È senz'altro una delle sequenze più brillanti e divertenti di Ave, Cesare!, tutta giocata su sguardi, dettagli e ritmo, sul rispecchiamento tra ambiente ripreso e modo di riprendere. Ma è anche un singolare duetto che vede da un lato il capo di produzione, il fixer della Capitol Pictures, alle prese con l'ennesimo problema da risolvere, e dall'altro l'ultimo e determinante anello della filiera cinematografica. A colmare la distanza c'è appunto il film nel film, un ritaglio dal più ampio orizzonte di generi della Hollywood anni '50, ricostruita dai fratelli Coen nel loro ultimo lavoro.
La mitologia, pertanto, è anzitutto la fabbrica dei sogni a cui sono approdati i due registi nel corso degli anni, fino a essere completamente integrati dal sistema, preso di mira in passato con tono irriverente e sofisticato, ed esplorato adesso con un approccio piuttosto libero e più scanzonato.
Ave, Cesare! immerge lo spettatore nella Golden Age del cinema americano, una visione onnicomprensiva delle dinamiche che scandivano il costante flusso di lavoro, dentro e fuori dal set. Il punto di vista è quello del tormentato Mannix, pronto a intervenire ogni qualvolta una star va a ficcarsi in qualche scandalo, a tenere a bada i continui capricci di attori, registi e giornalisti. Hobie Doyle (Alden Ehrenreich), celebre cowboy di B-western, ritrovatosi di colpo a recitare in quel dramma sopracitato, incarna in modo impeccabile gli stilemi dei personaggi nati dalla penna dei due autori.“Would That It Were So Simple”, battuta che il pedante Laurence Lorenz (Ralph Fiennes) gli fa ripetere fino allo sfinimento, diventa infatti il mantra attraverso cui l'eccesso mostra la verosimiglianza con la realtà descritta. Mannix controlla costantemente l'orologio, dimenandosi affinché la complessa macchina cinema produca sugli schermi la magia, l'incanto di storie che nutrono i diari intimi del pubblico. Ci sono le acrobazie acquatiche di DeeAnna Moran (Scarlett Johansson), le briose coreografie del cantante ballerino Burt Gurney (Channing Tatum), e le due columnist gemelle, interpretate da Tilda Swinton, sempre a caccia di possibili scoop.
Su tutti, però, svetta Baird Whitlock, rapito da un misterioso gruppo di sceneggiatori e personificato da George Clooney – qui più gigione che mai – nei panni di un generale romano protagonista in un film su Gesù. Figura che non vediamo mai eppure presente sotto forma di ideale, a cui ci si appella in cerca di una verità tutta da decodificare.
Joel ed Ethan Coen sbirciano, catturano con occhio sedotto la pazzia contagiosa dell'industria di quegli anni, offrendone una prospettiva corale delle sue forme espressive e, soprattutto, mettendosi al riparo da facili nostalgismi. Ave, Cesare!, strutturato intorno alla commedia, avvicenda nel tempo brani di puro noir, western e musical, un connubio di fronte al quale è impossibile non lasciarsi trasportare. Tuttavia, nel suo essere dichiaratamente leggera e vincolata a uno schema preciso, l'opera pare reprimere quel “tocco alla Coen”, quell'impulso il più delle volte assorbito nei movimenti di camera, che lasciano un'impronta autoriale sempre ben visibile. E, come lo scialle di C.C, tale mancanza rischia di sgranare la qualità della pellicola, finendo col modellare un sogno in cui ci si libra a bassa quota.
Vincenzo Verderame
Sezione di riferimento: Film al cinema
Scheda tecnica
Titolo originale: Hail, Caesar!
Anno: 2016
Regia: Joel Coen, Ethan Coen
Sceneggiatura: Joel Coen, Ethan Coen
Fotografia: Roger Deakins
Musica: Carter Burwell
Durata: 106'
Uscita italiana: 10 marzo 2016
Attori: Josh Brolin, George Clooney, Ralph Fiennes, Jonah Hill, Scarlett Johansson, Frances McDormand, Tilda Swinton