Presentato (fuori concorso) all'ultimo festival di Roma, giunge nelle sale il nuovo lavoro di fiction del torinese d'adozione Davide Ferrario. In questi giorni il capoluogo sabaudo è pieno di manifesti del film che porta Torino sugli schermi italiani, come rileva con orgoglio la tagline e che inevitabilmente si riallaccia al fortunato Dopo mezzanotte; questa volta però la distribuzione è a cura della piccola Academy 2.
Di nuovo un triangolo di protagonisti uomo-donna-uomo, anche se questa volta si tratta di amici, ognuno dei quali cerca o cerca di seguire la sua via; di nuovo, ma in misura nettamente minore, il cinema muto, di cui Maria, che sogna di essere attrice, è appassionata; di nuovo l'utilizzo della voice over che, tra citazioni leopardiane e frasi dell'aspirante scrittore Dario, dispensa pillole di senso della vita e torinesità; e di nuovo, appunto, la città piemontese, in cui il film è immerso un po' più estesamente (ma con sconfinamenti) rispetto alla pellicola del 2004, che aveva la Mole come ambientazione principale. Il tutto a partire dal cullante inizio, con la cinepresa che si muove su pezzi di Torino o ne inquadra scorci dall'alto, mentre siamo introdotti al refrain: trattasi di metropoli posta sul 45esimo parallelo, quindi a cavallo tra i due emisferi, dove i suoi abitanti cercano di restare, in senso metaforico, in equilibrio. Collocazione astutamente utile per la cospicua sponsorizzazione del centro commerciale 45° Nord: ma il film è anche, esplicitamente, un veicolo promozionale per il bioparco Zoom, in cui Dario lavora (insegne e loghi delle due strutture, entrambe fuori città, godono di alcune inquadrature ad hoc).
Detto tutto ciò, resta la questione se La luna su Torino sia un lavoro riuscito: purtroppo, si rivela in linea con le non alte aspettative. Ferrario gira un film ancora più lieve, sognante e dolceamaro del predecessore, spingendo al contempo il pedale dell'esistenzialismo: i personaggi vivono tra incertezze (Maria che si chiede se sposarsi o meno) e speranze per il futuro, desideri irrealizzati (il “rapporto carnale” che Ugo vorrebbe avere con qualcuna, meglio se con Maria), tensioni verso un altrove non solo temporale ma anche geografico (a cominciare dai clienti dell'agenzia di viaggi). E serve il tutto con riflessioni più o meno consistenti, che a volte danno l'impressione di ciurlare nel manico.
Il risultato finale è un gradino sotto Dopo mezzanotte. Qui, come là, l'autore non mostra una bella mano per la commedia e, più che là, gira senza convincere, steccando di tono e misura. Non necessariamente di molto, ma abbastanza da far visionare il film con una smorfia di perplessità che qualche volta si muta in gelo (la battuta su D'Annunzio): a parte occasionali gag goliardiche (in un insieme, comunque, sostanzialmente privo di volgarità), si distingue il simpatico guizzo dei pinguini costretti ad ascoltare Radio Radicale.
La colpa è scarsamente addossabile agli interpreti, alle prese con personaggi non ripaganti: soprattutto Ugo, non antipatico, ma improbabile (volutamente? Sì, ma non convince lo stesso) nel suo leggere Leopardi anche mentre è in cucina, improbabile quanto la consolazione forzata che il film gli concede, ovvero finire sotto le coperte con una bella commessa (amica di Maria) che con lui c'azzecca poco. Poteva esserci, forse, un minimo di potenziale da commedia nelle dinamiche di convivenza dei protagonisti, ma con i personaggi si crea scarsa empatia: quelli di Dario e Maria stentano a essere definiti e i tre paiono messi insieme solo per comodità. Se Ugo e Maria, nella sequenza del pranzo a quattro, battibeccano, Dario nel corso del film si fa perlopiù i fatti suoi. A forza di procedere con leggerezza, poi, il film pare quasi slegato, oltre che volatile.
Tra modestissimo divertimento e ben pochi momenti memorabili, La luna su Torino si guarda con interesse assai relativo, non incide e poi si può dimenticare. Se riuscirà a far interessare gli spettatori a Torino e dintorni e muovere un po' di turismo non avrà fallito i suoi scopi, ma non è da mostrare a chi già nutre pregiudizi sul nostro cinema.
Alessio Vacchi
Sezione di riferimento: Film al cinema
Scheda tecnica
Regia e sceneggiatura: Davide Ferrario
Fotografia: Dante Cecchin
Musica: Fabio Barovero
Cast: Walter Leonardi, Manuela Parodi, Eugenio Franceschini, Daria Pascal Attolini
Uscita: 27 marzo 2014
Durata: 90'