Scopre così che la vita di Nawal Marwan (Lubna Azabal) è stata marchiata a fuoco, con cicatrici indelebili, dalla devastante guerra civile che ha straziato il suo Paese a partire dalla metà degli anni Settanta. Un destino che la accomuna a chiunque abbia conosciuto quella sanguinosa fase storica. Jeanne si rivolge dunque ai sopravvissuti. Le persone che incontra preferiscono non parlare della guerra, alcuni fingono di non ricordare, ma la terribile realtà lentamente emerge in superficie.
Jeanne viene a sapere che la madre, dopo aver ucciso un leader politico di religione cristiana, è stata arrestata e imprigionata per quindici anni nel famigerato carcere di Kfar Ryat, dove è stata torturata e violentata da Abou Tarek (Abdelghafour Elaaziz), dal quale ha avuto un figlio. Annientata e incapace di proseguire le indagini senza il sostegno del fratello, lo supplica di raggiungerla. Questi, in compagnia del notaio Jean (Rémy Girard), vola quindi in Libano. Toccherà proprio a Simon svelare il mostruoso segreto che Nawal ha deciso di confessare loro soltanto dopo la sua morte.
Presentato alle Giornate degli Autori del Festival di Venezia nel 2010 e candidato all'Oscar come miglior film straniero nel 2011, Incendies (La donna che canta nella versione italiana) è il quarto lungometraggio di Denis Villeneuve. Il soggetto è tratto dall'omonimo dramma di Wajdi Mouawad (regista, attore teatrale e scrittore di origine libanese stabilitosi in Canada), che si è a sua volta ispirato a fatti veramente accaduti e in particolare alla vita dell'attivista Souha Fawaz Bechara, coinvolta nell'attentato al generale dell'Esercito del Libano del Sud Antoine Lahad.
Attraverso una narrazione a volte poco rigorosa a causa dell'uso massiccio di flashback, Villeneuve racconta una pagina dolorosa dell'intricatissima storia recente del Medio Oriente (e lo spettatore a digiuno della materia faticherà a comprendere lo sviluppo della vicenda). La tragedia di Nawal, la prigioniera numero 72, è simile a quella di ogni individuo proveniente da zone di guerra. Il suo dramma rappresenta la pena inflitta a milioni di innocenti, alla quale però Villeneuve contrappone lo sguardo carico d'odio del bambino soldato che compare nelle prime inquadrature; una vittima, inizialmente, che potrà tuttavia trasformarsi in carnefice. Non mancano infatti scene agghiaccianti di torture e violenze, di cui troveremo traccia anche nei seguenti lavori del regista canadese, Prisoners e Sicario. Non a caso la donna del titolo è Nawal, che dalla sua cella canta a voce alta per non sentire le urla delle altre prigioniere stuprate e torturate.
Nonostante le atrocità di cui è capace l'essere umano, Nawal affida comunque ai figli un messaggio d'amore, unico sentimento in grado di spezzare la catena dell'odio.
Serena Casagrande
Sezione di riferimento: Extra
Scheda tecnica
Titolo originale: Incendies
Anno: 2010
Regia: Denis Villeneuve
Sceneggiatura: Denis Villeneuve, Valérie Beaugrand-Champagne.
Fotografia: André Turpin
Durata: 130'
Attori: Lubna Azabal, Mélissa Désormeaux-Poulin, Maxim Gaudette, Rémy Girard, Abdelghafour Elaaziz