In tal senso, Gaudino chiama Valeria Golino a ricoprire un ruolo apparentemente simile a quello sostenuto dall'attrice ne La guerra di Mario, di Antonio Capuano: madre alle prese con una realtà familiare difficile e figli che tendono a fare da ago della bilancia degli equilibri di casa. La performance però è rovesciata di segno: lì l'attrice partenopea sembrava l'unica in grado di afferrare l'instabile energia della dimensione infantile (e dunque fantastica) della realtà interiore, veicolandola nei modi più costruttivi; qui, al contrario, il personaggio di Anna appare preda del movimento centrifugo che, dall'alveo familiare, si espande a questo mondo in perenne oscillazione fra realismo e sua rappresentazione.
Di qui, in caduta libera, Per amor vostro ci offre una realtà stratificata in cui i meccanismi narrativi si intrecciano sul modello fornito da un personaggio che è unico eppure molteplice: moglie, madre, lavoratrice, amante (perché a Napoli nulla è unico, tutto è contemporaneamente anche altro), ma soprattutto martire di una visione personale, inseguita con una pervicacia che è anche perenne voglia di fuga da una realtà apparentemente immobile su quanto è sedimentato (problemi, Storia, tradizioni, valori). Un viaggio di libertà, forse anche ingenuo e velleitario, tra visioni d'infanzia e la necessità di sbarcare il lunario, badare a un figlio non udente e sopportare le angherie del marito.
L'aspetto più interessante di questa confusione fra i vari livelli percettivi è la loro ricaduta sulla struttura linguistica del film, che si apre generosamente a ogni possibile contaminazione, diventando serbatoio di memorie tipiche della tradizione napoletana (ci sono le canzoni neo-melodiche e la sceneggiata, solo per citare due esempi), ma anche racconto di generi più universali: un po' thriller, con le torsioni narrative del segmento finale; un po' storia d'amore contrastata dai doveri del tetto coniugale; un po' racconto larvatamente pasoliniano di una “Mamma Napoli” che ha fatto non a caso gridare ai paragoni con Anna Magnani. E un po' anche qualcosa che rompa il circolo vizioso della memoria immobile: una sorta di nuova via di fuga, fra il fumetto e la cultura del modellare la cartapesta, per la scelta delle divisioni in capitoli, per la divertita contaminazione fra il bianconero dominante nell'inquadratura e gli inserti a colori, in un gusto pindarico della manipolazione dell'immagine che però riverbera sempre il piacere artigianale del fare. Per questo la visualità appare a volte schiettamente rozza; c'è un gusto nell'affastellare i toni e le iconografie che sopravanza la precisione stilistica e la perfezione dell'effetto.
La figura di Valeria Golino diventa così, ancora una volta, la tela privilegiata su cui iscrivere il contrasto e l'eterogeneità delle forze in campo, come già fu in Storia d'amore di Maselli: c'è, naturalmente, ora, una maggiore consapevolezza delle possibilità espressive offerte da una direzione non casuale. Gaudino infatti sa come veicolare i flussi del racconto in modo da ottenere la massima destabilizzazione possibile, all'interno di una struttura narrativa compatta nelle singole parti: con lui la Golino diventa punto di partenza e ambasciatore di una napoletanità espressa attraverso uno sguardo curioso su una città che è, esplicitamente, anche set, dentro e fuori la finzione scenica (Anna, lo si ricorderà, lavora sul set di una soap).
In questo spazio siamo immersi, veicolati dalla natura ondivaga di Anna, che attraversa la realtà senza comprenderla, ma forse per lo stesso motivo ne afferra la magia più particolare, l'illusione, pur con le difficoltà imposte dai ruoli. La musica contemporanea si stempera quindi nei canti d'antan del Quartetto Cetra, il bianconero si contamina ancora di colore e si apre a trasfigurazioni digitali che hanno la visionarietà di certe produzioni di Jan Svankmajer. Ci sono insomma i soldi, le armi, i gioielli che testimoniano un dramma eppure appaiono monili fatui, quasi finti, bigiotteria da bancarella di giocattoli: c'è quindi la necessità e la voglia dei sogni, preceduti e seguiti da una forza del vivere e del raccontare giocando che è pulsante come poche altre volte si è visto nel cinema italiano contemporaneo.
Davide Di Giorgio
Sezioni di riferimento: Film al cinema, Venezia 72
Scheda tecnica
Titolo originale: Per amor vostro
Anno: 2015
Regia: Giuseppe M. Gaudino
Sceneggiatura: Massimo Gaudioso, Giuseppe M. Gaudino, Isabella Sandri e Lina Sarti
Musiche: Epsilon Indi
Durata: 110'
Attori: Valeria Golino, Adriano Giannini, Massimiliano Gallo, Elisabetta Mirra
Fotografia: Matteo Cocco
Uscita al cinema: 17 settembre 2015