Benvenuti nella gotica atmosfera di Tenebre, film per il quale “ho bussato ad ogni porta”. Praticamente introvabile, l’ho cercato con tenacia disumana, anche di fronte a chi ha tagliato corto dicendo “Il migliore di Vidor è Gilda”. Strampalata al pari di mia nonna, che si ostina a sostenere le tesi più impensate (tipo che la mia pelle sia corrosiva e rilasci una sostanza tossica, ciò spiegherebbe la mia tendenza a sdrucire tutti i capi che indosso), mi sono messa sulle tracce di questo ennesimo, minuto gioiello di cinema dal sapore antico. Trionfo di una giovanissima e angosciata Ida Lupino, capolavoro di atmosfere venefiche e pungenti. Tenebre volli e Tenebre furono: una che ha “la pelle tossica” può fare questo e altro.
Allora torniamo dalla signora Fiske, il nostalgico donnone dal passato scintillante che indossa riccioli finti e vive sicura nel suo piccolo nido. Con dita grassocce giustizia il pianoforte e la vita scorre timida e volutamente discreta in una paludosa campagna inglese fatta di “frivole nostalgie di signora”. Per la sua fidata governante Ellen (Ida Lupino), abbozzare un sorriso è decisamente una titanica impresa. Fragile da sembrare trasparente, tutta raccolta nei grandi occhi drammatici, aristocratica decaduta e anni luce dagli antichi sfarzi. Prigioniera di una divisa scura e perennemente capo chino, Ellen svolge le sue mansioni senza nulla chiedere alla vita, mentre la stravagante padrona si ingozza di dolciumi e difende con bruschi rimproveri l’ordine della casa. Ma le dolenti note di quella zuccherosa melodia non tardano ad arrivare. Ellen ha due sorelle, Emily e Louisa, completamente pazze: le due poverette, a quanto pare, si sono appena fatte cacciare dall’appartamento dove vivevano a Londra. L’unica alternativa sembra rinchiuderle in manicomio, ma le due arzille psicopatiche non ne vogliono sapere. Solo Ellen può aiutarle e decide di farlo chiedendo alla signora Fiske se è possibile ospitare le sorelline di Londra “per un paio di giorni”. Ha inizio così un gioco a incastro di situazione grottesche.
Grottesche sono le sorelle (fra le quali spicca una superlativa Elsa Lanchester nel ruolo di Louise): Emily è la vedova svampita e infantile di un marinaio, Louise è burbera e violenta, una gatta selvatica. Se la prima passa le giornate in un allarmante clima da giardino d’infanzia, la seconda ama setacciare la palude riportando a casa orrendi trofei quali uccelli morti coi quali adornare la casa. Così passano ben più di “un paio di giorni”, a casa Fiske, in una nervosa convivenza. Pietosi e teneri sono gli sforzi di Ellen per camuffare la “stranezza” delle nuove inquiline, ma è impossibile darla a bere alla Fiske e quest’ultima finisce per sbottare: le sorelle devono trovarsi un’altra sistemazione e alla svelta. Ellen ha ben altri programmi. Dopo una serie di inutili suppliche, si convince che l’unica cosa da farsi sia chiudere il becco alla Fiske una volta per tutte e lasciare che le sorelline scorrazzino indisturbate in quella graziosa villetta.
Ecco che le Tenebre s’ingrossano come un banco di nebbia: il clima lezioso della piccola dimora inglese viene rimpiazzato dalla certezza che “la signora Fiske sia ancora in casa”, ma fredda, cadavere e murata dentro una parete. Ellen, esasperata assassina, veste i panni della nuova padrona di casa e racconta a tutti che la padrona è partita per un viaggio.
E quando sembra che il piano sia riuscito e nulla più potrà opporsi alla felicità del piccolo (e pazzo) terzetto familiare, qualcosa comincia a scricchiolare. A cominciare da Albert, il nipote perditempo di Ellen e unica voce maschile nel coro, che già una volta ha chiesto alla signora Fiske un prestito di dodici sterline. Quando il giovane si ripresenta alla porta per battere cassa, le cose precipitano. Possibile che la vecchia sia partita all’improvviso? Cosa sta tacendo l’algida zia Ellen? Chi c’è dentro la parete murata di fresco? E cosa nascondono “le sorelline”?
Dopo l’omicidio e il sospetto, entra in scena il ricatto. Il sereno ambiente domestico di fuoco che crepita e vasetti di marmellata si frantuma, Ellen vacilla sotto i colpi sollecitanti del suo ricattatore. Sullo sfondo, una cameriera curiosa, una coppia di suore ficcanaso e - ibrido fra innocenza e frenesia - due “sorelline” molto speciali.
Il consiglio è entrare in quella casa in punta di piedi come un’innocua vecchietta invitata all’ora del tè.
E assicurarsi di uscirne indenni, anche.
Maria Silvia Avanzato
Sezione di riferimento: Vintage Collection
Scheda tecnica
Titolo originale: Ladies in Retirement
Regia: Charles Vidor
Anno: 1941
Sceneggiatura: Garrett Fort, Reginald Denham (dall'omonima pièce teatrale)
Fotografia: George Barnes
Musiche: Ernst Toch
Durata: 91'
Attori principali: Ida Lupino, Evelyn Keyes, Elsa Lanchester