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SYNECDOCHE, NEW YORK - Charlie e la catarsi

19/6/2014

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Sineddoche: figura retorica che risulta da un processo psichico e linguistico, e che consiste nel trasferimento di significato da una parola a un’altra in base a una relazione di contiguità.
Caden (Philip Seymour Hoffman) è il filo conduttore di questo percorso di associazioni. È un regista teatrale di successo, ma mai veramente soddisfatto di sé. Ha una moglie pittrice, Adele (Catherine Keener), più devota alla propria arte che alla famiglia, e una figlia, Olive. Caden è ossessionato dalla morte, o dalla caducità della vita. Mette in scena Morte di un commesso viaggiatore e si interroga sulla vecchiaia, sulla vita, sui legami familiari. Basta poi un banale incidente domestico a scatenargli nella mente una serie di dubbi – e di eventi a catena – che sconvolgeranno la sua vita. Artistica, personale, mentale. 
Caden viene abbandonato da Adele e da Olive. Avrà mille altre donne, ma continuerà sempre a cercare il rapporto con Olive, intangibile simbolo di arte che vive (e che muore). Da questo punto si dipanerà l’intera storia, popolata di donne bellissime e insignificanti, comprimari che vorrebbero diventare protagonisti, grandi amori platonici. Il tutto mentre Caden si sforza di realizzare la sua opera definitiva, una pièce teatrale che si sviluppi sul palco, tra gli attori. Una metafora della vita di Caden, che perciò non riesce mai a trovare un epilogo. Nella girandola di solitudine, nella ricerca eterna del senso di sé, il regista che non riesce a dirigere se stesso vaga tra reale e fantasia, vita e finzione da palcoscenico, persone e personaggi. Altro che sospensione dell’incredulità: qui tutto appare reale senza esserlo veramente. 
Charlie Kaufman, sceneggiatore da Oscar (Eternal Sunshine of the Spotless Mind), diventa anche regista per questa sua opera così intimamente originale, così personale. Usa le immagini al posto delle parole, valorizzando l’idea di film come metafora. Synecdoche, New York è un lavoro cervellotico, e non sarebbe questa la novità conoscendo la penna di un autore capace di concepire Essere John Malkovich.
In questo esordio dietro la macchina da presa, tuttavia, il desiderio di libertà creativa o di rottura con gli schemi della narrazione, la voglia di espressione che si fa rappresentazione, è talmente grande che finisce con l’incespicare proprio sull’autocelebrazione. Kaufman non esce fuori dai temi che gli sono congeniali: il doppio (Adaptation) e l’idea di un protagonista sdoppiato che osserva se stesso vivergli accanto, quasi parallelamente; l’amore come ideale (Eternal Sunshine...), il labirinto mentale che può condurre a qualsiasi livello della coscienza (Essere John Malkovich); l’essere altrove, la sospensione tra verità e finzione (ancora Adaptation), quel senso di onirico che pervade ogni scena, ogni parola, ogni scelta.
Questi elementi, però, sembrano avvilupparsi in se stessi e franare nell’autoreferenzialità del proprio autore, che arde dalla voglia di presentare, rappresentare, trasfigurare la propria immagine. Manca forse la capacità di tradurre in immagini il potenziale sulla carta, manca lo spirito di Michel Gondry che fa poesia visiva grazie alle parole. Synecdoche, New York è quindi un film macchinoso e forse compiaciuto. Manca la mano di un regista visionario perché ciò che è nello script esca veramente fuori nella sua bellezza. Il cast di star impreziosisce l’insieme, e di certo è da notare (non senza rimpianto) la performance di Philip Seymour Hoffman, così a suo agio nel cinema indipendente.
Molti i momenti belli, peraltro, insieme con alcune invenzioni poetiche: tatuaggi floreali che sfioriscono così, cadendo dalla pelle, case in fiamme abitate con disinvoltura, il contrasto costante tra palcoscenico e reale, tra arte e vita. Sembra quasi che Charlie – pardon, Caden – cerchi nell’arte la catarsi. E sembra anche che non riesca a trovarla, che si veda condannato a girare nella metafora delle proprie idee, parole, ossessioni, manie, delle proprie lacrime. Sembra. Ma poi, cos’altro è l’arte. E cos’è la vita.

Francesca Borrione

Sezione di riferimento: Film al cinema


Scheda tecnica

Titolo originale: Synecdoche, New York
Interpreti: Philip Seymour Hoffman, Michelle Williams, Dianne Wiest, Catherine Keener, Samantha Morton
Anno: 2008
Regia: Charlie Kaufman
Sceneggiatura: Charlie Kaufman
Uscita italiana: 19 giugno 2014
Durata: 124'

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