All'alba del 2012, dopo oltre 25 anni, lo svedese è finalmente tornato a casa, nella sua Stoccolma, per realizzare L'ipnotista, film tratto dal romanzo omonimo di Lars Kepler (pseudonimo della coppia formata da Alexander e Alexandra Ahndoril), presentato in anteprima italiana lo scorso dicembre al Courmayeur Noir Fest, e ora uscito anche nelle sale. È un lavoro che ricalca stilemi letterario/cinematografici ormai ben consolidati nel recente panorama scandinavo (la trilogia Millennium), seguendo una scia didattica che pur conservando le fascinazioni paesaggistiche e culturali di base, pare aver già esaurito buona parte del suo potenziale.
All'approssimarsi del Natale, un uomo viene ucciso a coltellate in una palestra. Nella stessa notte, quasi tutta la sua famiglia è massacrata allo stesso modo. Sopravvive soltanto il figlio maggiore, Josef, ricoverato in ospedale in gravi condizioni. Il commissario Joona Linna, chiamato a indagare sul caso, chiede l'aiuto del dottor Erik Maria Bark, specializzato in ipnosi, con l'obiettivo di scavare nella mente del ragazzo per estrarre informazioni utili a individuare l'assassino. Erik, reticente all'idea di utilizzare ancora questo metodo, a causa del quale ha avuto seri problemi in passato, è a sua volta alle prese con una situazione familiare delicata e instabile. Nella sua mente si affollano infatti errori che ancora non si è saputo perdonare. Poco alla volta, l'indagine relativa agli omicidi si intreccia con la vita privata di Erik, in particolare nel momento in cui suo figlio scompare.
Film decisamente notturno, ricco di colpi di scena, in contrasto con una regia quadrata e parsimoniosa, L'ipnotista si pone come un compito di scuola, ben eseguito ma nella sostanza limitato da una meccanicità che ne smorza le possibili suggestioni. L'elemento soprannaturale, sovente utilizzato in pellicole adagiate su basi narrative similari, è qui annullato, a vantaggio di una messinscena che cerca di utilizzare i meandri del subconscio per fornire significazioni il più possibile imperniate sulla razionalità; una scelta intrigante, che però in qualche punto traballa rischiando di scivolare oltre i limiti della credibilità.
Scelto il sentiero stilistico da seguire, Hallström prosegue comunque a testa bassa, insieme ai suoi attori dal volto triste (tra cui va citata la sempre affascinante Lena Olin, compagna del regista nella vita), affastellando scoperte e rivelazioni, cambi di prospettiva e segreti inconfessabili, maschere da levare e verità da dichiarare, paure e speranze, dolori e vendette; il tutto sembra però mancare di cuore e sfumature, in nome di una rigorosità sin troppo accentuata. La bellezza dello scenario, immerso tra le nevi del Nord, racchiude lo spettatore in un abbraccio rassicurante, entro il quale, nonostante qualche inserto perfino accostabile all'horror, non si scorgono peraltro sufficienti scosse emozionali. Manca la scintilla, in questa storia di ipnotismi e solitudini, e manca l'empatia. Ciò nonostante, l'impalcatura di riferimento non è priva di acume, e l'autore azzecca quantomeno un finale “ghiacciato” ricco di pathos, per quanto di evidente matrice hollywoodiana.
A conti fatti, si ha l'impressione di un film che avrebbe potuto e dovuto offrire di più, salvo restare invece imbrigliato e invischiato nelle fastidiose catene della forma.
Alessio Gradogna
Sezione di riferimento: Film al cinema
Scheda tecnica
Titolo originale: The Hypnotist
Anno: 2012
Regia: Lasse Hallstrom
Sceneggiatura: Paolo Vacirca e Lasse Hallstrom (dal romanzo di Lars Kepler)
Fotografia: Mattias Montero
Musiche: Oscar Fogelstrom
Durata: 122'
Uscita in Italia: 11/04/2013
Attori principali: Tobias Zilliacus, Mikael Persbrandt, Lena Olin, Helena af Sanderberg.