Per Eric Stanton (Dana Andrews) non vi chiedo di immaginare nulla di diverso: è un agente di stampa fallito che ha preso un pullman condotto a ovest ed è sceso alla fermata sbagliata, non avendo i soldi per proseguire fino a San Francisco. Si infila al Pop’s Eats, ordina da bere e origlia un paio di discorsi: pare che tutto il paese stia cercando Stella, voluttuosa cameriera, ragazzaccia dalle abitudini pericolose che fa girare la testa a baristi, poliziotti e rappresentanti di jukebox. Lei arriva poco dopo, scocciata e ancheggiante, come reduce da una baruffa o da una nottata di bravate: chiede da mangiare e ignora le premure maschili che la circondano, posando svogliatamente lo sguardo sul vagabondo al bancone. Lei è Linda Darnell, l'attrice spesso associata a Sangue e Arena, la Linda che andiamo oggi a riscoprire.
Il volto della Darnell è un ovale morbido dove non affiorano tanti sorrisi quanto espressioni da seduttrice. La sua è una carriera iniziata a forza, dietro le pressioni di una madre disposta a cederla allo star system a costo di spacciare i suoi tredici anni per sedici. Non le riesce difficile essere donna fatale, ammiccare e atteggiarsi; ha le physique du role per farlo: è prorompente come una Hayworth e provocatoria come una Russel, ha un corpo scritto nel noir. Il suo sangue è una miscela di Texas e nativi americani, capelli scuri e grandi occhi intensi; in A Fallen Angel rende giustizia al personaggio più congeniale a lei, l’icona di perdizione.
Stella ruba soldi dalla cassa e ogni sera sale su un’auto diversa, è amorale e conturbante, accumula annoiata i doni dei suoi amanti e quando Eric la seduce, la ragazza non perde tempo: si lascia stringere e baciare, poi lo mette in riga e gli spiega che l’unico modo per averla è sposarla e l’unico modo per sposarla è avere dei soldi.
Frattanto Eric offre consulenza a un impostore che si spaccia per medium locale e così facendo conosce Clara Mills, donna dal pugno di ferro (il ruolo è affidato con profitto alla grande Anne Revere). La temibile signorina Mills vive in una casa con lo spioncino a finestrella e da lì veglia sulla tana che il padre le ha lasciato. Con lei, in quel grazioso nido, c’è la sorella June (Alice Faye, bionda verginale), anch’ella zitella, di carattere meno coriaceo e cuore più tenero rispetto a Clara, destinata per volontà testamentarie paterne a ereditare tutto il patrimonio il giorno delle nozze. Certo, per June non ci sono nozze all’orizzonte, c’è la treccia legata stretta attorno alla testa e gli abiti castigati, le tazze di tè con la sorella e la solitudine di un piccolo mondo romantico dove nessun uomo viene mai a sbirciare. Nessuno, prima dell’arrivo di Eric Stanton.
Quest’ultimo ha un piano diabolico, e più bacia le labbra di Stella più comprende che l’unico modo per sposarla è sposare un’altra donna. Proprio la povera piccola June dalle mani piene d’oro, quella zitella sentimentale che cede senza remore a un corteggiamento impastato di bugie. Sarà sufficiente portarla all’altare, farsi intestare una parte del denaro e poi chiedere un divorzio lampo, per correre da Stella e fare di lei la nuova moglie.
Ma Clara, la sorella chioccia, fiuta da subito il raggiro e non intende perdere di vista lo sconosciuto e ambiguo marito della sorella.
L’intreccio delineato da Otto Preminger è un bell’esperimento di confronto al femminile. Ci sono tre personalità, pianeti lucenti che gravitano nel buio e addirittura sviliscono il ruolo del protagonista maschile. Stanton è una pedina che si muove fra tre regine e ognuna di loro è più uomo di lui. La rigida e intransigente Clara, generale in gonnella che non si lascia prendere in giro. La calda e sensuale Stella, che dagli uomini ha imparato la caccia al piacere e l’indipendenza. Poi la timida June, fragile ma capace di sfoderare un coraggio più autentico di quello del marito, all’occorrenza.
La cosa certa? Una di queste tre donne morirà.
Si può guardare questo film per la fotografia di LaShelle o per la maestria di Preminger, che ha un culto per la tensione e lo dimostra. Ma più ancora per la Darnell, la sua bellezza piena, i suoi modi fatali, il suo stereotipo di esotismo, il bisogno di ricordarla.
Il 10 aprile 1965, dopo che la sua sfavillante carriera era stata prematuramente troncata da un calo di ingaggi cinematografici, la quarantaduenne Linda sedette nel salone della sua casa di Chicago e si mise a guardare in televisione La via delle stelle, film che la vedeva protagonista. Accese una sigaretta, si addormentò, rimase ustionata nel rogo che divampò in casa e morì. Scivolò via dalla vita con un’ultima immagine negli occhi, quella di se stessa sul set.
Maria Silvia Avanzato
Sezione di riferimento: Vintage Collection
Scheda tecnica
Titolo originale: Fallen Angel
Anno: 1945
Durata: 98 min
Regia: Otto Preminger
Sceneggiatura: Marty Holland (romanzo), Harry Kleiner
Montaggio: Harry Reynolds
Musiche: David Raksin
Attori: Dana Andrews, Linda Darnell, Alice Faye, Charles Bickford, Anne Revere, Bruce Cabot, John Carradine