Per gli amanti del primo cinema, “Il cinema ambulante ritrovato”: due serate all'aperto per una selezione di film proiettati con un vecchio apparecchio, alimentato a carboni, che ha suscitato interesse. I brevi film visti - comici, drammatici, colorati a pochoir - vengono dal fondo del teatro ambulante Morieux, ritrovato in Belgio: manifesti (alcuni, splendidi, sono visibili fino al 31 agosto in Sala Borsa), film Pathé e Gaumont delle origini in buone condizioni, proiettori e altro.
I film Mutual (1916-17) di Charlie Chaplin restaurati hanno aperto alcune proiezioni in piazza Maggiore, in cui la prima sera si è vista la godibilissima Carmen di Cecil B. DeMille con la partitura originale poderosamente eseguita dell'orchestra di Timothy Brock. È seguita la parodia Burlesque on Carmen, ricostruita (il film fu assemblato “alle spalle” dell'attore-regista), non tra i Chaplin migliori.
La sezione “La guerra è vicina: 1938-1939” ha presentato una serie di film che evocano paure del periodo, come Tutto finisce all'alba di Max Ophüls, dramma su una donna che finge di essere ciò che non è per un uomo (peccato la traduzione in oversound, per questo e altri film sonori).
È proseguita la sezione sul Cinemascope europeo, con tra gli altri il bellissimo I disperati di Sandor di Miklós Jancsó, intensa e ben studiata sinfonia, condotta con una camera fluida, di volti, menzogne e viltà tra vittime e carnefici, tra potere e popolo, tutto in un campo di prigionia e dintorni.
Nell'omaggio a Vittorio De Sica, il figlio Manuel ha presentato il noto La porta del cielo, che acusticamente porta i segni di una lavorazione difficile e con gli ultimi dieci minuti in chiesa troppo imbevuti di religiosità (sebbene “di comodo”, secondo Manuel De Sica: Zavattini era laico). Omaggio anche per Burt Lancaster, con Vera Cruz di Aldrich e l'appena restaurato Un uomo a nudo di Frank Perry, presentato dalla figlia Joanna che ha ricordato come il padre avesse dovuto prendere lezioni di nuoto (The Swimmer è il titolo originale) per impersonare il protagonista, che compie un percorso di piscine altrui per arrivare a casa. Il film colpisce per la progessione drammatica che gira il coltello nella solitudine e nel passato del protagonista, sebbene ecceda nel finale.
Per “Ritrovati e restaurati”, il documentario-omaggio a una città Études sur Paris di André Sauvage, Giorno di festa e il corto Soigne ton gauche di Jacques Tati, Il temerario di Nicholas Ray, Falstaff (questi ultimi tre in piazza), il restauro del bel Delitto in pieno sole di René Clément. Anouk Aimée, che avrebbe dovuto presentare L'amante perduta di Jacques Demy, ha dato forfait mentre Agnès Varda ha introdotto l'esordio La pointe courte (per “Cinemalibero”).
Se la proiezione della versione 3D di Delitto perfetto non è andata bene, Alfred Hitchcock è stato omaggiato con i suoi film muti, da The Pleasure Garden a Blackmail, restaurati dal British Film Institute e proiettati in pellicola, ribadendo l'importanza della sua sopravvivenza. Vi si riconosce un regista già maturo, capace di invenzioni e momenti non indegni dei suoi film più famosi.
L'ampio, tradizionale omaggio a un cineasta Usa è toccato ad Allan Dwan: dai muti al bel La campana ha suonato, western di denuncia del maccartismo (l'antagonista, che accusa arbitrariamente il protagonista, si chiama... McCarthy) e del conformismo, chiaro nel contenuto civile e sicuro come spettacolo, compreso un bel carrello che accompagna il protagonista in fuga.
Interessanti i film cechi della sezione “L'emulsione conta: Orwo e Nová Vlna (1963-1968)”, appartenenti a un periodo in cui nel paese si sperimentava con le pellicole. Perlopiù proiettati in copie d'epoca dignitose (a parte il notevole Un sacco di pulci, ambientato in un collegio femminile dal punto di vista di una delle ragazze, restaurato), si sono visti Le margheritine, che con stile esplosivo critica il consumismo, mettendo in scena due ragazze libere dedite a giocare con gli uomini e mangiare o sprecare cibo (al grido di “A chi importa?” e “Se il mondo è marcio, siamo marce anche noi!”), il favolistico Un giorno un gatto, che pare un film Disney più maturo, e il cult-western demenziale Lemonade Joe, con un pistolero che beve solo limonata.
Non è tutto, ma è impossibile essere esaustivi: “Il cinema ritrovato” si conferma sempre più un appuntamento irrinunciabile per ogni appassionato che voglia approfondire la storia del cinema, e vedere o rivedere classici sul grande schermo. Se ci vai, ci torni.
Alessio Vacchi
Sezione di riferimento: Festival