Mathias (Kevin Kline), newyorkese squattrinato, ha ereditato da suo padre un appartamento a Parigi. Quando però arriva nella capitale francese, si accorge che l’appartamento è ancora occupato da Mathilde (Maggie Smith), una raffinata signora novantenne, e dalla figlia Chloé (Kristin Scott Thomas), iperprotettiva nei suoi confronti. Mathias scopre che l’appartamento è un viager; per la legge francese quindi l’immobile non potrà appartenergli fino alla morte della signora. Oltre a essere squattrinato, Mathias Gold è allo stesso tempo anche orfano e scapolo, un uomo che si è perso e ha coltivato per gran parte della sua vita astio e risentimento nei confronti del ricco padre Max, per lui responsabile del suicidio della madre.
Durante la sua permanenza nell’appartamento e la conoscenza dell’anziana donna, scoprirà che Mathilde è stata innamorata per tutta la vita di suo padre, con cui ha avuto una relazione extraconiugale per anni. Mathias associa a questo fatto l’infelicità della madre, e per questo non riuscirà facilmente ad accettare la rivelazione. La storia di My Old Lady è quindi quella dell’avvicinamento di Mathias a Mathilde, due persone distrutte da una stessa relazione d’amore.
Prima di diventare film, segnando il debutto registico di Israel Horovitz, My Old Lady ha riscosso grande successo al Promenade Theater di New York, dove è stato portato in scena nell’ottobre 2002, per poi accedere alla tournée mondiale in Germania, Russia e, ovviamente, Francia. Anche se, come detto, rappresenta il debutto di Horovitz alla regia, il drammaturgo non è affatto estraneo all’industria cinematografica: è stato infatti autore della sceneggiatura di Fragole e Sangue, vincitore del Premio della Giuria nel 1970 al Festival di Cannes, e ha collaborato alla sceneggiatura del dramma storico Sunshine (’99) che gli è valsa, insieme al suo collaboratore István Szabó, l’European Film Award.
A dispetto della versione teatrale, Horovitz sceglie di semplificare e amplificare al tempo stesso alcuni aspetti della storia. In scena il viager è l’elemento fondamentale, una tradizione vecchia e tipicamente francese che esiste tuttora nel Paese; nel film, sebbene mantenga il suo ruolo da protagonista, è affiancato dall'enormità di Parigi, entità molto più grande della rappresentazione su un palco teatrale.
Maggie Smith, nel ruolo di Mathilde, è stata la prima a essere scritturata, scegliendo la sceneggiatura di My Old Lady tra le 25 che le facevano la corte. La sua è un’interpretazione memorabile: recita a nudo senza trucco né parrucca (forse per la prima volta), creando un personaggio molto diretto e naturale, perché «a novant’anni la discrezione è l’ultima cosa che deve interessarti». Forte di decine d'anni di esperienza in cinema e teatro, con un Oscar vinto per Un pesce di nome Wanda (’88), Kevin Kline affianca la Smith interpretando alla perfezione il ruolo di Mathias Gold; un grandissimo attore che riesce a incarnare alla perfezione il suo ruolo, grazie alla capacità di dare al regista numerose variazioni sul tema (dalla più leggera alla drammatica) preservando sempre la naturalezza e la spontaneità dell’azione. Kline contribuisce inoltre a dare quell’accento tragicomico che il film doveva avere e che raggiunge perfettamente.
Anche Kristin Scott Thomas compie un ottimo lavoro, mantenendo la sua solita eleganza e sensualità anche nei momenti d’isteria. La vediamo dare il volto al personaggio di Chloé, la cui presenza acquista più importanza nella trasposizione cinematografica rispetto all’opera teatrale, in quanto è lei che riesce a centralizzare la nemesi di Mathias e il suo inaspettato sentimento nei confronti di Mathilde.
Un film pieno di umanità, di grande intimità. La storia di un amore e di verità taciute, menzogne obbligate che non riescono più a coprirsi e vengono finalmente a galla, permettendo ai protagonisti di riprendere fiato dopo una vita in apnea.
Beatrice Paris
Sezione di riferimento: Film al cinema
Scheda tecnica
Anno: 2014
Regia: Israel Horovitz
Sceneggiatura: Israel Horovitz
Attori: Maggie Smith, Kevin Kline, Kristin Scott Thomas, Dominique Pinon, Francis Dumaurier
Fotografia: Michel Amathieu
Montaggio: Stephanie Ahn, Jacob Craycroft
Musiche: Mark Orton
Uscita italiana: 20 novembre 2014