Kiki, una giovane strega simpatica e carina, raggiunti i 13 anni d’età deve partire da casa per svolgere il suo apprendistato in un’altra città. In compagnia dell’inseparabile Jiji, il suo adorabile e irresistibile gatto nero, inforca la scopa che le ha regalato sua madre per volare fino a Koriko, una grande città bagnata dal mare. La ragazza, superate le prime difficoltà grazie ad una gentile e solare panettiera che le mette a disposizione una stanza sopra il suo negozio, decide di mettere su un’attività di consegne a domicilio da eseguire a cavallo della sua scopa. Per Kiki non è facile ambientarsi nella nuova città e le complicazioni, legate anche ad un’età inquieta e delicata come l’adolescenza, non mancano; la streghetta riuscirà comunque a fronteggiarle con forza, entusiasmo e tenacia.
Se non fossimo a conoscenza del fatto che Kiki consegne a domicilio è un film d’animazione di fine anni ’80, il quarto realizzato e prodotto dallo Studio Ghibli, saremmo pronti a considerarlo come l’ultimo nato partorito dal genio di Miyazaki, per l’innata freschezza che non l’ha fatto invecchiare di un giorno, come accade solo ai grandi classici capaci di rimanere sempre attuali e contemporanei anche a distanza di diversi decenni dalla loro uscita. In questo felice e ispirato romanzo di formazione ritroviamo tutta la poetica del maestro dell’animazione giapponese con le varie tematiche ricorrenti nella sua filmografia, dalla passione per il volo all’attenzione nei confronti dei più giovani, quasi sempre protagonisti assoluti dei suoi film.
La città immaginaria di Koriko in cui è ambientata la vicenda non è plasmata sull’architettura giapponese, ma ha un’evidente ispirazione mitteleuropea della metà del Novecento che ritornerà anche una quindicina d’anni dopo in Il castello errante di Howl. Hayao Miyazaki è infatti da sempre affascinato ed influenzato da paesaggi e scenari europei e in particolar modo da quelli di casa nostra, come ad esempio il piccolo borgo medievale di Calcata da cui ha preso spunto per la costruzione del Museo Ghibli.
Si sente un profondo calore dalle tavole animate dello Studio Ghibli, dal tratto accurato, morbido e fluido dei disegni e dallo splendore dei colori brillanti e luminosi, elementi a cui il celebre studio d’animazione giapponese ci ha piacevolmente abituati nel corso di questi anni. Il commento musicale, lieve e brioso, è affidato al maestro Joe Hisaishi, sodale da sempre di Miyazaki e di un altro cineasta stimato e apprezzato in Occidente come Takeshi Kitano.
Considerata da molti come un’opera minore del regista del Sol Levante, Kiki consegne a domicilio presenta una tale semplicità – tipica dei grandi autori - e una sensibilità di sguardo nei confronti della sua giovane protagonista, alle prese con i primi turbamenti caratteristici di un’età fragile e indefinibile come l’adolescenza e con gli ostacoli da affrontare in un percorso di crescita ed emancipazione, che lo elevano a titolo fondamentale e imprescindibile, vero e proprio manifesto della poetica miyazakiana, pur non possedendo la complessità e l’allegoria di film come Princess Mononoke, La città incantata o Il castello nel cielo.
Boris Schumacher
Sezione di riferimento: Film al cinema
Scheda tecnica
Titolo originale: Majo no takkyûbin
Anno: 1989
Uscita in Italia:24 aprile 2013
Regia: Hayao Miyazaki
Sceneggiatura: Hayao Miyazaki
Fotografia: Shigeo Sugimura
Musiche: Joe Hisaishi
Durata: 103’