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LA PAZZA GIOIA - In cerca d'amore e libertà

19/5/2016

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A Villa Biondi, comunità terapeutica immersa nel verde per donne con disturbi mentali, fa il suo ingresso Donatella. La nuova arrivata, una giovane donna fragile e silenziosa a cui anni addietro è stato tolto l’affidamento del figlio, attira subito l’attenzione di Beatrice, sedicente contessa dalla parlantina inarrestabile, particolarmente insofferente alle regole della piccola comunità. Tra le due, nonostante siano lontanissime per indole ed estrazione sociale, si sviluppa un legame che si tramuterà in amicizia nel corso di una fuga strampalata e rocambolesca, alla disperata ricerca di una gioia davvero difficile da trovare nel mondo che le circonda. 
​
Inizia in modo leggero e brioso La pazza gioia, il nuovo film di Paolo Virzì presentato in questi giorni a Cannes – alla Quinzaine des Réalisateurs – dove è stato accolto da applausi a scena aperta e da una sincera commozione. Nella prima parte si ride a più riprese nell’assistere alla fuga on the road di Donatella e Beatrice, novelle Thelma e Louise in viaggio lungo le strade della Toscana alla ricerca di una felicità da tempo negata ad entrambe. 
La verve comica di Valeria Bruni Tedeschi, istrionica come non mai nei panni di Beatrice, emerge con una forza e un'irruenza davvero contagiose. Il suo personaggio, bizzarro, senza mezze misure e dotato di una loquacità esasperante, è un fiume in piena che travolge tutto e tutti. Sempre colorita nelle sue esternazioni e nei suoi sfoghi, Beatrice possiede una follia contagiosa e irrefrenabile. È lei la “matta vera”, come dice tra sé e sé Donatella, basita e sorpresa dalle mille trovate della compagna di fuga. 
Nella seconda parte la leggerezza e l’ironia si vanno attenuando e irrompe il passato, doloroso e travagliato, di Donatella, ragazza madre a cui è stato sottratto un figlio di pochi mesi dai servizi sociali, malinconica e troppo fragile per il mondo che la circonda. Sul lungomare di Viareggio, al crepuscolo, ha luogo una delle scene più belle e intense del cinema italiano degli ultimi anni. È Micaela Ramazzotti, nei panni di Donatella, a sorprenderci, incantare e commuovere fino alle lacrime – che da qui in avanti scenderanno copiose e abbondanti sino al termine della visione – col suo racconto in prima persona di anni difficili e crudeli, passati ai margini di un mondo che le ha tolto il suo unico scampolo di felicità. 
Donatella è una giovane donna come tante, non certo folle ma dall’indole triste e malinconica. Ha il cuore spezzato, è confusa, non ha speranze o progetti per il futuro, le resta un unico obiettivo e un solo desiderio: poter rivedere il suo bimbo che da qualche anno è stato affidato a una nuova famiglia. Il suo racconto, accompagnato da flashback lancinanti e dolorosissimi, spezza il cuore e toglie il fiato, costringendoci ad assistere al resto del film quasi in apnea. È qui che emerge con forza il grande umanesimo e la profonda sensibilità di un autore come Paolo Virzì, capace di regalarci l’ennesimo gioiello e di aggiungere un nuovo, importante, tassello ad una filmografia altrettanto importante e preziosa, che raramente ha conosciuto passi falsi. 
Scritto dal regista livornese con la complicità di Francesca Archibugi, La pazza gioia riesce ad alternare comicità e commozione e a emozionare con la storia di due solitudini che s’incontrano e che cercano di spronarsi e farsi forza a vicenda. Semplicemente splendide Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi, ben dirette dall'autore, da sempre un maestro nel tirare fuori il meglio dai suoi interpreti. Sono le protagoniste assolute di un altro ritratto al femminile, in questo caso doppio, tratteggiato dal cineasta toscano, che dimostra di possedere una sensibilità di sguardo fuori dal comune e di essere uno dei pochi registi contemporanei di casa nostra  in grado di portare avanti, rielaborandola e aggiornandola, la lezione dei grandi autori della commedia all’italiana. Il suo cinema, sempre in bilico tra risate e lacrime, gioia e dolore, ironia e malinconia, ha saputo catturare i mutamenti della nostra società nel corso degli ultimi vent’anni. Uno sguardo sempre curioso, partecipe, empatico e rispettoso dei personaggi che porta in scena e attraverso i quali ci racconta il nostro paese. 
Si arriva ai titoli di coda appagati ma al contempo provati, felici e tristi insieme, con una sola certezza: d’ora in avanti sarà impossibile non iniziare a piangere sulle note di Senza Fine, l’indimenticabile canzone di Gino Paoli che ricorre più volte nel corso del film. 

Boris Schumacher

Sezione di riferimento: Film al cinema


Scheda Tecnica
​
Titolo originale: La pazza gioia
Regia: Paolo Virzì
Sceneggiatura: Paolo Virzì e Francesca Archibugi
Fotografia: Vladan Radovic
Anno: 2016
Durata: 118’
Interpreti principali: Micaela Ramazzotti, Valeria Bruni Tedeschi, Valentina Carnelutti

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