Si chiamano Silvia Beltramolli e Andrea Bazzoli, una coppia che vive in un angolo poco turistico del Trentino. La loro vita è fatta di latte, fumo, paglia, fango e ruota tutta attorno a una fattoria che i ragazzi governano da soli. Pur essendo giovanissimi dimostrano la tempra di esperti fattori, la loro quotidianità è fatta di alzatacce, sono circondati da un grande e faticoso popolo di animali.
All’alba Andrea è impegnato a maneggiare formaggi nel vapore di uno stanzone, mentre a Silvia spetta il compito di sfamare i maiali con un secchio. Li sentiamo mormorare imprecazioni in un dialetto strascicato, li sentiamo vicini e sotto sforzo, determinati, abituati al lavoro schiacciante. I due si rivolgono poche parole e molti sguardi, si scambiano un bacio fuori dalla stalla, viaggiano su sentieri scoscesi a bordo della stessa auto, si affaccendano con il forcone in una distesa di paglia e conoscono bene gli sbalzi d’umore del cielo e i comportamenti degli animali.
Osservare Silvia così da vicino stupisce, è una ragazza gracile ma piena di nervo, di energia, diversa dalle sue coetanee: si misura con le mansioni più ardue senza battere ciglio, unita ad Andrea da una sorta di silenzioso patto, quello che porta due ragazzi giovani più vicini al lavoro della terra che alla discoteca, contando l’uno sull’altra e offrendo al pubblico un limpido esempio di dedizione rurale e talento per la sopravvivenza.
Il paesaggio circostante appare aspro e roccioso, non è un Trentino da cartolina, le montagne gigantesche soffiano venti freddi sulla fattoria e la neve attecchisce al suolo fangoso ricoprendo ogni cosa. È un amore che germoglia a temperature bassissime e che ogni tanto si concede una coccola, un bicchiere di grappa o un attimo di svago al Caval Negher, birreria locale, per una birra e due chiacchiere con gli amici, a volte qualche speranza buttata in una slot machine. Poi di corsa a casa per le poche ore di sonno che precedono un’altra giornata di fatiche.
A sparpagliare le carte in tavola è il desiderio irrefrenabile di Silvia di specializzarsi nel Reining, disciplina di equitazione americana che prevede il controllo del cavallo basandosi sull’uso delle redini. Il suo ingombrante sogno sgomita per trovare spazio nella vita della fattoria e Silvia ritaglia a fatica le occasioni per esercitarsi con il suo cavallo Patou, in un boccone di terra sassosa inadatta allo scopo. Sorgono dunque nella coppia alcune brevi discussioni che spesso scivolano via senza giungere a idee risolutive: la ragazza si dice stanca di fare esercizio su un terreno inadeguato e vorrebbe ampliare i propri orizzonti. “Quella è la terra che abbiamo” risponde Andrea. Fine del discorso.
Ecco allora che la rete tentatrice porta agli occhi di Silvia un’opzione alternativa: c’è una prestigiosa scuola del Texas che in soli sei mesi le garantirebbe notevoli competenze di equitazione. Le basterebbero sei mesi per tornare in Trentino preparata a vincere diversi concorsi. Così si propone come allieva, viene ritenuta idonea e riceve una mail di congratulazioni che si conclude con un incoraggiante “See you in Texas”. Non rimane che parlarne con Andrea.
La scuola texana rappresenta una vera e propria spaccatura fra questi due ragazzi che sino a un attimo prima sono bastati a loro stessi lavorando a testa bassa nelle stalle; l’America è una prospettiva irriverente in quello scenario sempre uguale fatto di ritmi ferrei e di silenzi insistenti. Mentre Andrea riflette e cerca di accettare la novità, Silvia si rinchiude in un magico mondo virtuale che la rende disinteressata alla vita di sempre e proiettata in un futuro di successi.
Starà ad Andrea deglutire l’amaro boccone dell’assenza: accontenterà la sua compagna restando solo nella fattoria impegnativa che ha immaginato per due persone. Il recinto sembrerà di colpo vuoto, i cavalli di Silvia si guarderanno attorno come cercandola e lei partirà nel giorno esatto in cui la scrofa darà alla luce i suoi piccolini, a lungo aspettati e immaginati dai ragazzi.
In questa attesa - assenza ritroviamo i rapporti sentimentali del mondo. Sacrificarsi e rinunciare a qualcosa per amore dell’altro è un duro banco di prova per molti di noi, ci si chiede se Andrea ne sarà capace e si giunge a un personale e silenzioso esame di coscienza. Lasciamo all’altro la libertà che merita per potersi esprimere appieno? Potremmo sopportare un distacco necessario per il bene delle nostre coppie?
Il lavoro di Palmieri, nato quasi per caso da un’idea di D’Attanasio a seguito dell’incontro con i due ragazzi al Caval Negher, riporta in noi dapprima la calma dei tempi che la montagna impone e poi la scossa elettrica della prospettiva americana, che potrebbe segnare un punto di svolta. O di rottura.
In questo lavoro semplice che mette in primo piano i giovanissimi e il coraggio delle loro scelte troviamo spunto per riflessioni personali, veniamo a contatto con gli ostacoli della convivenza, forse addirittura della “coesistenza” come persone innamorate l’una dell’altra eppure divise dagli obiettivi personali diversi. Silenziosa e rincuorante è l’idea che l’amore, infine, sappia attendere e preparare il terreno sul quale un giorno si erigeranno i nostri sogni.
Silvia e Andrea, ospiti di Biografilm, sono presenti in sala e uniti come sullo schermo. Ammettono con timidezza ai microfoni: “abbiamo rinunciato al pernottamento offerto dal Festival, ci rimettiamo subito in auto per tornare a casa”.
Gli animali li aspettano; è la vita che hanno scelto.
Maria Silvia Avanzato
Sezione di riferimento: Festival Reportage
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Scheda tecnica
Anno: 2016
Durata: 80'
Regia: Vito Palmieri
Sceneggiatura: Vito Palmieri, Vanessa Picciarelli, Francesco Niccolai
Fotografia: Michele D'Attanasio
Montaggio: Paolo Marzoni Paolo, Corrado Iuvara