Nessuna di queste parole suscita in me simpatia, al contrario. Ho volato due volte in vita mia, la seconda per andare in Germania. La prima, volontariamente lasciata per ultima, per raggiungere Ibiza: avevo diciotto anni, la maturità in tasca e la convinzione di essere immortale. Ogni volta che scendo dall’aereo si può fare la conta dei miei acciacchi, in genere mi perseguitano per giorni rovinandomi in pieno le vacanze. Ma è al cielo che dobbiamo guardare per immaginare lei, Cynthia Darrington, la falena.
Lasciate che ve la presenti.
Immaginiamo una fredda notte londinese e un gruppo di rampolli scapestrati che tentano di passare il tempo. Viene proposta una caccia al tesoro, il cui obiettivo sono due persone: un uomo fedele alla moglie sposato da almeno cinque anni e un donna di più di trent’anni mai stata innamorata. Ricerca impossibile? Al contrario. La giovane Monica (Helene Chandler), frivola e ingenua fanciulla della Londra che conta, ha in mente un uomo fedele e sposato da più di cinque anni. Si tratta del padre di lei, un severo e ineccepibile politico di nome Christopher Strong (Colin Clive). Se Monica si precipita a casa decisa a trascinare suo padre alla festa alle quattro del mattino, il suo innamorato (sposato ma incline alle scappatelle) va a sbattere quasi casualmente contro una bella donna alla guida di un’auto sportiva. Cynthia Darrington, appunto. Famosa aviatrice spericolata troppo impegnata a volare per assecondare i capricci del cuore, e destinata a restare scolpita nella nostra memoria perché interpretata da una vitale e seducente Katharine Hepburn nel fiore degli anni.
In breve i due “rari esemplari” vengono portati alla festa e qui avviene il loro primo, fatale incontro. Per Christopher è l’ultimo giorno da marito fedele e per Chyntia il primo giorno d’amore, quasi per una burla del fato. All’alba saranno sullo stesso aereo, in un volo mattutino e segreto che porterà le loro dita a sfiorarsi e i loro sguardi a rincorrersi in un irresistibile mordi e fuggi.
Abbandonato un preambolo scherzoso il film prende spazio verso una storia di passione dall’intreccio sapientemente calcolato sino all’ultima scena. Gustiamo questa amicizia pericolosa fra l’uomo integerrimo e la bella pilota fiutando il dramma dietro l’angolo. Strong è affidato alla recitazione (in questo caso un po’ debole) di Colin Clive, ma tutta la nostra attenzione è calamitata da Chyntia. Quella Hepburn giovanissima ma già caparbia, tagliata per i ruoli femminili di spicco, a tratti mascolina pur mantenendosi icona d’eleganza. Il film disegna a mano libera attorno a lei, la falena riempie ogni scena scrollando le sue ali d’argento.
Come in un castello di carte, la “solidità incorruttibile” di Strong crolla rovinosamente, mentre la sete di indipendenza tutta femminile di Cynthia cede al richiami del cuore. Un corteggiamento spietato che non teme il passaggio del tempo e riesce a stregare lo spettatore. Sullo sfondo si agitano figure sbiadite come l’ingenua Monica che vede in Cynthia un’amica carissima e la signora Strong (Billie Burke), l’angelo del focolare, incapace di ribellarsi alle angherie del marito.
Doloroso è il profilo di questa moglie tradita, paziente e sottomessa. Certa di aver perso la devozione dell’uomo che ama, è costretta a sopportare l’importuna presenza della nuova fiamma anche durante una breve vacanza. Una tensione spigolosa che sconquassa poco a poco la famiglia Strong, così orgogliosamente british e rigorosamente controllata fino a un attimo prima.
Christopher Strong è pazzo di Cynthia e la bella aviatrice perde ogni pudore, amandolo con la sfrontatezza di una giovane amante che non sa dominare il primo e spiazzante sentimento della sua vita. Inutili sono i tentativi di tornare sulla terra perché questo amore ingiusto ha preso quota, proprio come l’aereo che Cynthia si diverte ad ammaestrare dimostrandosi il tipo di donna che nulla ha da invidiare a un uomo.
È proprio un’altra donna forte a dirigere la scena fotografando la grinta espressiva della Hepburn, ovvero Dorothy Arzner, vera pioniera in gonnella dell’immagine, una delle poche donne regista dell’epoca, sintesi di straordinaria emancipazione e ventata di freschezza negli studi della Paramount. La Arzner decide di firmare con La falena d’argento un film d’amore scandalosamente moderno per il 1933. I personaggi si muovono come nudi al centro di questa storia, dove un amore sensuale e implacabile chiude la bocca ai perbenisti e fa mostra di sé in ogni pericolo, brivido e tentazione. Cristopher è un uomo che si strappa con prepotenza la maschera di marito modello dal viso per mostrare la sua debolezza di uomo, Cynthia è una donna che paga cara la sua impulsività ma lo fa a testa alta e con la consapevolezza di un’eroina, immolandosi per un amore impossibile.
Il volo non è forse pericolo al pari dell’amore?
Lasciamolo però alla falena questo volo, io preferisco tenere i piedi ancorati alla terraferma.
Maria Silvia Avanzato
Sezione di riferimento: Vintage Collection
Scheda tecnica
Titolo originale: Christopher Strong
Anno: 1933
Durata: 78'
Regia: Dorothy Arzner
Soggetto: dal romanzo di Gilbert Frankau
Sceneggiatura: Zoe Akins
Fotografia: Bert Glennon
Montaggio: Arthur Roberts
Attori: Katharine Hepburn, Colin Clive, Billie Burke, Helen Chandler, Ralph Forbes