
Un uomo, Donato, percorre una strada solitaria in direzione ignota, fin quando, fermatosi sul bordo di una strada, vede una donna di colore, Nora, scalciata fuori da una macchina che riparte in fretta, lasciando la ragazza sul ciglio della via. Tra i due, superato l'imbarazzo iniziale, si instaura un rapporto sempre più profondo che pur avviandosi con lentezza lascia scoprire la realtà intima dei personaggi, e il senso delle loro azioni. Donato, infermiere in un penitenziario, ricostruisce le tappe per arrivare a ottenere il denaro proveniente da una rapina, mentre Nora tenta di sfuggire alla violenza del compagno, ma è costantemente attratta dall'uomo che nel frattempo è in cerca di lei.
In Neve, tutto è ripreso con estrema delicatezza e discrezione, alla quale si aggiunge un forte senso di oppressione e solitudine insito nella realtà circostante, che si riflette negli sguardi fugaci tra l'uomo e la ragazza. Quelle che all'inizio sembrano essere due storie parallele, si mostrano intrecciate fra loro quando scopriamo che il compagno di lei, malavitoso napoletano, è in cerca anch'egli dei soldi della rapina avvenuta tempo prima. Ma Neve procede oltre la ricerca materiale di un bene, proseguendo verso lo smascheramento dei personaggi, portando alla luce con un procedimento ragionato e graduale tutte le lacerazioni e le esperienze del passato, le quali determinano e incidono sul modo con cui essi affrontano gli ostacoli della vita.
È evidente come il regista dedichi particolare importanza ai paesaggi circostanti, rendendoli al tempo stesso luoghi da scoprire ed esplorare ma anche inospitali e pericolosi. L'operazione più significante è comunque quella che ruota intorno alla caratterizzazione dei personaggi, un lavoro mirato con l'obiettivo di raggiungere il momento in cui essi si rivelano per quello che sono veramente.
Donato è un uomo qualunque, proveniente da un realtà difficile e marginale (in linea con il cinema di Incerti); ha l'aria di essere un cattivo, compie delle scelte discutibili che non permettono una facile identificazione tra lui e lo spettatore, fin quando non scopriamo il suo terribile segreto; ma anche in quel caso tutto lo spessore del personaggio risiede proprio in questa sua anima danneggiata. A prova di ciò, abbiamo la splendida interpretazione di Roberto De Francesco (attore che si forma con Toni Servillo, lavorando poi in seguito con Mario Martone), il quale nei momenti più significativi del film si cala nella parte con un naturalezza tipica del grande attore di teatro. Nora (Esther Elisha) è invece una dark lady poco convincente, intrappolata in un malsano rapporto di possessione/sfruttamento con il suo compagno; nonostante questo riesce a trovare un modo per riscattarsi, ma è sempre combattuta, e le scelte che compie risultano indefinite.
Sull'autore napoletano, Ettore Scola ha detto: “È il regista dell'attesa, con lui la tensione cresce in un gesto, in uno sguardo, in un segno”. Forse proprio questa diffusa attesa che pervade Neve è un limite al film stesso, in particolar modo nel finale aperto con cui si conclude. Ma forse l'autore, volutamente o meno, ci mette di fronte a una scelta, lasciando allo spettatore il compito di credere o meno a ciò che vede.
Vincenzo Verderame
Sezione di riferimento: Film al cinema
Scheda tecnica
Titolo originale: Neve
Anno: 2013
Durata: 90'
Regia: Stefano Incerti
Sceneggiatura: Patrick Fogli, Stefano Incerti.
Fotografia: Daria D'Antonio, Pasquale Mari.
Musiche: Francesco Galano.
Attori principali: Roberto De Francesco, Esther Elisha, Massimiliano Gallo.