Possiamo scegliere una sfera di vetro e scivolare al suo interno. Possiamo scegliere fra tutte la più malvagia e ritrovarci a contemplare un viso di donna dipinto. Da quel ritratto e per quella donna, ha inizio un lungo flash back che ci trascina nella cornice deliziosa di una Monte Carlo da cartolina. È il 1913: Ben Chaney, uno spigoloso e ambiguo Barry K. Barnes, sta dipingendo una scena di strada. Quindi si incammina con le sue tele sottobraccio fino a giungere a una gioielleria dove una donna dal vistoso cappellino sta contrattando per far incastonare una rara perla nera su un anello. Chaney non può fare a meno di fissarla. Di lei scopriamo qualcosa, più tardi.
Scopriamo che è felicemente sposata, sta trascorrendo a Monte Carlo la sua luna di miele e si chiama Bedelia: pur godendo della bellezza seducente di una giovanissima Margaret Lockwood, non ama essere fotografata perché “non si sente fotogenica”. Nella stanza d’hotel assieme al marito, Bedelia è distesa sul letto accarezzando un gatto e rivela un temperamento bambino, capriccioso e sornione quanto quello del suo famiglio. Charlie Carrington (Ian Hunter) è il premuroso marito dai modi paterni e nulla può scalfire la spensieratezza di questa coppia innamorata. Ma mentre sorseggiano un drink, c’è un uomo che li tiene d’occhio ed è quel pittore, Chaney, ansioso di conoscerli con un pretesto.
L'artista da subito ricopre la giovane sposa di domande e la infastidisce cercando di farle il ritratto. Impossibile non notare la perla nera alle mani della donna: “è bigiotteria, un gingillo da due soldi che ho comprato a Parigi” spiegherà lei. Ora sappiamo una cosa in più sul conto di Bedelia: è una bugiarda.
Qui, in un sottovuoto perfetto di minute creature animate, la nostra sfera di vetro inizia a scuotersi e quella ridente Monte Carlo sullo sfondo sbiadisce scena dopo scena. Bedelia, via via più sfuggente, non è certamente chi dice di essere e il pittore Chaney lo sa. Potrebbe essere la Madame Du Lac che un passante ritiene di aver riconosciuto in lei? Non ci è dato il tempo di scoprirlo perché il regista capovolge la sfera e lo scenario cambia di colpo.
Ora siamo a casa dei Carrington, in un delizioso anfratto dello Yorkshire. La coppia è appena rientrata dal viaggio di nozze in quella dimora delle meraviglie, tutta camini accesi e divanetti. Il paese, spesso inquadrato dall’esterno durante le nevicate, è una graziosa miniatura inglese dal retrogusto piacevolmente natalizio. Tetti spioventi, campanili e piccole luci accese nel candore del manto nevoso; uno scrigno di morbida e calda sicurezza dove i personaggi fluttuano come figurine ritagliate nella carta, versandosi generose tazze di tè. I cantori annunciano un sereno Natale dagli angoli delle strade; il cenone Natalizio, fra musiche e candele, ha tutto il sapore della tradizione. Bedelia, magnifica statuetta vestita di nero, è un’amorevole padrona di casa pronta ad accogliere i suoi invitati.
Peccato che fra quelli ci sia anche il pittore Chaney, stranamente capitato in quello stesso villaggio per terminare un ritratto, in un cottage poco distante. Naturalmente si tratta del ritratto di Bedelia e l’intento del pittore non è soltanto imprigionarla sulla tela, ma far saltare per aria attraverso un gioco di sottili pressioni psicologiche quel suo coperchio di rispettabilità. Perché Bedelia, la donna che coccola il gatto nella palla di vetro della felicità, è capace di sguardi arcigni, irreprimibili scoppi d’ira e piani perfidi. Bedelia, che colleziona bamboline nel suo piccolo mondo d’oro e di seta, è una grande menzogna costruita a regola d’arte, ma si è premurata di celarlo sotto una cipria color pesca e un nuovo colore di capelli.
Incantevole B-Movie firmato da un ingiustamente poco conosciuto Lance Comfort, questo film respira attraverso i suoi villaggi in miniatura. Con il sottofondo romantico del Natale (e dell’affascinante melodia che i Carrington hanno eletto “musica del loro amore”), colpisce lo spettatore per l’attento dosaggio di tensione. Gli abitanti di queste palle di neve sono sintesi di un dualismo oscuro e l’indagine psicologica è la grande matrigna sullo sfondo. Cosa si nasconde sotto lo smalto brillante della gioia coniugale? Quali demoni si agitano nel corpo di libellula della tormentata Bedelia? Molti più di quelli che possiate immaginare. Basta capovolgere la palla di vetro e il paesaggio assumerà un aspetto nuovo.
Un po’ come quell’eroico negozietto che diffonde un Jingle Bells mentre, poco distante, le auto congestionate fanno delle città una giungla.
Maria Silvia Avanzato
Sezione di riferimento: Vintage Collection
Scheda tecnica
Regia: Lance Comfort
Sceneggiatura: Vera Caspary, Herbert Victor, Isadore Goldsmith (dal racconto di Vera Caspary)
Fotografia: Freddie Young
Montaggio: Michael Truman
Musiche: Hans May
Anno: 1946
Durata: 90'
Attori: Margaret Lockwood, Ian Hunter, Barry K. Barnes , Anne Crawford