minuti di durata assistiamo così all'evolversi e all'alternanza delle scappatelle di Emma e Felix, attraverso un percorso parallelo destinato poi a incrociarsi nella parte finale. C'è spazio per tutto: masturbazione, cunnilingus, fellatio, inserti lesbo, penetrazioni in primo piano, utilizzo di sex toys, sesso di gruppo e rapporti espliciti tra uomini: scene in tutti i casi prive di inutili trivialità e inserite in un contesto filmico leggero e intelligente, divertente e mai forzato, interpretato da persone normali come potrebbero essere quelle che incontriamo nella vita di tutti i giorni, a passi lontani dalla finzione plastificata di troppo cinema a luci rosse.
Il significato della vicenda, piuttosto palese, si indirizza verso l'opportunità di esplorare fino in fondo la propria sessualità, anche negli aspetti più nascosti e reconditi, senza doversi scontrare con moralismi da quattro soldi, a patto ovviamente che ci sia sufficiente complicità con il proprio partner e rispetto per la persona a cui si vuol bene. Un'affermazione espressa con ottimi risultati dalla Brocchaus, abile a comporre la sua opera veicolando, un po' come nell'intento di tutto il festival torinese, uno spumeggiante e condivisibile messaggio di libertà mentale ed espressiva, nel nome del sesso e di tutte le traiettorie stuzzicanti che gemono di piacere in un mondo in cui si racchiudono infiniti motivi di scoperta e godimento.
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: Festival Report
Scheda tecnica
Regia: Maike Brocchaus
Sceneggiatura: Maike Brocchaus, Soren Storung
Attori: Felix Anderson, Jana Sue Zuckerberg, Elia Légère, Jenz, Dana, Lotta Hambut
Anno: 2015
Durata: 84'