Ma che succede se anni dopo si decide di rinfrescare quelle lacrime antiche, con la certezza di non doversi aspettare niente di nuovo da un melò già visto? Ho condotto l’esperimento con Madame X di David Lowell Rich, che ricordavo accecante di colori e particolarmente doloroso alla visione, per quanto impreziosito da ambientazioni interessanti e scene commoventi sullo sfondo di violente nevicate.
Ricordavo bene.
La nostra storia ha inizio con l’arrivo di un’auto al cospetto di una principesca reggia della buona società americana. Ne scende il procuratore distrettuale Clay Anderson, il volto dell’America rispettabile (John Forsythe) e al suo braccio c’è lei. Bionda, non più giovane, ma non meno bella di sempre: Lana Turner è Holly Parker, la fresca sposina dell’uomo politico.
Sta per entrare nella sua nuova, magnifica casa e incontrare la leonessa di pietra, la melliflua guardiana di casa, sua suocera Estelle (una grande Constance Bennett , qui alla sua ultima comparsa sullo schermo: fu colpita da un aneurisma poco dopo la fine delle riprese). Un uomo, due donne innamorate di lui. La grande dimora nel Connecticut sembra all’improvviso troppo stretta.
Estelle è la silenziosa presenza sullo sfondo dell’intimità della coppia, un invadente consigliere e un sorvegliante instancabile. Holly conosce la sua parte di felicità fra i tendaggi, i tappeti, i saloni e i giganteschi letti a baldacchino della villa, trascorre qualche Natale sereno allacciata al collo del marito, gli dà un figlio e occupa porzioni delle cronache mondane con primi piani sorridenti. Una vita patinata sul punto di sdrucirsi, rivelando i buchi oscuri dell’assenza.
Ma mentre Clay rincorre i propri piani di carriera a spasso per il mondo, Holly è schiacciata dal macigno della solitudine. Sfiorisce e perde ogni entusiasmo, trascorre nottate amare alla finestra seguendo le prodezze della pioggia lungo i vetri. Rifiuta inviti, si chiude nella sua stanza, si attacca al telefono. Poi, una sera, avvolge il suo splendido corpo in una pelliccia e lascia un bacio sulla fronte del suo bambino addormentato: esce a prendersi risate, bicchieri e un po’ di compagnia. Lunghe le assenza del marito, lunghissime le serate di Holly al braccio di un nuovo uomo, Phil Benton (Ricardo Montalban), tutto vane promesse, fascino da perdigiorno e viscidi inviti a ballare.
Ma le danze finiscono al ritorno del marito e Holly realizza che è tempo di abbandonare l’amante che per tanti mesi ha alimentato il fuoco della sua incoscienza. Si precipita da lui nella notte con un foulard calcato sulla testa e parole taglienti sulla punta della lingua, ma al momento del confronto lui reagisce con le cattive. Holly lo colpisce, l’uomo rotola lungo le scale e un attimo dopo è cadavere sul pavimento della stanza d’hotel.
Inorridita, l’adultera fugge dalla scena del delitto e corre a casa, dimenticando il foulard nella stanza. Quel foulard le costerà caro: a trovarlo sarà il detective privato che la suocera ha assoldato per tenere d’occhio la giovane nuora. Con il foulard fra le mani sarà proprio la perfida suocera a dettarle le nuove regole del gioco: la signora Anderson deve annunciare una crociera e perdere la vita in acqua; è l’unico modo per impedire allo scandalo di divampare incenerendo la carriera del marito.
Una morte pianificata e una nuova identità in Svizzera; le viene scelto il nome Elisabeth. A Holly resta il tempo per abbracciare il figlioletto e telefonare al marito fingendosi in procinto di una vacanza.
Dal subdolo ricatto nasce un dramma impetuoso e logorante per i nervi. Le acque del mare si aprono su Holly Parker e si richiudono sui suoi capelli biondi; riemerge Elisabeth dai capelli scuri e i treni da prendere nella notte leggendo giornali che annunciano la morte di Holly. La Svizzera di insegne di legno, neve tempestosa, bambini vestiti di lana davanti a una vetrina stipata di dolciumi e passanti distratti è la nuova patria di Elisabeth, ma non c’è nessuna vigilia di Natale, né rifugio dal proprio dolore. Così ha inizio una nuova vita, poi un’altra e un’altra ancora. Holly cambia paese ma resta ancorata al suo cuore distrutto, scende negli inferi della povertà e dell’alcolismo, si disfa come carta in acqua senza possibilità di salvarsi.
Lowell Rich calca la mano sulla disperazione, fotografa una donna senza futuro e ridotta a brandelli dal passato. I colori, i luoghi, le atmosfere di lusso e prigionia alternate a quelle di miseria e pericolo, lo struggimento materno accentuato all’inverosimile, l’amore polverizzato. Il film è un dolce supplizio dall'inizio alla fine.
Esperimento fallito con Madame X. Dopo tanti anni, alla seconda visione, ho pianto forse più della prima volta.
Probabilmente perché è melò vero, persistente, sprezzante del tempo.
Maria Silvia Avanzato
Sezione di riferimento: Vintage Collection
Scheda tecnica
Titolo originale: Madame X
Anno: 1966
Durata: 100'
Regia: David Lowell Rich
Sceneggiatura: Jean Holloway
Fotografia: Russell Metty
Musiche: Frank Skinner
Attori: Lana Turner, John Forsythe, Ricardo Montalban, Constance Bennett, Burgess Meredith, Keir Dullea