Presentato lo scorso anno a Venezia ma ancora in attesa di una distribuzione italiana, Burying the ex è una commedia horror impregnata di cinefilia e grande amore per il cinema di serie b, compreso quello italiano degli anni ’60 e ’70, che da sempre contraddistingue e caratterizza la poetica di Dante.
Max, ragazzo placido e mite impiegato in un negozio di articoli e gadget per cultori del genere horror, convive con Evelyn, una ragazza fissata con la cucina vegana e con l’ecologia. I due, fatta eccezione per un’ottima intesa sessuale, hanno davvero poco in comune e Max sente sempre più il bisogno di uscire fuori da un ménage asfittico che lo sta logorando. Quando sembra aver preso il coraggio per affrontare a viso aperto Evelyn accade un fatto tragico che risolve in modo netto e traumatico la situazione. Dopo aver trascorso un brutto periodo Max conosce Olivia, una ragazza bella e simpatica che condivide i suoi stessi interessi, e tra i due scatta subito la scintilla. Purtroppo per lui i guai non sono ancora finiti, perché dal suo recente passato riemerge (o forse sarebbe meglio dire risorge) Evelyn, che proprio non ne vuol sapere di uscire dalla sua vita.
Qualcuno ha storto il naso ed è rimasto deluso di fronte all’ultimo lavoro di Joe Dante, senza rendersi conto che rispecchia in pieno il suo percorso cinematografico, diventato un po’ tortuoso e accidentato negli ultimi tempi rispetto agli anni ’80 e ’90, in cui aveva realizzato dei veri e propri gioielli come L’ululato, Gremlins, Salto nel buio e Matinee. Burying the ex, bonaria satira che prende di mira il veganismo nei suoi aspetti più intransigenti e fanatici, riflettendo al contempo sugli effetti deleteri legati alla promessa di un amore eterno, deve essere considerato per quello che è, ovvero un innocuo ma godibile divertissement girato in poche settimane da un autore ben consapevole di avere a disposizione sempre meno mezzi e risorse per i suoi nuovi progetti.
Scritto da Alan Trezza, che per l’occasione ha ripreso – ampliandolo – il soggetto del suo omonimo corto di qualche anno prima che aveva anche diretto, Burying the ex si avvale di diverse trovate ironiche e divertenti, con più di una battuta che arriva puntualmente a segno e rende la visione del film piacevole e scorrevole. A funzionare a dovere è soprattutto il cast femminile, composto da Ashley Greene e Alexandra Daddario, perfette e brillanti nei rispettivi ruoli di Evelyn e Olivia. Non si può dire altrettanto delle controparti maschili, dove accanto a un funzionale Anton Yelchin nel ruolo di Max troviamo come spalla comica Oliver Cooper nei panni dell’invadente fratellastro, una sorta di clone sbiadito e fastidioso di Seth Rogen che sembra uscito fuori da uno dei tanti titoli della factory di Judd Apatow.
Infarcito di rimandi e citazioni cinefile che manderanno in visibilio i fan dei film del genere, a partire dai poster in italiano che campeggiano nella casa di Max (alcuni veri, altri inventati di sana pianta) o dal nome di una delle protagoniste che omaggia apertamente La notte che Evelyn uscì dalla tomba del nostro Emilio P. Miraglia, Burying the ex porta ben impresso il riconoscibilissimo marchio di fabbrica del suo autore, nonostante sia privo della sua ispirazione più caustica, anarchica e corrosiva.
Teniamocelo stretto il “vecchio” Joe Dante, e auguriamogli di cuore di riuscire ancora a realizzare, tra un episodio di una serie tv e l’altra, dove viene impiegato come un mestierante qualsiasi, qualche pellicola ironica e graffiante come quelle che ci hanno accompagnato dalla fine degli anni ’70 ad oggi.
Boris Schumacher
Sezione di riferimento: Into The Pit
Scheda tecnica
Titolo originale: Burying the ex
Regia: Joe Dante
Sceneggiatura: Alan Trezza
Fotografia: Jonathan Hall
Anno: 2014
Durata: 89’
Interpreti principali: Anton Yelchin, Ashley Greene, Alexandra Daddario