Paul Johnson è un marinaio. Ha girato il mondo a bordo della sua barca a vela, attraversando più e più volte l’Oceano Atlantico e raggiungendo persino territori inesplorati. Ora ha 80 anni, un fisico fiaccato dalla vita avventurosa e dagli eccessi alcolici, eppure non rinuncia in alcun modo alla sua indipendenza. Nonostante l’età avanzata e i movimenti faticosi, trascorre quasi interamente il suo tempo da solo, sulla barca, unica possibile casa per un uomo che non ha mai voluto restare troppo a lungo sulla terraferma, preferendo l’immensità del mare e la bellezza dell’autonomia decisionale. Ancorato al largo di Carriacou, isola nei Caraibi del sud, il protagonista si lascia cullare dal blu del panorama, passa le giornate rimembrando tanti episodi di tempi lontani, sorseggia ampi quantitativi di vodka, birra e rhum, nutre gli uccelli che volano lì attorno e scende a riva solo saltuariamente, per andare in un piccolo supermercato e procurarsi il minimo indispensabile. È solo, ma non del tutto: alcune persone del posto lo aiutano in termini pratici, si occupano della sostituzione del motore rotto, lo trainano verso ripari sicuri se il meteo prevede tempesta, gli regalano un abbraccio o una chiacchierata di tanto in tanto: il loro sostegno è genuino, non prevede nulla in cambio e non intacca il sostanziale eremitismo di un condottiero che non rimpiange affatto il modo in cui ha scelto di condurre il suo percorso esistenziale.
La figura di Johnson guida e raccoglie tutto il significato di The Sailor, lavoro emozionante per come riesce a farci penetrare negli occhi di questo vecchio girovago che dichiara con orgoglio: "non ho mai voluto dipendere da nessun altro al di fuori di me stesso". I suoi racconti spaziano dalle donne che ha avuto ("le ho amate tutte disperatamente") al dolore per la prematura scomparsa della sorella gemella, dalla fierezza per le barche innovative che nel tempo ha costruito (poi copiate a livello internazionale) alle storie di naufragi da cui ogni volta è riuscito a riemergere, da momenti di commozione quando guarda foto di persone perdute ad attimi di puro e idilliaco silenzio dolcemente accompagnati dal rollio e dai suoni del mare. La regista e il direttore della fotografia Martin Jurči lo filmano in disparte, senza prevaricarlo né dialogare direttamente con lui; il montaggio lascia fluire immagini e voce fuori campo (dello stesso Johnson), trasportandoci in un mini-universo ebbro, errante ma in fondo anche protettivo, nel quale l’attesa della morte non comporta paura, bensì pace e consapevolezza di aver consumato l’esistenza secondo i propri desideri.
Il marinaio conferma il suo status di alfiere del rifiuto all’oppressione sociale in ogni particolare: non indossa mai le scarpe nemmeno quando si reca sulla terraferma, cammina a piedi nudi anche al supermercato, sull’asfalto o in mezzo alle pozzanghere, non vede nessuna ragione per la quale dovrebbe smettere di bere, stigmatizza il "fottuto internet" e altre diavolerie del commercio e della modernità, senza per questo ergersi a eroe. La sua semplicità d’intenti ce lo fa amare senza sforzo, così come i suoi occhi non del tutto lucidi ma sinceri. Al contempo restiamo colpiti dai gesti di umana solidarietà nei suoi confronti, una solidarietà vera, concreta, non fasulla e artefatta come quella a cui troppo spesso assistiamo, in questo periodo più che mai.
The Sailor è un vero inno alla libertà, declamato piano, sottovoce, senza bisogno di affastellamenti visivi e altisonanti sollecitazioni. Un'opera limpida, come le acque su cui respirano le stanche membra di un uomo che a testa alta si prepara ad affrontare il suo ultimo viaggio.
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: Festival Reportage
Link per la visione integrale del film su Youtube con sottotitoli in inglese e per il making of del documentario.
Scheda tecnica
Titolo originale: The Sailor
Anno: 2021
Regia e sceneggiatura: Lucia Kašová
Musiche: Martin Turcan
Fotografia: Martin Jurci
Montaggio: Roman Kelemen
Durata: 78’