La pensa così Lester Blaine, il giovane attore che ha appena perso il lavoro perché giudicato “non abbastanza attraente per la parte”. “Voi l’avete mai visto Casanova?” chiede alla severa drammaturga Myra Hudson (Joan Crawford), che l’ha appena fatto licenziare. Eppure quel viso non funziona, non fa tremare una donna, non è da Casanova. Infatti è il viso dell’attore Jack Palance, rimasto sfigurato durante la seconda guerra mondiale e successivamente sottoposto a un intervento chirurgico: i solchi dell’operazione, i lineamenti rimodellati col bisturi e resi molto severi fecero del divo un’icona di malvagità cinematografica.
Ma torniamo in quel teatro dove Lester Blaine ha appena gridato il suo disappunto alla drammaturga in carriera che lo osserva seduta sotto il palco. La famosa e affermata Myra Hudson di lì a poco torna a San Francisco e non immagina che a bordo del treno appena preso ci sia anche quel Lester Blaine che ha fatto licenziare qualche ora prima. Quello che è insorto contro di lei con la durezza del suo volto.
Se la bellezza non gioca a favore di Lester, la parlantina fa di lui un tipo piuttosto interessante: Myra impiega poco a capirlo; ha luogo un fulminante corteggiamento sul treno, fra carte da gioco, cene, confidenze e colte citazioni. Lui è giovane e ha un fascino singolare. Lei è matura, ricca e un po’ annoiata. Sposarsi è doveroso.
Il matrimonio fra i due invade le cronache mondane; i signori Blaine si abbracciano teneramente lungo le scalinate di pietra della casa al mare, bevono dalla stessa coppa nello scintillio dei ricevimenti, si svegliano ubriachi d’amore e ansiosi di scendere in spiaggia per un tuffo. Myra è pazza di lui, risucchiata da una spirale deliziosamente masochistica come spesso richiedono i ruoli della Crawford. A ogni piccola oscillazione del rapporto Myra vede rosso e quando i suoi legali le chiedono di fare testamento non esita a lasciare tutto al novello sposo. Ma qualcosa va immediatamente storto.
C’è un registratore lasciato acceso in una stanza, c’è un malinteso per iscritto, c’è l’aria che si fa pesante mentre un’angelica biondina compare sulla porta di casa: si chiama Irene, ha una dolcezza costruita che farebbe impazzire chiunque; è ambigua, frivola, bella, perché a interpretarla c’è Gloria Grahame, che si difende bene pur dovendosi confrontare con l’immenso talento della Crawford. Una bionda infinitamente scomoda e un viso noto per il maritino Lester Blaine, che ha con lei un antico conto in sospeso. I due, in passato implicati in una serie di truffe, sono stati amanti e complici per troppo tempo: ora Irene è tornata attratta dal profumo del denaro e vuole irretire Lester per riempirsi le tasche di soldi. Lui è d’accordo e le braccia della vecchia fiamma sono una gran liberazione dopo la sua prova recitativa al fianco di una donna ricca, matura, mai realmente amata.
Il piano omicida è pronto, la coppia diabolica c’è, la povera moglie appassionata anche. Ma ora provate a immaginare cosa accadrebbe se quella povera moglie a un passo dalla morte avesse scoperto gli intenti criminali del marito. In che modo potrebbe rispondere a un piano perverso?
La risposta è semplice: con un piano perverso.
Sudden Fear (questo il titolo originale) è il racconto tachicardico di una strategia nera: quella di Lester per uccidere la moglie e quella della moglie per salvarsi la pelle. Sono due piani minuziosi che avanzano di pari passo, mentre Miller si diletta a tratteggiare un’atmosfera concitata e irritante attorno ai due nervosi protagonisti. L’orologio dal pendolo a forma di stella scandisce momenti lunghissimi, il bluff fra i coniugi Blaine è un gioco sul filo del rasoio.
Myra non perde i suoi modi affettati, Lester continua a recitare la parte dell’innamorato, ma fra loro c’è un abisso incolmabile fatto di tragici sospetti. Nottate angoscianti passate sotto le lenzuola a occhi sbarrati, temendo che l’altro avanzi nell’oscurità. Incidenti e sotterfugi. Intrusioni clandestine a casa del nemico. Lancette spostate, biglietti falsi, scatolette dal contenuto pericoloso. Una grande recita spietata da cui nessuno uscirà a testa alta, una guerra fredda senza esclusioni di colpi, un braccio di ferro d’astuzie.
I coniugi Blaine paiono oscuri antenati dei coniugi Roses ma non c’è ombra di ironia nella loro gara a “chi uccide prima l’altro”. C’è il grande contrasto dell’odio che si staglia su ville principesche, lembi di mare in burrasca, caminetti scoppiettanti e raccolti, sterminate camere da letto tutte specchi e drappi di velluto. C’è una vita da rotocalco che fa acqua da tutte la parti e un devoto maritino che vuole leggere alla moglie una sinistra fiaba della buonanotte.
Casanova, bello o brutto che fosse, era certamente uomo d’altra pasta.
Maria Silvia Avanzato
Sezione di riferimento: Vintage Collection
Scheda tecnica
Titolo originale: Sudden Fear
Anno: 1952
Durata: 110'
Regia: David Miller
Sceneggiatura: Robert Smith
Fotografia: Charles B. Lang
Musiche: Elmer Bernstein
Attori: Joan Crawford, Jack Palance, Gloria Grahame, Bruce Bennett, Virginia Huston