Ma Berlioz, Wagner, Beethoven e Rimskij – Korsakov sanno mettere da parte la delicatezza, e il vecchio Charles Richmond ( Ralph Richardson ) si ciba dei loro brani più furiosi. Vive in una principesca dimora londinese, dove le pareti nascondono casse per permettere ai suoni di frastornarlo a ogni ora in filodiffusione.
Quella musica è il prolungamento del suo carattere: un tiranno invalido, spregevole, razzista, scorbutico, prepotente. Lo odierete perché è un mostro, perché la sua musica arrabbiata vi arriverà alle viscere; lo odierete quando vedrete in che modo tratta la servitù. Lo odierete come lo odia suo nipote Anthony, uno Sean Connery all’apice della bellezza, affascinante quanto prodigo e libertino. Fra i due è una continua schermaglia e il resto è musica, pesante come una cappa, soffocante quanto la presenza dell’odioso e ricchissimo imperatore in sedia a rotelle.
Poi, d’improvviso, un adagio.
Si tratta dell’arrivo di una bella infermiera dagli occhi scuri, l’italiana Maria Marcello. Ruolo calzante per una Gina Lollobrigida attraente e procace, che sa come gestire la parte della ragazza del Sud tutta curve e non troppo senno. Maria ha lasciato l’Italia allettata dall’idea di fare qualche soldo a Londra, è castigata in un vestito scuro, ha modi diretti e poco tempo da perdere. Tutto ciò che sa fare è l’infermiera e ci prova anche con il vecchio Richmond, ricevendo in cambio insulti e affronti inaccettabili.
Non crederete che il vecchio tiranno si lasci domare da una spaventata infermiera italiana?
Certo che no, ma il nipote Anthony ha messo gli occhi su di lei e sembra deciso a trattenerla in casa. Sempre sul ciglio di una focosa attrazione i due si osservano e si rincorrono per un po’. Quindi una notte, complice uno spuntino segreto consumato sul letto, l’astuto Anthony svuota il sacco.
Si potrebbe maritare il vecchio zio, e dargli in moglie proprio la bella Maria. Si potrebbe spartire il bottino alla morte del vecchio.
D’altronde è malato, naviga nell’oro e inizia ad avere un debole per la nuova infermiera italiana.
Il piano c’è e il sangue freddo pure; se la Lollobrigida è una gattina seducente e impaurita, Connery è un’irresistibile volpe dagli occhi neri. Un viaggio a Maiorca sullo yacht del vecchio Richmond darà forma alle ingegnose cospirazioni della coppia, e dopo una notte di fuoco con Anthony, Maria andrà riluttante all’altare con Charles.
L’atmosfera è torbida, stagnante e il Fidelio di Beethoven ricorda alla sposina l’importanza della devozione. Ma nemmeno la musica dà sollievo, perché su questa barca si soffoca. Il color legno degli interni, la tappezzeria delle cabine, il registratore del vecchio Richmond, il mare mosso, il personale di bordo, il torrido abbraccio di Maiorca. Si soffoca, specie ora che il vecchio paralitico lascia tutti di stucco rivelando un animo ammansito. L’amore è un tonico per lui. Ora è garbato, quasi timido, remissivo. Davanti alla sua splendida moglie è capace di dichiarazioni e galanterie, tanto che la coscienza di Maria inizia a scalpitare. Avrà fatto la cosa giusta?
Non c’è tempo per chiederselo, perché una mattina il vecchio Charles si fa trovare nel letto, morto.
Questi sono solo alcuni degli elementi che ci terranno piacevolmente appesi allo schermo per una pellicola densa di humour nero, sagace, spietata, enigmatica. Un rebus tutto da risolvere mentre la principesca imbarcazione di Richmond attracca nel porto e la sua incauta moglie studia la parte che dovrà recitare.
Si può veramente ricondurre la salma a casa facendo credere a tutti che il tiranno sia ancora in vita? C’è di mezzo un testamento che scotta, un losco gioco di interessi personali e il peso di promesse pericolose. Si subodora il chiaro epilogo di un tranello ordito sull’onda di una tempestosa passione, probabilmente troppo imperfetto per convincere la puntigliosa polizia londinese.
Connery e la Lollobrigida disputano un’avvincente sfida di tiro alla fune, divenendo padroni dello schermo a ritmo alternato: la donna semplice e seducente, il benestante rampollo dal finissimo fiuto per i raggiri. Entrambi belli, luminosi, sornioni, al massimo del loro fascino, baciati dal sole e da una vera catastrofe noir che smussa i suoi spigoli con un tocco di comicità.
Dearden dirige le musiche divertito e complice, come una silenziosa presenza sul set, un po’ burlone e un po’ spietato, pronto a confonderci.
E se la musica classica ha un noto potere rilassante, La Donna di Paglia indirizzerà ogni sinfonia dritta sui vostri nervi: arriverete a odiare ogni singola nota, mentre il corpo freddo di Richmond vi guarderà compiaciuto – e tuttavia innegabilmente morto - dalla sua poltrona.
Maria Silvia Avanzato
Sezione di riferimento: Vintage Collection
Scheda tecnica
Titolo originale: Woman of Straw
Anno: 1964
Durata: 122 min
Regia: Basil Dearden
Sceneggiatura: Robert Muller, Stanley Mann
Fotografia: Otto Heller
Musiche: Norman Percival
Attori: Gina Lollobrigida, Sean Connery, Ralph Richardson, Alexander Knox
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