Due sorelle stanno attraversando un difficile momento nel loro rapporto, in quanto covano da tempo rancori e incomprensioni mai risolte. Per appianare i contrasti, decidono di trascorrere un piacevole week-end insieme, in un cottage innevato e isolato tra i boschi, in compagnia dei rispettivi mariti e dei figli, tutti di età compresa tra i 5 e gli 8 anni, tranne una ragazza adolescente dall'anima ribelle. All'apparenza, si tratterebbe dunque di una bella e chiassosa festa familiare. Poco dopo la riunione delle due comitive, però, le cose iniziano ad andare nel verso sbagliato. Un misterioso virus si diffonde all’interno del cottage e nel bosco circostante. I bambini si ammalano uno dopo l’altro, e iniziano a essere stranamente aggressivi. Brutti incidenti si susseguono. Ben presto gli adulti devono iniziare una complicata lotta per la sopravvivenza, difendendosi dai furiosi attacchi della loro stessa prole.
In The Children, vincitore del Méliès d'argento al Science+Fiction Festival di Trieste ma mai uscito nelle sale italiane, Shankland sfrutta un coraggioso soggetto di Paul Andrew Williams, per mettere in scena con abilità l’assalto frontale di una covata di bambini dannati che sovrasta i precedessori kinghiani (Grano Rosso Sangue) e tanti altri epigoni recenti (Joshua, Orphan). Il film sconta qualche evidente debito nei confronti di Cabin Fever, oltreché dello spagnolo Ma come si può uccidere un bambino? di Narciso Ibanez Serrador, ma evita ogni deriva consolatoria spingendo sul terreno del realismo più inquietante. Non ci troviamo infatti di fronte ad alieni, possessioni demoniache o entità sovrannaturali: l’unico elemento catalizzatore che provoca l’esplosione della furia omicida da parte dei bimbi è una sorta di non ben spiegata influenza, che si propaga velocemente trascinandoli oltre il ciglio della follia e trasformandoli in subdoli e crudeli assassini senza scrupoli, in una devastante e anticipata perdita dell'innocenza.
The Children funziona in ogni singolo elemento costitutivo: acuta e illuminante la regia, ottimo il montaggio, affascinante la fotografia di Nanu Segal, alto il ritmo, bravi gli attori adulti e terrificanti i bambini, i cui volti scavati e al contempo complici e sadici si stampano nell'occhio dello spettatore insinuando un profondo e fastidioso disagio. Solida la prima parte del film, di ambientazione perlopiù narrativa, quando nel mezzo dell’apparente serenità bastano in realtà un dettaglio sbagliato, un silenzio incarognito, una piccola parola fuori posto, un’espressione dubbiosa, un sorriso fasullo, una battuta mal riuscita, per rendere pesante l’atmosfera e prepararci psicologicamente alla deflagrazione che seguirà. Serratissima invece la seconda parte, quando forse la spettacolarità degli eventi soffoca un po’ la raffinata angoscia che prima vibrava sottopelle. L’incredulità di fronte a ciò a cui si assiste è comunque sufficiente a lasciare senza respiro, e a porre esiziali dilemmi morali sull’opportunità che un genitore possa, in una situazione di estremo pericolo, fare del male al proprio figlio, o debba invece riporre le armi e rassegnarsi al suo destino.
Shakland sradica alcune basilari regole sintattiche del cinema di genere, con scelte piuttosto radicali. I misteriosi incidenti provocati dai bambini a danno degli adulti sono lasciati fuori campo; non li vediamo, ma ne avvertiamo in ogni caso la scioccante intensità. Quando invece sono gli stessi bambini a subire, il tutto avviene senza remore davanti al nostro sguardo, in una sorta di violento e originale controcampo, affinché ognuno di noi possa porsi scomode domande di difficile risoluzione etica.
Così, dall'alto della sua pienezza esecutiva, The Children si impone come uno dei migliori horror degli ultimi anni, lasciando in eredità un senso di malessere che prosegue anche oltre i titoli di coda.
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: Into The Pit
Scheda tecnica
Regia: Tom Shankland
Sceneggiatura: Tom Shankland, Paul Andrew Williams
Attori: Eva Birthistle, Hannah Tointon, Rachel Shelley, Jeremy Sheffield
Musiche: Stephen Hilton
Fotografia: Nanu Segal
Montaggio: Tim Murrell
Anno: 2008
Durata: 85'