Quello era il mese dell’afa, questo è il mese del freddo. Con i piedi al calduccio e gli occhi ben aperti non ci resta che perderci in un gioiellino firmato da Afred Hitchcock. A tal fine, dobbiamo spostarci tutti a Brandika, ma non affannatevi a localizzarla sulle cartine. Brandika non esiste, è uno scenario freddissimo fatto di lanterne, casupole e piccole locande, definito sin dalle prime scene “uno dei posti più sperduti d’Europa”.
Ci accoglie una locanda, l’idioma sconosciuto del paese e una gran ressa nella hall, mentre il goffo locandiere Boris cerca di trovare una stanza per tutti. Colti di sorpresa da una tormenta di neve, i più disparati turisti inglesi si accalcano nelle antiquate stanze in attesa di prendere un treno e ripartire. “Quando nevica tutto scompare, anche i treni” afferma Boris gesticolando in modo profetico a pochi minuti dall’inizio del film. Ben presto la notte scende sulle comiche vicissitudini dei turisti.
C’è una coppia di noiosi amici londinesi fissati col cricket. C’è la giovane Iris (Margaret Lockwood), splendida fanciulla in procinto di raggiungere il suo “riccone londinese” e sposarlo. Vera nota di colore è poi Gilbert ( Michael Redgrave ), musicista esuberante con la faccia da schiaffi e il sorriso contagioso. Più ombrosa è una coppia di poche parole, amanti clandestini. Vero perno delle scene, tuttavia, è Miss Froy, burrosa e cinguettante governante inglese impersonata da una tenera e irresistibile Dame May Whitty. Mentre un cantore si aggira sotto le finestre intonando una vecchia ballata, la luna fa scintillare il manto nevoso e precipitiamo nel minuscolo paesaggio, ne odoriamo il legno antico, saggiamo il tepore delle vecchie coperte, divoriamo la nostra razione di zuppa. Le luci si spengono su una notte gelida nel paese che non c’è.
L’indomani i turisti si avvicinano all’unico treno superstite diretto a Londra. Mentre la giovane Iris è intenta ad aiutare Miss Froy, un vaso di fiori spinto da un cornicione la colpisce in testa. Salite a bordo, perché il treno per Londra è in partenza e ha in serbo molte altre brutte sorprese per voi.
Fra i ritmici sbuffi della locomotiva, Miss Froy soccorre la futura sposina e fa amicizia con lei. Le due si mettono a chiacchierare nel vagone ristorante. Un pacchetto di tè inglese, il paesaggio innevato che scorre al finestrino, un ambiente raccolto e foderato di velluto dove gli attimi scorrono confortanti. Ci si affeziona a questo treno e a quella cara Miss Froy chiacchierona e gentile; è ciò che avviene anche a Iris, che di lì a poco decide di mettersi comoda sul sedile e prendere sonno. Quando la ragazza si sveglia, nota che il sedile di fronte a lei, dove sedeva Miss Froy intenta a risolvere una sciarada sulla rivista, è vuoto. Qualche occhiata, qualche domanda ai grotteschi compagni di scompartimento, un prestigiatore dall’aria inquietante e la sua lugubre famiglia. Ben presto cresce in Iris l’agitazione. La ragazza si alza e vaga sul treno, rivolge a tutti una domanda che si ritroverà a ripetere spesso: “Dov'è Miss Froy?”.
Già. La signora è scomparsa e da quell’attimo di disattenzione (il tempo di un sonnellino) si dipana un film capace di scuotere e lasciare col fiato sospeso, in un crescendo suggestivo e ben orchestrato dal maestro del brivido.
Ripercorrendo gli istanti passati con la vecchia signora, Iris sta per interrogare i passeggeri uno per uno. Nessuno di loro affermerà di aver visto Miss Froy, alcuni negheranno l’evidenza. C’è chi accusa Iris di aver preso un forte colpo in testa che la porta a sragionare, c’è chi sembra essere invischiato in un complotto, c’è addirittura il legittimo dubbio dello spettatore: la cara governante inglese esisteva realmente o era una visione?
Ad aiutare Iris in questa corsa a perdifiato su e giù per il claustrofobico microcosmo del treno troveremo Gilbert, il musicista sfacciato e buontempone che crede all’impossibile. E forse questo insospettabile eroe romantico inizia a guardare Iris con occhi diversi.
Uno dei lavori minori dell'autore, ma uno dei migliori. Scoppiettante, energico, amaro e comico al tempo stesso, in pieno stile hitchcockiano. Un caotico serraglio di caricature che affollano il treno con i propri capricci, le proprie paure e una notevole quantità di bugie che fanno girare Iris e Gilbert come trottole impazzite. Perfidi trabocchetti e scambi di persona, mentre le tracce del passaggio di Miss Froy alimentano i sospetti dei due giovani detective. Chi ha fatto sparire l’innocua vecchietta? Si può nascondere un corpo a bordo di un treno?
Un dolce e accurato film che punta dritto al finale, senza cali di tensione.
Di tutte le avventure che i treni ci riservano, questa è la più emozionante.
Maria Silvia Avanzato
Sezione di riferimento: Vintage Collection
Scheda tecnica
Titolo originale: The Lady Vanishes
Anno: 1938
Durata: 97'
Regia: Alfred Hitchcock
Sceneggiatura: Sidney Gilliat, Frank Launder (dal romanzo The Wheel Spins di Ethel Lina White)
Fotografia: Jack E. Cox
Musiche: Louis Levy, Charles Williams
Attori: Michael Redgrave, Margaret Lockwood, Dame May Whitty, Paul Lukas, Cecil Parker
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