Poi c’è il Soderbergh degli ultimi anni, almeno a partire da Contagion. Quello che sembra aver subordinato la sua intera idea di cinema al servizio di un elemento intorno al quale, ora, far ruotare tutto il resto: il corpo. Il corpo fisico, in senso prettamente attoriale. Anzi, ancora meglio: il corpo della star, delle celebrità, di quei tanti volti notissimi al grande pubblico che puntualmente si sono messi al suo servizio, a volte anche solo per apparizioni di pochi minuti. Con risultati altalenanti e non sempre in grado di andare fino in fondo (il già citato Contagion, ma anche un Magic Mike, ad esempio), ma sempre e comunque portatori di un pensiero di cinema intenzionato ad andare oltre il narrato, oltre l’apparenza immediata di ciò che veniva messo in scena. Come a voler continuamente spostare il proprio sguardo altrove, senza mai arrendersi alle coordinate di quella superficie patinata e luminosa che è e rimane, inevitabilmente, il biglietto da visita del proprio stile.
Se il bellissimo (e sottovalutatissimo) Knockout era la rabbiosa dichiarazione di indipendenza di un corpo – quello di Gina Carano - vivo e perennemente in lotta, perché il combattimento era l’unico strumento di sopravvivenza all’interno di un universo astratto e immateriale, fatto di continui spostamenti geografici e di traiettorie mancate, Dietro i candelabri è davvero il canto del cigno della Bellezza. Il suo requiem. In giro si fa un gran parlare che sia l’addio al cinema di Soderbergh: ammesso che questo sia vero (ma è così interessante, poi?), non potrebbe esserci una chiusa migliore.
In questa lucidissima autopsia dello star system hollywoodiano, in cui i costumi, i candelabri, le paillettes e i lustrini inondano l’inquadratura di luce solamente per evidenziarne e smascherarne il vuoto, i corpi di Michael Douglas e Matt Damon sono i bisturi attraverso i quali squarciare il velo delle ipocrisie fatte carne; quello che ne emerge è un grandissimo racconto di amore e morte, tanto sfavillante quanto inesorabilmente destinato a una fine. Tessuti di nervi e sangue intrappolati in una villa-mausoleo, sottoposti a qualsiasi forma di dipendenza (Effetti collaterali) e malattia (Contagion), ma sempre e comunque bisognosi di amore fino all’ultimo respiro. Un melò, quindi, in piena regola. Ma a Soderbergh tutto interessa fuorché realizzare l’ennesimo biopic su un protagonista della scena americana a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta: la vita e gli amori di Liberace sono piuttosto il pretesto per mettere in scena l’ennesimo horror sulla mostruosità e sulla possessione.
Un film in cui il desiderio si intreccia con la manipolazione e dove la relazione diventa metamorfosi, come se l’unico modo per riuscire davvero ad amare ed essere amati sia trasformarsi (fisicamente) nell’altro, alla stregua di un riflesso sullo specchio. Finalmente, e lo sottolineiamo, finalmente una felice contaminazione tra l’immaginario sottilmente ambiguo del Frankenstein di James Whale e il melodramma sempre sul punto di esplodere firmato Douglas Sirk, ma anche una rivisitazione colta e raffinata dell’immortale Occhi senza volto di Georges Franju, fosse anche solo per quelle sequenze di operazioni di chirurgia plastica così straordinariamente finte. E poi un cast in stato di grazia, nel quale persino le brevi e fugaci apparizioni di Rob Lowe (quasi nei panni del mostro cattivo: siamo in un horror, ricordate?) assumono una statura gigantesca.
Una grande opera degna dei tempi in cui viviamo, un affresco sulle menzogne di un mondo in rovina; un funerale messo in scena con tanta eleganza e patinatura da non sembrare neanche tale: ma la morte è sempre lì, dietro l’angolo, a smascherare parrucche e a mostrare pallidi visi scheletrici all’approssimarsi dell’ultima ora.
Giacomo Calzoni
Sezione di riferimento: Film al cinema
Scheda tecnica
Titolo originale: Behind the Candelabra
Regia: Steven Soderbergh
Sceneggiatura: Richard LaGravenese
Musiche: Marvin Hamlisch
Fotografia: Peter Andrews (Steven Soderbergh)
Durata: 118’
Anno: 2013
Uscita in Italia: 5 dicembre 2013
Attori principali: Michael Douglas, Matt Damon, Dan Aykroyd, Rob Lowe, Scott Bakula, Debbie Reynolds