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INSIDE OUT - Rivoluzione animata

14/9/2015

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Arriva finalmente sui nostri schermi Inside Out, quando mancano poco più di due mesi all’uscita de Il viaggio di Arlo, il nuovo film della Pixar. Bizzarrie e cortocircuiti della nostra distribuzione, che sceglie di far uscire il penultimo film Pixar con ben tre mesi di ritardo rispetto al resto del mondo. Solo il dato finale del botteghino saprà dirci se questa scelta sarà da considerarsi felice o controproducente. 
Certo è che Inside out arriva nei cinema quando ancora imperversano i Minions, giunto a sua volta con due mesi di ritardo rispetto alla release internazionale; il titolo più visto in Italia nell’anno corrente, l’unico ad oggi ad aver raggiunto i venti milioni di euro. Probabile che questa sovrapposizione nuocerà a entrambi, come inevitabile pegno da pagare alla ferma ostinazione di non distribuire titoli dal forte appeal commerciale durante i mesi estivi.

Riley è una bambina allegra e spensierata di 11 anni. Tutto muta improvvisamente quando si trova a dover cambiare casa e a trasferirsi coi suoi genitori dal Minnesota a San Francisco. Il brusco cambio di vita, unito al passaggio dall’infanzia alla pubertà, sconquassa e sconvolge le sue emozioni primarie, con la gioia, da sempre sentimento predominante nella sua vita, che inizia a dover fare i conti e a convivere con la tristezza, fino ad allora relegata in un angolo e considerata da sempre come una presenza inutile e nociva.

Felici, commossi, estasiati. Non succede poi così spesso di sentirsi appagati e arricchiti al termine di un film. Con Inside Out, presentato con successo all’ultima edizione del festival di Cannes, la Pixar è tornata ai livelli che le competono dopo alcune prove opache e incolori (Cars 2, Ribelle) e un prequel (Monsters University) che non aveva convinto appieno, specie se paragonato al folgorante Monsters & Co. Quest’ultimo era stato ideato e diretto proprio da Pete Docter, co-autore insieme a Ronaldo Del Carmen di Inside Out e artefice qualche anno fa di Up, un altro gioiello animato firmato Pixar.
Alla base del film c’è un’idea geniale e fulminante, ovvero cercare di raffigurare le nostre emozioni. Cosa avviene nella nostra mente? Come reagiamo a livello emotivo agli avvenimenti – piccoli e grandi – della nostra vita? Il nuovo titolo Pixar, stratificato, complesso e denso di significati, sceglie con coraggio di rivolgersi principalmente a un pubblico adulto e a ragazzi di almeno dieci-undici anni, risultando senz’altro più arduo – per quanto concerne i messaggi che vuol comunicare – per i bambini più piccoli, che troveranno comunque il modo di divertirsi ed emozionarsi.
Insieme a Riley, la giovane protagonista, intraprendiamo un viaggio importante che segnerà una tappa fondamentale nel suo – e nel nostro – percorso di crescita. Inside Out ci fa capire quanto siano importanti le emozioni che proviamo ogni giorno, anche quelle che spesso e volentieri cerchiamo di nascondere o ignorare. Sbalorditivo ed epocale che un film d’animazione, per sua natura chiamato o costretto quasi sempre ad allietarci e a distrarci dalle noie e dai malumori del vivere quotidiano, ponga l’accento su un sentimento come la tristezza, destinata a rivelarsi importante e fondamentale nelle vite di ciascuno di noi.
Sì perché non è umanamente possibile sentirsi allegri e felici in qualunque momento. A volte la malinconia e la tristezza sono necessarie, in quanto ci aiutano nel nostro percorso di formazione e arricchimento. Nel crescere ci accorgiamo che la vita è fatta di sfumature e che il dolore fa parte della nostra esistenza tanto quanto (e forse più, purtroppo) la gioia. È bene ripeterlo: il fatto che a dircelo sia un film d’animazione, tra l’altro prodotto dalla Disney, lascia a bocca aperta, ancor più se si considera il modo in cui sceglie di comunicarcelo.

Siamo di fronte a un vero e proprio atto rivoluzionario, racchiuso in un’opera intelligente, emozionante e visivamente stupefacente (basti citare, tra le innumerevoli sequenze memorabili, quella sul “pensiero astratto”). Perfetta e calibrata al millimetro la sceneggiatura, che riesce a districarsi in modo fluido e dinamico tra le diverse dimensioni - il mondo esteriore, quello interiore e la fase onirica – senza accusare mai fasi di stanca o passaggi a vuoto. Forse lo script più complesso e ambizioso di sempre tra quelli partoriti in trent’anni d’attività dallo studio d’animazione del patron John Lasseter, in grado di dosare e alternare i momenti più lievi e brillanti a quelli di maggior spessore e densità drammaturgica.
In novanta minuti Inside Out riesce a far ridere fino alle lacrime ma anche a commuovere a più riprese, senza risultare mai gratuito, furbo o ricattatorio.

Boris Schumacher

Sezioni di riferimento: Film al cinema, Animazione


Scheda tecnica

Titolo originale: Inside Out
Anno: 2015
Regia: Pete Docter, Ronaldo Del Carmen
Sceneggiatura: Pete Docter, Ronaldo Del Carmen
Musiche: Michael Giacchino
Durata: 94’

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