A volte accade. Per fortuna. E quando succede, l’incantesimo del cinema si sprigiona e conquista.
La premessa riassume in poche parole le sensazioni scaturite dalla visione di The Ballad of Wallis Island, prodotto britannico diretto da James Griffiths, ispirato al cortometraggio del 2007 The One and Only Herb McGwyer Plays Wallis Island e accolto dagli applausi all’ultimo Sundance Festival.
Siamo sulle coste del Galles. Lo stralunato Charles da anni vive solo in un’isola lontana da tutto, accompagnato dai ricordi di un amore perduto e dalle canzoni della sua band di culto, il duo McGwyer Mortimer. In passato aveva vinto alla lotteria, aveva viaggiato per il mondo e sperperato il malloppo. Poi incredibilmente ha vinto di nuovo, e con i soldi si è comprato una grande casa dove trascorre il suo tempo, senza contatti umani al di fuori di brevi conversazioni impacciate con la proprietaria dell’unico negozio in loco. Stavolta comunque la pecunia non si è esaurita; gliene avanza. E allora, ecco il sogno da realizzare: portare sull’isola Herb e Nell, cioè McGwyer e Mortimer, e pagarli a peso d’oro affinché diano un concerto speciale, per una platea composta da un numero preciso di spettatori: uno. Lui. Il duo (che tale era nella musica e nella vita) si è però sciolto, Nell si è sposata e ha abbandonato la carriera artistica, Herb sta tentando la strada solista e arriva a Wallis Island ignaro del fatto che sta per giungere sul posto anche la ex compagna. La non voluta reunion provocherà tensioni, discussioni, rifiuti, riavvicinamenti, mentre Charles tenterà di portare a termine il bizzarro progetto.
Una ballata. Nel titolo e nei fatti. Ecco di cosa stiamo parlando. Una ballata dolce, soave, eccentrica come il suo protagonista. Una lunga canzone narrativa e scenografica nella quale la commedia e il dramma, l’ironia e la malinconia danzano a braccetto, lasciando fluire con mirabile compostezza risate e occhi lucidi; senza soluzione di continuità, come in una suite di 100 minuti dove ogni nota che appare sullo spartito sa di giusto e suona bene.
Non si sta facendo l’esegesi di un capolavoro di scrittura, sia ben chiaro. Nel film di Griffiths (girato in appena 18 giorni a Carmarthenshire) non ci sono squillanti originalità stilistiche o descrittive da segnalare. Anzi, molti risvolti della trama risultano finanche schematici e scontati.
Ma c’è qualcosa, nell’aria. Qualcosa di speciale. Tra le onde e una chitarra. Una barchetta da cui scaricare i bagagli con le gambe nell’acqua e due voci intorno a un tavolo. Una lanterna cinese per far volare intimi pensieri da affidare al cielo e un campo da tennis dove Charles sfoggia insonspettabili abilità in battuta poiché «è da 6 anni che non ho nessuno con cui giocare, quindi ho potuto allenarmi unicamente sul servizio». C’è proprio lui, Charles (Tim Key), con i suoi comportamenti assurdi, la sua logorrea insopportabile (derivata dalla necessità di recuperare i lunghi giorni trascorsi a chiacchierare con il silenzio), i continui calembour e giochi di parole, le battute caustiche e i commenti fuoriluogo, la bambinesca goffaggine e le espressioni da orsacchiotto spaurito. E poi Herb (Tom Basden, anche autore dei brani che compongono la colonna sonora), per il quale i sentieri della gloria sembrano ormai dietro le spalle, spaesato dalla situazione surreale e sconvolto nel ritrovarsi davanti Nell (un’incantevole Carey Mulligan), verso la quale esiste ancora un sentimento acuto, messo a tacere dalle circostanze della vita eppure pronto a esondare in un istante.
L’ex duo diventa così in qualche strano modo trio, i cui membri scambiano sguardi, prospettive, traiettorie, fughe e ritorni. Sullo sfondo il mare, e la nostalgia. Verso chi non è più lì. Perlomeno fisicamente. Destino maledetto. La perdita nefasta da cui trarre consolazione sapendo che un addio realmente tale non è, poiché chi abbiamo amato rimane. Pur in forma diversa. Ancora e sempre. Con l’omaggio senza fine al passato e una piccola via aperta al futuro.
The Ballad of Wallis Island non gode di sontuosi budget ultra milionari. Non ha effetti speciali eccitanti, non costruisce impalcature ciclopiche atte a scatenare il pubblico ed esaltare la critica per ottenere mirabolanti giudizi. Nulla di tutto questo. Qui sul piatto ci sono semplicità, toni bassi e melodie folk che scaldano l’anima, alla stregua di un falò in spiaggia.
Un film da vedere e da ascoltare. Nella gioia e nel dolore. Tra una lacrima e un sorriso. La poesia e la magia.
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: Extra
Scheda tecnica
Regia: James Griffiths
Sceneggiatura: Tom Basden, Tim Key
Fotografia: G. Magni Ágústsson
Montaggio: Quin Williams
Musiche: Adem Ilhan
Durata: 100’
Anno: 2025
Attori: Tom Basden, Tim Key, Carey Mulligan, Sian Clifford, Akemnji Ndifornyen

























































































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