Invece qui Raimi è esattamente il personaggio di James Franco, in preda all’estasi e al visibilio mentre nuota in mezzo ad un mare di monete d’oro, proprio come un Paperon de’ Paperoni; Raimi è il burattinaio che non si è mai stancato di giocare con il mezzo Cinema, tanto nelle incursioni horror quanto nelle mega produzioni Hollywoodiane; l’affabulatore e il giocoliere, l’artista e l’artigiano. Non importa se il budget è di 350.000 dollari (tanto costò La casa, nel 1981) o di 215 milioni, come in questo caso; si prenda ad esempio il tanto vituperato Spider Man 3, forse uno dei casi più ludicamente coraggiosi in tal senso: un blockbuster volutamente fallimentare, appunto perché inafferrabile, imprendibile, inclassificabile. E ciò che non vuole rientrare in nessuna categoria, di questi tempi, è visto di cattivo occhio, sempre. Un film in grado di cambiare registro in continuazione e poi crescere, diventare sempre più grande, come l’Uomo Sabbia nelle sequenze finali; dove sembra quasi di scorgere l’ombra di un Godzilla, o di un King Kong, fare capolino ai margini dell’inquadratura. Chi altri, oggigiorno, avrebbe il coraggio di tentare un’impresa simile? Solamente Sam Raimi, appunto.
Il grande e potente Oz è un altro tassello della meravigliosa poetica del suo autore, che non si lascia imbrigliare dalle restrizioni del colosso Disney ma che, anzi, piega in tutto e per tutto il committente al proprio volere di regista demiurgo; quasi fosse un remake in chiave pop del suo L’armata delle tenebre (a sua volta esplicitamente debitore del Mago di Oz originale), Raimi non manca di contraddistinguere il film con i suoi celeberrimi marchi di fabbrica: dalle soggettive impazzite alle accelerazioni da cartone animato, passando per i toni foschi di chi non ha mai dimenticato (né abbandonato) le proprie origini horror.
Oz è tutto questo, e molto di più: un fantasy per famiglie, certo, ma che racchiude in sé l’essenza e la magia di questa strana cosa chiamata Cinema. Perché, sia detto, Oz è innanzitutto un film bellissimo e meraviglioso sul Cinema e le sue illusioni, sul fantastico e il terribile che si cela dietro ogni sequenza: un giro vorticoso sulle montagne russe, che parte dal 4/3 in bianco e nero per poi aprirsi magicamente alle profondità di un 3D in cinemascope. Una giostra dalla quale si esce storditi e confusi, ma allo stesso tempo estasiati per aver assistito a uno spettacolo che racchiude in sé tutte le meraviglie possibili della settima arte, nel quale il profluvio di effetti speciali ha lo stesso valore e la stessa carica simbolica di ciò che rimane all’origine di tutto quanto: un’ombra proiettata sul muro, né più né meno (come nella sequenza finale, tra James Franco e Michelle Williams ).
Dal kinetoscopio di Thomas Edison fino alle rivoluzionarie proiezioni tridimensionali di Avatar, il cinema è sempre stato questo, in fin dei conti: un fascio di luce che illumina il buio. E Oz ce lo ricorda ad ogni inquadratura, trasformando un volto proiettato dalla luce in arma definitiva contro le tenebre.
Giacomo Calzoni
Sezione di riferimento: Film al cinema
Scheda tecnica
Titolo originale: Oz. The Great and Powerful.
Anno: 2013
Regia: Sam Raimi
Sceneggiatura: Mitchell Kapner, David Lindsay-Abaire
Fotografia: Peter Deming
Musiche: Danny Elfman
Durata: 127’
Uscita in Italia: 7 marzo 2013
Interpreti principali: James Franco, Michelle Williams, Mila Kunis, Rachel Weisz, Zach Braff.