Anche Jim Brewton ( Spencer Tracy ) ha una terra da amare e porta la giovane Lucia, appena diventata sua sposa, a guardare le meraviglie del suo impero. Un mare di erba folta che segue i capricci del vento, in un silenzio magico che ricorda a Brewton una storia antica. “Senti?” chiede alla moglie. La voce dei nativi indiani massacrati per strappare loro la terra, i richiami degli animali e la nenia dei morti. Una visione suggestiva e fredda che turba il sorriso di Lucia.
La sposa ( Katharine Hepburn , un turbine di vitalità e passione) ha lasciato la città contro i consigli del padre per diventare la signora Brewton. Un cognome che mette i brividi nella piccola cittadina che l’ha accolta: il vaccaro Brewton è noto per i suoi modi bruschi e per l’ossessivo attaccamento a quel mare d’erba che il governo gli ha affidato. “Voglio che questa terra rimanga come Dio l’ha voluta” sostiene il padrone di quei campi sterminati, mentre i contadini locali muoiono di fame implorando una striscia coltivabile.
Anche la dimora di Brewton è un grande casermone disadorno circondato da chilometri di un nulla inquietante, quartier generale di guardiani di buoi poco ferrati in buone maniere, diretto dal buffo cuoco Jeff, esperto in ranci spartani.
Ma Lucia è arrivata ed è luce, come vuole il suo nome: nel suo abito bianco, sempre stretta al braccio del marito e persa nei foschi occhi di lui, apporta piccoli miglioramenti a quella casa e a quella vita. Una farfallina che smania per avere compagnia e si adatta poco a poco alla dura vita della moglie del vaccaro, senza ripensamenti, con umiltà e speranza.
Cambiare arredamento, cambiare regole, cambiare persino cuore: Lucia diventa mamma della piccola Isabella (da adulta verrà interpretata dalla sempre graziosa Phyllis Thaxter) e attende i ritorni del marito dal mare d’erba. Sono notti di orologi a pendolo e finestre buie, di mandrie che avanzano sul tappeto d’erba sotto la luna e solitudini spesse, gravose.
Se Lucia ama il marito con tutta se stessa, il paese vorrebbe vedere la sua testa su un piatto: i contadini locali recriminano la propria terra e a rappresentarli c’è l’avvocato Brice Chamberlain ( Melvyn Douglas ) deciso a far trionfare la giustizia e languido, combattuto, emozionato ogni volta che Lucia gli passa accanto, perché la moglie del vaccaro è l’unico vero tesoro che Brewton possa vantare e sono in molti a desiderarla. Il vaccaro è accecato dall’imponenza delle sue terre e Chamberlain ha buone carte da giocare: per Lucia, ben presto, il desiderio di essere amata prevale sulla ragione, e cede all’abbraccio clandestino del peggior nemico del marito.
Una sola notte, dopo una lite con Brewton, una sola notte lontana dal mare d’erba per poi tornare a capo chino dall’amato marito. Una svista breve e confusa, che si conclude con la notizia di un figlio: Lucia, divorata dal rimorso, si prepara a diventare madre una seconda volta e il marito - ignaro di tutto - festeggia l’arrivo di un figlio maschio che crede suo.
Un viaggio doloroso e introspettivo che Elia Kazan condurrà con il pugno di ferro, senza mai allentare le redini. L’amore irragionevole di una donna è in primo piano, assieme al cuore timido che batte sotto la scorza di un rude vaccaro. Il vivido sfondo sociale prende spazio all’interno del loro amore: se Lucia vuole aiutare alcuni amici contadini a ottenere un pezzo di terra, Brewton vorrebbe cacciarli altrove per sempre. La tradizione si respira fortissima in questo dramma tutto America dell’Ottocento e scomodi segreti di paese, senso d’appartenenza alla terra e attaccamento all’idea di un regno spopolato e sacro che diventa soffocante. Brewton è un uomo in piedi al comando di un vasto terreno incantato e intoccabile, gli affetti sono figure sgualcite al suo fianco, i bisbigli del passato sono più forti di ogni parola e lui è l’ottuso cieco che decreterà la rovina di una moglie innamorata.
Centoventitré minuti di sofferto romanticismo, distacchi e ritorni, di parole non dette e di terra. Terra che mormora e comanda, che si impone e maltratta le speranze: Lucia fa l’errore di ingaggiare una guerra personale con quel mare mosso, ogni suo sforzo per soffiare sulle braci dell’amore è vano, la sua colpa diventa una pericolosa chiacchiera di paese e i suoi figli sono prolungamenti del suo patimento. Sciagure e afflizioni in quell’America assetata di sole che segue la lenta andatura delle mandrie e promette ricchezza e benessere ai potenti, sgretolando l’esistenza dei poveri.
Un lavoro incantevole, pregno di sfaccettature drammatiche, sfumature comiche, tenerezze indimenticabili e piccoli colpi di scena struggenti.
Il mio non è certo un mare di lavanda, ma basta chiudere gli occhi per avvertire quei bisbigli misteriosi. Gli stessi che Brewton ha ascoltato troppo a lungo.
Maria Silvia Avanzato
Sezione di riferimento: Vintage Collection
Scheda tecnica
Titolo originale: The Sea of Grass
Anno: 1947
Durata: 123'
Regia: Elia Kazan
Soggetto: Conrad Richter (romanzo)
Sceneggiatura: Marguerite Roberts, Vincent Lawrence
Musiche: Herbert Stothart
Attori: Spencer Tracy, Katharine Hepburn, Robert Walker, Melvyn Douglas