ORIZZONTI DI GLORIA - La sfida del cinema di qualità
  • HOME
  • REDAZIONE
  • LA VIE EN ROSE
  • FILM USCITI AL CINEMA
  • EUROCINEMA
  • CINEMA DAL MONDO
  • INTO THE PIT
  • VINTAGE COLLECTION
  • REVIVAL 60/70/80
  • ITALIA: TERZA VISIONE
  • AMERICA OGGI
  • ANIMAZIONE
  • TORINO FILM FESTIVAL
    • TORINO 31
    • TORINO 32
    • TORINO 33
    • TORINO 34-36-37
  • LOCARNO
    • LOCARNO 66-67-68
    • LOCARNO 69
    • LOCARNO 72-74-75-76-77
  • CANNES
    • CANNES 66
    • CANNES 67
    • CANNES 68
    • CANNES 69
  • VENEZIA
  • ALTRI FESTIVAL
  • SEZIONI VARIE
    • FILM IN TELEVISIONE
    • EXTRA
    • INTERVISTE
    • NEWS
    • ENGLISH/FRANÇAIS
  • SPECIAL WERNER HERZOG
  • SPECIAL ROMAN POLANSKI
  • ARCHIVIO DEI FILM RECENSITI
  • CONTATTI

BIOGRAFILM 13 - All this panic, di Jenny Gage

10/6/2017

0 Comments

 
Foto
La tredicesima edizione del Biografilm Festival apre i battenti e fra le proposte del 9 giugno c’è anche un lavoro toccante, lieve e al contempo profondo, riguardante il mondo degli adolescenti. Stupore davanti alla risposta del pubblico che “nonostante sia venerdì pomeriggio” e “nonostante il tema trattato possa sembrare spinoso” si presenta in sala per una partenza puntuale, introdotta dalle parole di Maria Chiara Risoldi, psicanalista e presidentessa della Casa delle Donne. 
La Risoldi definisce questo lavoro di Jenny Gage “affettuoso, curioso e rispettoso”, fotografa questa “epoca delle passioni tristi” (citando il testo di Benasayag e Schmidt) e regala al pubblico un pensiero di Pennac: “I bambini sono dei poeti, gli adolescenti sono dei moralisti e gli adulti sono dei contabili”. Con l’eco tenero di queste parole nelle orecchie, le luci si spengono lasciando spazio a All this panic, alle sue figlie vivaci, ai suoi genitori quasi invisibili.

Una festa alla quale siamo stati invitati.
A organizzarla sono alcune ragazze di Brooklyn, adolescenti imprigionate in corpi un po’ bambini, che compaiono riluttanti sul trampolino della vita eppure stanno per tuffarsi. La macchina da presa le segue per tre anni, fra spiagge deserte e metropolitane, piccoli giardini condominiali, taxi, scuole e concerti all’aperto.
Impareremo a conoscerle in 79 minuti che diventano diario di una transizione. Tecnica ed estetica sono quelle del documentario, ma la regista rivela un tocco magico nel selezionare i giusti momenti di un percorso che le ha fornito un’ingente quantità di materiale.
Conosceremo Lena, con il suo apparecchio dentale, l’aspetto mascolino e un fascino segreto che il tempo plasmerà con calma e cura. Ginger, spregiudicata e smarrita, con i capelli che cambiano spesso colore e il sogno di diventare attrice che stenta a decollare fra un party e l’altro. Sua sorella minore Dusty, florida bellezza americana, timida e riservata. Sage, afroamericana con una cascata di treccine e lo sguardo sfuggente di chi sta crescendo troppo in fretta. Delia, con le lentiggini e la bocca sempre pronta a snocciolare qualche pettegolezzo della scuola. Olivia, che non è sicura di essere innamorata del ragazzo che frequenta. Ivy, esagerata e ingorda di esperienze da adulta.
Ognuna di queste ragazze dovrà prendere una decisione, nel corso di tre anni condensati in 79 minuti: presentarsi al mondo a testa alta scegliendo la propria identità di donna, lasciare che l’adolescenza così ferocemente difesa - “Invecchiare è la cosa più spaventosa del mondo” afferma Ginger mentre si trucca allo specchio – scivoli via di dosso quasi impercettibilmente per lasciare spazio a orizzonti più vasti e problemi di colpo molto più gravi.
Leader narrante di questo gruppo diventa inevitabilmente Lena, piovuta quasi per errore in una famiglia troppo fragile per darle sostegno: la mamma in continua ricerca di casa e occupazione, il papà sull’orlo del suicidio, il fratello Nathan autolesionista e affetto da disturbi psichiatrici. 
“Molte cose in questa casa non funzionano” dice Lena durante una visita presso il padre, quando una porta a vetri si smonta all’improvviso fra le sue mani. Sullo sfondo c’è il Servizio di Tutela dei Minori americano, presenza impalpabile che giudica i genitori “negligenti” spingendoli a una guerra di colpevolizzazioni reciproche. Eppure Lena, fra i turni “da papà – da mamma” e le tragiche notizie ospedaliere del fratello Nathan, vuole organizzare una festa e baciare il ragazzo sul quale ha messo gli occhi da un po’: “Ho pensato che se io mi ubriaco e lui si ubriaca, posso dirgli che mi piace”. E sono festicciole semplici, quelle del piccolo gruppo di amiche, con l’alcol che scorre senza permesso e qualche droga da provare per poi ritrovarsi al mattino, come pulcini dalle piume arruffate, a guardare in camera dicendo “Alla fine ho baciato un altro ragazzo. Non so, doveva essere diverso, doveva essere l’altro. Il bacio è una di quelle cose che immagini perfette e alla fine non lo sono”. 
L’amore, come il sesso, sono le implacabili correnti alle quali i corpi di queste ragazze americane si ritrovano esposti all’improvviso in un risveglio di sensi e pensieri imprevisto, di difficile gestione: “detesto perdere la verginità perché incasina tutto”, “ho capito di essere lesbica e con questa cosa farò i conti per il resto della mia vita. Forse un giorno mi renderà felice”, “io vorrei essere madre perché mi piace l’idea di fare persone”. Sono come pagine di diario scartabellate da un vento impetuoso, confessioni che affiorano nelle magnifiche immagini dei pomeriggi fra amiche, qualche bisticcio, le passeggiate, le boccacce e le corse sulle sabbia, i corpi che non si arrendono al tempo e vorrebbero restare un po’ bambini, il mondo che detta nuove regole, i capelli che crescono e gli occhi che diventano di colpo più quieti, più seri.
La scelta dell’università pone tutte di fronte ai propri spettri personali. “Non vedo l’ora che la vita ti dia un bel treno sui denti!” dice l’autoritaria mamma single di Sage gesticolando in salotto. “Mia mamma è così perché è black, è diversa” spiega quella figlia che non ha il permesso di stare fuori dopo la mezzanotte. E poi, con tutta la sua delicatezza, racconta la morte del papà mentre strappa le erbacce dal giardino che lui amava tanto e indica l’albero di corniolo rosso piantato da lui, albero che è cresciuto a dismisura dopo quel lutto. Cresciuto come una figlia afroamericana determinata a combattere per i diritti delle donne, pronta a scegliersi il proprio futuro e a frequentare un’università che permetta a un’afroamericana “di tirare il fiato dopo tanto tempo passato a trattenerlo”. 
Lena decide a sua volta di frequentare l’Università per costruire qualcosa di solido in una famiglia ormai vaporizzata, e così facendo perde di vista Ivy e Ginger. Quest’ultima è forse la principessa più triste di tutte: educata sentimentalmente secondo la regola “passa da una persona all’altra o sarai in trappola”, Ginger fa i conti con due genitori sfocati sullo schermo come nella vita, avvezzi a ripeterle “fa qualcosa per renderti interessante”. Anche la sorella minore Dusty, sempre chiusa nel suo piccolo guscio, appare più interessante di lei. Così è tempo di frenetici tagli di capelli, ciocche rosa per coprire un viso impaurito, giornate di noia saltando da una festa all’altra sotto la guida di Ivy, scatenata e dominante. Ci sono ragazzi da baciare, droghe da sperimentare e un futuro lasciato nell’angolo nel timore di affrontarlo. “Ho paura che tutti i miei amici vadano avanti e io resti un’amica delle superiori” confessa Ginger mentre gli occhi si fanno umidi.
La promessa del film è che ognuna di queste crisalidi potrà infine spiccare il volo: chi per necessità, in fuga da un ambiente domestico sbagliato, chi per scelta consapevole, chi quasi per errore ma con tutto il coraggio che occorre. Per alcune ci sarà un percorso di studio, per altre il banco di prova del lavoro e per tutte rimarrà quell’incertezza agrodolce a gravitare sul fondo: “Non ho ancora trovato un nome per questo periodo”, dirà Lena in aeroporto, alla vigilia di un viaggio importante; “diciamo che sono al punto di lancio e sto costruendo il razzo che esploderà”.
All this panic riesce a toccare la ragazza rabbiosa, intimorita e disperata che dorme dentro di noi. Parla di amori che sembravano più belli visti da lontano e problemi che sembravano più piccoli fino al giorno prima, di corpi da accettare e pulsioni da tenere per mano, di solitudini perfette che sembrano compagnia.
Di donne che, senza saperlo e senza potergli dare un nome, costruiscono qualcosa che in futuro esploderà.

Maria Silvia Avanzato

Sezione di riferimento: Festival Reportage

​
Scheda tecnica

Anno: 2016
Durata: 80'
Regia: Jenny Gage
Montaggio: Connor Kalista
Fotografia: Tom Betterton
Musiche: Joe Wong, Didier Leplae

0 Comments



Leave a Reply.


    FESTIVAL

    CATEGORIE DELLA SEZIONE

    Tutti
    Abel Ferrara
    Aki Kaurismaki
    Alberto Signetto
    Alex De La Iglesia
    Alfred Hitchcock
    Almas En Juego
    Amnesia
    Amy Winehouse
    Anderswo
    Anna Karina
    Ariane Ascaride
    Ariane Labed
    Bergamo Film Meeting
    Biografilm Festival
    Buster Keaton
    Chaika
    Charlie Chaplin
    Chroniques D'une Cour De Récré
    Cinema Erotico
    Cinema Francese
    Cinemambiente
    Cinema Muto
    Cinema Ritrovato
    Cord
    Courmayeur Noir Festival
    Crying Fist
    Dakota Fanning
    Deep Dark
    Die Saat
    Dirk Bogarde
    Documentari
    Dylan Thomas
    Edgar Reitz
    Elijah Wood
    Erik Gandini
    Fabrizio De André
    Femen
    Festival Cinema Africano
    Festival Del Cinema Europeo
    Festival Di Cannes
    Festival Di Venezia
    Festival Reportage
    Finding Vivian Maier
    Fish & Chips Festival
    France Odeon
    Fritz Lang
    Garnet's Gold
    Giornate Del Cinema Muto
    Go Forth
    Grey Gardens
    Indiecinema
    Ingrid Bergman
    In Uno Stato Libero
    Io Danzerò
    Iris
    I Segreti Di Kabiria
    It Is Not Over Yet
    Jalanan
    Jean Renoir
    Jean Vigo
    Jesse Eisenberg
    John Barrymore
    Joseph Cotten
    Julianne Moore
    Kelly Reichardt
    Korea Film Fest
    Kristen Stewart
    Lab 80
    La Californie
    La Dune
    Léa Seydoux
    Leave To Remain
    Linsday Lohan
    Living
    Love Hard
    Love Hotel
    Lucca Film Festival
    Lucia Puenzo
    Madonna
    Marie Heurtin
    Marlon Brando
    Mathieu Amalric
    Milos Forman
    Modris
    Monica Guerritore
    Montage
    Naciye
    New World
    Niels Arestrup
    Night Moves
    Oliver Stone
    On The Job
    Orlando Festival
    Orson Welles
    Os Maias
    Parasol
    Parfums D'Alger
    Paul Schrader
    Penelope Cruz
    Porno E Libertà
    Ravenna Nightmare Festival
    Rendez-vous
    Robert Guediguian
    Robin Williams
    Ruta De La Luna
    Sacro Gra
    Schnick Schnack Schnuck
    Sguardi Altrove Festival
    Sicilia Queer Filmfest
    Silmatera
    Sion Sono
    Solveig Anspach
    Sophia Loren
    Steven Knight
    Still Alice
    Stray Dogs
    The Canyons
    The Music Of Strangers
    The Sailor
    Toby Jones
    Tokyo Idols
    Torino Film Festival
    Torino Film Lab
    Torino Glbt Festival
    Torino Underground Cine Fest
    Toz Bezi
    Tsai Ming Liang
    Valeria Golino
    Valérie Donzelli
    Victor Fleming
    Vincent Rottiers
    Vittorio De Sica
    Wakolda
    Walking With Red Rhino
    Wedding 93
    Willem Dafoe
    Xavier Dolan
    Zomer - Summer


    ​SEGUICI SULLE NOSTRE PAGINE UFFICIALI
    Immagine
    Immagine

    Feed RSS

Powered by Create your own unique website with customizable templates.