Con Hellboy – The Golden Army invece è come se il cinema di Del Toro si fosse finalmente liberato di un pesante fardello, proclamando il suo autore per quello che oggi ci appare a tutti gli effetti: un regista di immaginari. E dopo alcuni progetti inseguiti e poi abbandonati (Lo Hobbit, Le montagne della follia), Pacific Rim arriva ora a sancire definitivamente la prosecuzione di questo percorso, attraverso un (ri)pensare il cinema fantastico come al luogo di incontro ideale tra molteplici elementi della cultura popolare. Tra immaginari, appunto.
Sulle influenze della pellicola è già stato detto e scritto in abbondanza, sin dalla comparsa in rete del primo trailer: gli appassionati di anime e manga non incontreranno difficoltà a riconoscere i numerosissimi omaggi inseriti all’interno del film, da Go Nagai alla saga di Gundam passando per Neon Genesis Evangelion, così come i conoscitori dei Kaiju- Eiga andranno sicuramente in visibilio per quanto riguarda le creature aliene provenienti dagli abissi. Tutto vero, indubbiamente. Ma il gioco delle citazioni è davvero l’aspetto meno interessante di Pacific Rim, perché ridurre il lavoro di Del Toro al semplice omaggio di uno spettatore appassionato significherebbe perdere di vista la portata globale dell’intero progetto. Progetto che è invece un’operazione di sincretismo culturale perfettamente coerente con quanto iniziato nel 2008 con il già citato The Golden Army: se là i riferimenti riguardavano prevalentemente la narrativa fantastica (da Michael Moorcock a Lovecraft, senza dimenticare il più recente Clive Barker), l’universo qui coinvolto è addirittura più vasto, un metatesto ricchissimo in grado di spaziare dal mondo occidentale a quello orientale.
La citazione, o omaggio che dir si voglia, non rimane mai tale: al contrario, si trasforma ed evolve in motore narrativo, proiettando continuamente il film verso nuovi spunti e nuove mete. Ciò che colpisce maggiormente è la capacità di trasfigurare il racconto in mitologia, al punto che, davvero, non si può che dar ragione a chi ha azzardato analogie con la saga di Star Wars. Come accade nell’universo Lucasiano, infatti, anche Pacific Rim è un grande conglomerato di storie e uomini, piccoli tasselli che vanno a comporre un disegno ben più complesso. Si parte in medias res, e ci si ritrova subito catapultati in un grande romanzo fantastico del quale il film sembra una sorta di controcampo, tanti e tali sono gli aspetti presenti. Come se il cinema non bastasse più, come se la vita (per quanto irreale, fantascientifica, fantastica) manifestasse tutta la propria insofferenza nell’essere racchiusa in due ore di durata.
Ecco, è proprio di questo che avevamo bisogno: di un cinema fantastico ancora in grado di ripristinare la meraviglia primigenia del racconto, attraverso una cura e una qualità di scrittura che è sempre più raro trovare nei prodotti mainstream odierni. Un cinema che non per questo rinuncia alla propria visionarietà, anzi: ma lo sguardo meravigliosamente classico e pacato di Del Toro - a partire dal rifiuto del cinemascope - non cerca mai lo stordimento o il superamento dei confini del visibile (qualsiasi paragone con Michael Bay e i suoi Transformers è quindi assolutamente fuori luogo), riuscendo sempre a contenere le dimensioni titaniche delle sue creature all’interno dell’inquadratura.
Un blockbuster dal cuore analogico, dove la componente umana è sempre in primo piano, e mai relegata sullo sfondo: dalla “connessione neurale” tra i piloti, necessaria per gestire il movimento degli immensi robot da combattimento, fino alla sinergia totale che si instaura tra tutti i paesi del pianeta dinanzi alla minaccia aliena; nonostante le apparenze titaniche, Pacific Rim è quindi innanzitutto un film costruito ad altezza uomo, e per l’uomo. Dove le relazioni interpersonali, le cui dinamiche occupano l’intera parte centrale del racconto, sono il fulcro di una visione del mondo in cui da soli non si è nessuno, e insieme si diventa famiglia.
Giacomo Calzoni
Sezione di riferimento: Film al cinema
Scheda tecnica
Regia: Guillermo Del Toro
Sceneggiatura: Guillermo Del Toro e Travis Beacham
Montaggio: Peter Amundson, John Gilroy
Musiche: Ramin Djawadi
Fotografia: Guillermo Navarro
Anno: 2013
Durata: 131’
Uscita Italiana: 11/07/2013
Interpreti: Charlie Hunnam, Idris Elba, Rinko Kikuchi, Charlie Day, Ron Perlman