Trevelyan ha i minuti contati: occhi azzurri sbarrati, atteggiamento strafottente, l’aria instabile e vulnerabile di Richard Todd . Così è l'uomo che lo stato del Texas sta per spedire alla sedia elettrica, dietro accusa di uxoricidio. Ma la buona stella di Trevelyan compie il suo dovere: il telefono squilla per salvarlo e l’uomo viene rilasciato.
Ora spostiamoci a bordo di un pullman che viaggia spedito nella notte verso la località di El Llano. Shelley Carnes ( Ruth Roman ) scende nella piccola oasi abitata al centro di un deserto caldo e polveroso e cerca una pensione dove pernottare. Attrice teatrale di poca fama, convalescente dopo un periodo di malattia eppure energica e disinvolta, Shelley è diretta al ranch di Tumble Moon. Pregusta la sua breve vacanza, ha voglia di sole, lunghe dormite e pasti sostanziosi. Ma Tumble Moon dista parecchio da El Llano, e Shelley si sistema in una modesta pensione di proprietà dei signori Nolan: coppia anziana e misteriosa, invadente e indiscreta, pronta a farle mille e inspiegabili domande non appena dichiara di essere diretta a Tumble Moon.
A questo punto la curiosità ci divora: qualsiasi cosa si nasconda in quel ranch, deve proprio meritare una visita. Per nostra fortuna, dopo una notte di sonno ristoratore, la bella Shelley è svegliata dalla signora Nolan; le viene data una macchina, una mappa e qualche dritta per raggiungere il ranch. Shelley non perde tempo e si mette in viaggio, ma all’imbrunire un violento temporale irrompe sulla scena e l’auto stenta a risalire la strada fangosa. Meglio fermarsi, meglio attendere l’alba; l’occasione di un giaciglio è data da una vecchia casa all’apparenza abbandonata.
Vi ricordate il nostro buon Trevelyan accusato di uxoricidio e poi rilasciato? Superfluo a dirsi, il giovane vive in quella casa, alla luce incerta delle candele, e si nasconde dalle chiacchiere del paese, fuggendo alla persecuzione dei curiosi. La nostra sprovveduta Shelley farà la sua conoscenza e passerà una strana notte di fiammelle tremanti, paure sottintese, porte da chiudere a chiave e sguardi insistenti, languidi.
Un noir che parte ingranando ogni marcia, veloce e diretto, consegnandoci intatti nelle braccia della paura. La notte in quella casa è solo un assaggio della grande sciagura in arrivo. Tumble Moon non è ancora stato raggiunto. Quando finalmente Shelley vi arriva alla luce del giorno, rinfrancata da un pasto frugale offerto dal sinistro Trevelyan, ha la testa invasa dai dubbi e qualche residua, malconcia speranza di riuscire a vivere una vacanza riposante.
Ma anche il sospirato ranch conficcato nel nulla con la sua solida struttura di legno ha in serbo brutte sorprese. Ad abitarlo ci sono solo due persone dai modi schivi: la mascolina Lisa (una Mercedes McCambridge nevrotica) e il fratello storpio di lei (Darryl Hickman, qui nuovamente nei panni dell’adolescente handicappato dopo la suprema prova sostenuta in Femmina Folle di John M. Stahl nel 1945). I due non aspettavano ospiti, il ranch è chiuso ed entrambi hanno un’aria furtiva e sfuggente. Shelley, nella sua freschezza di turista di città venuta a caccia di pace in un deserto rovente, li convince a lasciarla pernottare presso di loro.
I fili della matassa stanno per annodarsi pericolosamente, perché ci sono scheletri nell’armadio per tutti e la caccia a Trevelyan infiamma gli abitanti della cittadina. Tutti vogliono scoprire quale sia il suo rifugio e ognuno, incluso il pastore del posto, avrà molto da svelare sul conto di quell’uomo. Ora Shelley è sola, nel deserto, dopo il suo incontro fatale con un tenebroso omicida: deve decidere se salvare lui o se stessa.
Il fulmine colpisce due volte nello stesso punto? Questo è il dubbio riservato al pubblico. In un caotico susseguirsi di vicende, lo scenario sbiancato ed essenziale del deserto lancia una luce nitida e irritante sui luoghi della tragedia. La bella casa abbandonata al vento dove Trevelyan ha ucciso la moglie è un santuario del sospetto; la stessa splendida moglie morta assume sembianze di dea ammaliatrice nei racconti dei conoscenti, è una Rebecca del deserto.
Come promesso in principio vi svelo il parere di Vidor circa questo film: “un’insalata di cose senza interesse”.
Ho il piacere di trovarmi in disaccordo col grande regista. Un lavoro frenetico, ma capace di buone atmosfere; sorretto da personaggi femminili carismatici e pieni di passione; inquietante al punto giusto, mai scontato e fedele all’anima del Texas, ai suoi riti. Un enigma che tocca con prepotenza il cuore.
Nessuna insalata; solo temporali e seducenti assassini.
Maria Silvia Avanzato
Sezione di riferimento: Vintage Collection
Scheda tecnica
Titolo originale: Lightning Strikes Twice
Regia: King Vidor
Sceneggiatura: Lenore Coffee (dal romanzo A Man Without Friends di Margaret Echard)
Musiche: Max Steiner
Anno: 1951
Durata: 91'
Attori: Richard Todd, Ruth Roman, Mercedes McCambridge, Zachary Scott