Ebbene, l’indiano sconosciuto non si limita a camminarmi appresso, ma mi parla in continuazione. Si rivolge a me come se mi conoscesse e intavola lunghi monologhi pressoché incomprensibili facendomi sveltire il passo. Così ho temuto l’indiano per giorni e giorni, fin quando non l’ho visto solo, al parco pubblico. E mi sono accorta che l’indiano in questione ha un piccolissimo auricolare nell’orecchio e parla al telefono con qualcuno, mentre passeggia.
D’accordo, ve lo concedo, sono un tipo piuttosto impressionabile. Ma sentirsi seguiti da qualcuno è sempre spaventoso. Specie se una vocina gracchiante alle tue spalle ti promette di ucciderti di lì a qualche giorno.
In una nebbiosa Londra, nella sua pelliccia bianca e col viso da bambina scempiato dal terrore, Kit Preston (Doris Day) fugge correndo dal suo invisibile inseguitore. Giovane, bella, ricca americana sposata a un finanziere britannico e alle prese con la nuova vita londinese: per la frivola Kit è difficile misurarsi con un boia sconosciuto che si muove nelle tenebre e dietro lo scudo della cornetta telefonica. Dentro casa, l’affascinante marito Tony (Rex Harrison), riesce a lenire le sue paure con la promessa di romantici viaggi a Venezia e il patinato, ordinario bon ton inglese prende il sopravvento sul resto. Kit sfoggia cappellini magnifici, gira la città con curiosi occhi da turista e cerca di svagarsi con acquisti sfrenati da mettere sul conto del marito. Inclusa la finissima e provocante vestaglia di pizzo nero “Merletto di mezzanotte”, un capo così sottile e prezioso da sembrare fatto d’aria.
Puntuali, le telefonate minatorie tornano a tormentarla e il suo allegro e polposo sorriso si dilegua. Il misterioso persecutore è di certo un uomo e l’altalena dei sospetti inizia a dondolare: potrebbe essere il bel Brian Younger (John Gavin), direttore dei lavori che interessano un ponteggio lì accanto, o il figliol prodigo di Nora, la governante, sempre a caccia di soldi. Solo l’inquilina del piano di sotto Peggy e la zia Bea Vorman (Myrna Loy) venuta in vista dall’America sembrano creare un sottile filo di alleanza femminile con Kit. Ma non è sufficiente, nella spigolosa Londra delle nebbie imperscrutabili.
Kit, da dolce ed effervescente sposina straniera, muta in una moglie lacrimevole e nevrotica: tenta vanamente di spiegare al marito la natura delle sue paure, ma si riduce a un’icona della fragilità femminile gettata in pasto al pericolo. Nessuno le crede, un preconcetto silenzioso aleggia sui visi di coloro che la circondano. Potrebbe trattarsi di un modo per attirare le attenzioni del marito: niente di più facile per una ragazza viziatella appena arrivata in città.
Così gli uomini attorno a lei assumono via via un profilo più minaccioso. Il telefono continua a squillare promettendo morte e Kit vive sempre sull’orlo del pianto, esasperata.
Se deciderete di seguire le disavventure di questa sposina americana non ancora pronta per diventare una “rosa inglese”, fatelo con l’occhio divertito di chi ama insaporire il giallo con un pizzico di commedia. Presenziano nel film gli elementi di terrore e romanticismo dei romanzi alla Ursula Curtiss, che hanno scritto la storia del mistery al femminile.
Il maschio diventa belva e cacciatore, adombrando completamente il ruolo della giovane, biondissima, spensierata protagonista. Facile credere Kit preda dei nervi scossi, difficile accordarle fiducia. L’uomo è rappresentato come una rude identità criminale, pronta all’attacco, senza cuore. Diversamente è assente ed egoista, o non svela abbastanza del proprio trascorso. La donna, dal canto suo, ha le sembianze della piccola Kit: indossa eleganti cappellini, può curare ogni male con una borsetta nuova, elemosina attenzioni e svanisce come un puntino nel buio della notte, nell’eco di minacce, nell’indifferenza e nella chiusura di una città ostile. Dunque, seguendo la trama deliziosa di questo merletto, sposiamo implicitamente la causa di Kit.
Riuscirà la bionda mogliettina americana a smascherare il suo nero persecutore inglese?
Non vi anticipo nulla, rivelarvi il finale sarebbe crudele.
E poi ho già perso tutta la vostra stima, raccontandovi dell’indiano.
Maria Silvia Avanzato
Sezione di riferimento: Vintage Collection
Scheda tecnica
Titolo originale: Midnight Lace
Anno: 1960
Durata: 108'
Regia: David Miller
Soggetto: Ivan Goff, Ben Roberts
Fotografia: Russell Metty
Musiche: Frank Skinner
Attori: Doris Day, Rex Harrison, John Gavin, Myrna Loy, Roddy McDowall, John Williams