ORIZZONTI DI GLORIA - La sfida del cinema di qualità
  • HOME
  • REDAZIONE
  • LA VIE EN ROSE
  • FILM USCITI AL CINEMA
  • EUROCINEMA
  • CINEMA DAL MONDO
  • INTO THE PIT
  • VINTAGE COLLECTION
  • REVIVAL 60/70/80
  • ITALIA: TERZA VISIONE
  • AMERICA OGGI
  • ANIMAZIONE
  • TORINO FILM FESTIVAL
    • TORINO 31
    • TORINO 32
    • TORINO 33
    • TORINO 34-36-37
  • LOCARNO
    • LOCARNO 66-67-68
    • LOCARNO 69
    • LOCARNO 72-74-75
  • CANNES
    • CANNES 66
    • CANNES 67
    • CANNES 68
    • CANNES 69
  • VENEZIA
  • ALTRI FESTIVAL
  • SEZIONI VARIE
    • FILM IN TELEVISIONE
    • EXTRA
    • INTERVISTE
    • NEWS
    • ENGLISH/FRANÇAIS
  • SPECIAL WERNER HERZOG
  • SPECIAL ROMAN POLANSKI
  • ARCHIVIO DEI FILM RECENSITI
  • CONTATTI

ANNETTE – We love each other so much

24/11/2021

0 Comments

 
Foto
Lui, attore, stand up comedian irriverente, provocatore, fuori dagli schemi ma capace di far ridere tutto il pubblico. Lei, famosa soprano specializzata in finte morti sulla scena. Un amore glamour che però va anche in profondità, oltre ai paparazzi e ai titoli sensazionalistici nei programmi televisivi. Un legame forte, puro, almeno in apparenza, sino a che la nascita della loro figlia non provoca, per paradosso, il sorgere di difficoltà, invidie, rabbia sopita, sentimenti oscuri che deflagrano sino a scendere nei vortici innominabili del misfatto e dell’autodistruzione.

«So may we start?»

Sì, potete cominciare. Siamo pronti a venire con voi, attenti e fiduciosi, mano nella mano, tra le spire di un viaggio cinematografico che ci porterà in universi paralleli da cui faremo fatica a riemergere. E sarà bello. Bellissimo. Ne siamo sicuri. Lo capiamo fin da subito, dai primi istanti, quando la voce di Leos Carax ci invita a zittire le parole, a fermare persino il respiro, per immergerci totalmente nella vicenda che a breve seguirà.

Già da quei primi secondi sorge il sospetto che ciò che stiamo per vedere ci resterà nel cuore. Indizio che diventa certezza immediatamente dopo, quando lo stesso Carax e i fratelli Sparks, autori del soggetto originario e della colonna sonora, escono da una sala di registrazione, incontrano i principali attori del film e iniziano a camminare, insieme, cantando, in una processione tramite la quale essi chiedono il permesso di dare avvio alla sospensione temporanea di ogni contatto con la nostra quotidiana realtà, prima di farsi (letteralmente) passare i costumi di scena e assumere l’aspetto dei propri personaggi. Un incipit strepitoso, irresistibile, da cui usciamo inermi, pronti a tutto, esaltati dalla sensazione/convizione che l’opera in progressivo svelamento davanti ai nostri occhi risulterà indimenticabile.

«It’s time to start!»

Inutile perdersi in complessi giri di parole o tediose analisi critiche. Alle volte le cose è sufficiente esclamarle con semplicità: Annette è una meraviglia. Centoquaranta minuti di cinema sublime, tra luci della ribalta, ombre del pensiero, creatività illimitata, ubriacanti sfumature di colore e fantasia, musiche strepitose e fantasmi dall'oltretomba.

Le maschere del capolavoro Holy Motors trasformate in geniali burattini ebbri di fascino romantico e inquietante; Adam Driver che sfoggia i muscoli, fa ondeggiare la sua vestaglia, violenta il microfono, simula un’andatura sgraziata e sciancata ma canta come un usignolo, neanche fosse quello il suo mestiere da sempre; Marion Cotillard che pare un'odalisca e si muove lieve, alla stregua di una libellula, a piedi nudi sulla terra e tra le stelle. E poi, stacchetti e brani interi che si stampano nel cervello, scene da antologia in costante dialogo diretto o indiretto con il pubblico dentro e oltre lo schermo, lo spettacolo che culla la poesia e dopo muta in un quasi horror intriso di atti impuri, rimorsi e punizioni senza salvezza. Sino alla chiusura del cerchio, durante i titoli di coda, quando Carax, gli attori e stavolta pure i membri della troupe tornano in processione per augurarci la buonanotte.

«Let’s waltz in the storm!»

Dentro ad Annette ci sono tematiche non nuove ma nemmeno banali: la sete di successo, lo sfruttamento minorile, la spietatezza dello show business, l’egoismo della gente che va a teatro godendo nel vedere le tragedie perché ogni volta «lei muore al posto nostro». E c’è Carax, all’esordio in lingua inglese (ma con produzione in buona parte francese), con la sua imperitura voglia di prendere a calci in faccia i modelli preconfezionati, e pure il bisogno di psicanalizzarsi per trovare, chissà, un po’ di tregua dai demoni che lo perseguitano. Non manca nemmeno l’autocompiacimento, senz’altro, così come si notano alcune sequenze allungate forse oltre la reale necessità. Ma francamente, poco importa. Perché tutto il resto vola alto, altissimo, toccando vette paradisiache in un paio di momenti di commovente splendore (la prima esibizione pubblica della piccola, il suo dialogo finale con il padre) e mantenendo un costante livello di raggiante ispirazione che avvicina il miracolo, a maggior ragione in questi tempi di cinema spesso inscatolato e incapsulato.

«Sympathy for the abyss»

La nascita di una bimba/fantoccio/marionetta («push push push, that’s it!»), il solletico nel letto, un drammatico naufragio tra onde blu cobalto, una tenerissima dichiarazione d’amore tra note delicate («we love each other so much»), il rombo della motocicletta, le mele morsicate, le dolci odi alla luna, il richiamo del precipizio: Annette vive di accenti, contrasti, opposti, invenzioni, ferite, revenant, deflagrazioni, voci angeliche, corpi sensuali, corpi innocenti, corpi straziati, costruendo un mosaico che lascia storditi e scalando la vetta di miglior film dell’anno.

Così, quando la troupe ci saluta, ballando sorridente e festante, noi non possiamo fare altro che ricambiare e applaudire. Dicendo un forte e sincero grazie.

Alessio Gradogna

Sezione di riferimento: La vie en rose, Film al cinema
 
​
Scheda tecnica
​

Anno: 2021
Durata: 139’
Regia: Leos Carax
Sceneggiatura: Sparks, Leos Carax
Fotografia: Caroline Champetier
Montaggio: Nelly Quettier
Musiche: Sparks
Attori: Adam Driver, Marion Cotillard, Simon Helberg, Devyn McDowell
0 Comments

MAL DE PIERRES (MAL DI PIETRE) - Amare per vivere

14/4/2017

0 Comments

 
Foto
​L'amore grande. Totale. Assoluto. Indispensabile per non morire. Per avere uno scopo con cui combattere l'oblio del quotidiano. L'amore da cercare, coltivare, nutrire, anche se incerto o impossibile. Ad ogni costo. Contro ogni logica. Tralasciando la realtà che ti circonda, quella realtà che ti hanno imposto e che non hai mai voluto accettare. Perché la passione vera, il ruggito che ti scuote l'anima e divora il cuore, è l'unico senso per cui valga la pena di affrontare i silenti giorni e le lunghi notti. Soltanto lì risiede la Luce. Il resto è nulla.

Gabrielle vive in Provenza, tra sterminati campi di lavanda e ricchezze ai suoi occhi assai poco interessanti. È una ragazza difficile, con la testa tra le nuvole. Non è pazza, ma vive in un mondo tutto suo. Si innamora di un insegnante, gli scrive ingenue lettere colme di desiderio, ma quando si rende conto che l'uomo con contraccambia, lo aggredisce. A quel punto la madre pensa di rinchiuderla in una clinica, per sbarazzarsi una volta per tutte del “problema” che mina la serenità della famiglia. Per evitare la drastica risoluzione, trova però una via intermedia: darla in sposa a uno dei braccianti che lavora nella sua tenuta, José, uomo buono scappato dalla Spagna negli anni del Franchismo. Gabrielle accetta suo malgrado la decisione, pur sapendo perfettamente che non sarà mai felice con questo individuo per il quale non prova alcun tipo di trasporto emotivo. La rassegnazione non cancella e anzi acuisce alcuni problemi di salute, in particolare la presenza di calcoli renali che spesso le provocano spasmi di dolore. Viene così ricoverata per sei settimane in un centro sulle Alpi, specializzato nella cura di simili patologie. Durante il soggiorno incontra André Sauvage, tenente dell'esercito congedato dall'Indocina per ferite riportate in battaglia. Gabrielle si innamora del militare, riscoprendo così il desiderio fremente e il sentimento unico e totalizzante. 

Mal de pierres (Mal di pietre), ottavo lungometraggio in veste di regista di Nicole Garcia, tratto dal romanzo di Milena Agus, esce in Italia a quasi un anno di distanza dal passaggio in concorso a Cannes, dove ricevette fischi in proiezione stampa e stroncature assortite. Una reazione col senno di poi piuttosto prevedibile da parte di certa critica, abituata a vivere i grandi festival a caccia di emozioni forti, fantasmagorie refniane o presunti shock pornografici del Gaspar Noé di turno, ma mal disposta a tollerare “polpettoni” melodrammatici poco appariscenti e (in teoria) poco coinvolgenti.
Al di là delle etichette e dei fastidiosi bueggi, il lavoro della Garcia sfrutta coordinate basilari e codici linguistici ben definiti, per mettere in mostra un racconto che vibra dolente sulle note dell'infelicità. Il personaggio di Gabrielle, non lontano dalla Audrey Tautou di Thérèse Desqueyroux e in qualche aspetto anche dalla Juliette Binoche di Camille Claudel 1915, riporta alla mente antieroine letterarie ottocentesche e personaggi cinematografici in bianco e nero, scivolando ineluttabilmente versi i contorni sfocati di una vita obbligata che solo nella palpitante ribellione del cuore può trovare lo sbocco per uscire da una prigione obnubilante. Gli evidenti bovarismi del film cercano così un punto di fusione tra l'ambientazione parzialmente moderna (gli anni '50) e un gusto retrò, giocando all'inizio con le straordinarie doti paesaggistiche provenzali e costruendo sentieri dell'anima in equilibrio tra le strade buie della realtà, i demoni della follia e gli squarci aurorali dell'amore anelato e finalmente (forse) raggiunto. 
​
Analizzando il quadro d'insieme, non c'è niente che non funziona nella creatura della Garcia. Tutto è composto, corretto, lineare, dall'idea base di sviluppo del racconto (un evento presente da cui parte un lungo flashback che riassume gran parte della storia) alle connotazioni tecniche con cui l'autrice descrive i diversi passaggi dell'opera. Nulla per cui dunque storcere il naso, ma anche nulla per cui sorprendersi. Sta proprio qui il limite di Mal de pierres: osando qualcosa in più, si sarebbe potuto donare maggiore slancio a un lavoro inappuntabile ma privo di quella fiamma ardente che rende indimenticabile l'essenza stessa del melò. 
Ardente lo è però, una volta ancora, Marion Cotillard, ormai entrata definitivamente nella triade nelle migliori attrici contemporanee del cinema francese (e non soltanto), accanto alla stessa Binoche e a Isabelle Huppert. Un'altra prova splendida e ammaliante, come ormai da anni accade per qualsiasi ruolo si trovi a interpretare. Accanto a lei Louis Garrel, alle prese con il suo fascino tenebroso e Alex Brendemühl, già apprezzato in Wakolda (The German Doctor), presentato nel 2013 al Noir Fest di Courmayeur. 
La donna sofferente e senza pace, il marito onesto e snobbato, il soldato seducente: figure classiche, come classico è l'aggettivo ideale per un film che non può far gridare al miracolo ma che nemmeno merita ululati e canzonature. Un'opera leale e rispettabile, in grado di trovare il suo momento migliore proprio nel finale, dove si attua definitivamente la sostanza pura dell'Amore.

Alessio Gradogna

Sezioni di riferimento: La vie en rose, Film al cinema


Scheda tecnica

Titolo originale: Mal de pierres
Anno: 2016
Durata: 120'
Regia: Nicole Garcia
Soggetto: Milena Agus (romanzo)
Sceneggiatura: Nicole Garcia, Jacques Fieschi
Fotografia: Christophe Beaucarne
Musiche: Daniel Pemberton
Attori: Marion Cotillard, Àlex Brendemühl, Louis Garrel, Brigitte Roüan, Aloïse Sauvage
Uscita italiana: 13-04-2017

0 Comments
    Foto

    LA VIE EN ROSE

    CATEGORIE
    DELLA SEZIONE

    Tutti
    9 Mois Ferme
    Adèle Haenel
    Agathe Bonitzer
    Aimer Boire Et Chanter
    Alain Guiraudie
    Alain Resnais
    Albert Dupontel
    Anais Demoustier
    André Dussolier
    Anna Novion
    Anne Consigny
    Anne Fontaine
    Annette
    A Perdre La Raison
    Ariane Ascaride
    Ariane Labed
    Arnaud Desplechin
    A Trois On Y Va
    Audrey Tautou
    Au Fil D'ariane
    Bande De Filles
    Benoit Poelvoorde
    Bérénice Bejo
    Bruno Dumont
    Camille Claudel 1915
    Cédric Kahn
    Céline Sciamma
    Chiara Mastroianni
    Christa Theret
    Christophe Honoré
    Claire Denis
    Claude Miller
    Clotilde Hesme
    De Bon Matin
    Déborah François
    Diane Kruger
    Divines
    Eastern Boys
    Emilie Dequenne
    Emmanuelle Bercot
    Emmanuelle Devos
    Emmanuelle Seigner
    Fabrice Du Welz
    Fabrice Luchini
    Fatima
    Felix Maritaud
    Fidelio L'odissee D'alice
    François Cluzet
    François Damiens
    François Ozon
    Frantz
    Fred Cavayé
    Frederic Pierrot
    Gabriel Byrne
    Gerard Meylan
    Gilles Lellouche
    Hafsia Herzi
    Il Viaggio Di Jeanne
    Isabelle Adjani
    Isabelle Carré
    Jacques Audiard
    Jean Dujardin
    Jean Paul Rouve
    Jean Pierre Darroussin
    Jérémie Elkaim
    Jérémie Renier
    Je Suis Heureux Que...
    Joachim Lafosse
    Josephine Japy
    Journal D'une Femme De Chambre
    Juliette Binoche
    Karidja Toure
    La Belle Personne
    Laetitia Dosch
    La Fille De Monaco
    La Loi Du Marché
    L'amant Double
    L'armee Du Crime
    Laure Calamy
    Laurent Cantet
    Léa Seydoux
    L'économie Du Couple
    Le Moine
    Leos Carax
    Les Combattants
    Les Gardiennes
    Les Innocentes
    Les Ogres
    Les Revenants
    Les Salauds
    Le Temps De L'aventure
    Lola Creton
    Lola Naymark
    LOL - Laughing Out Loud
    Lou De Laage
    Louise Bourgoin
    Louis Garrel
    Main Dans La Main
    Mal De Pierres
    Marine Vacth
    Marion Cotillard
    Mathieu Amalric
    Melanie Laurent
    Melvil Poupaud
    Mes Cheres Etudes
    Mia Dolce Assassina
    Michel Bouquet
    My French Film Festival
    Nathalie Baye
    Niels Arestrup
    Noemie Lvovsky
    Noemie Merlant
    Olivier Rabourdin
    Papicha
    Petite Maman
    Pierre Deladonchamps
    Pierre Niney
    Pour Elle
    Quand Je Serai Petit
    Quelques Heures De Printemps
    Quentin Dolmaire
    Renoir
    Respire
    Rester Vertical
    Ritratto Della Giovane In Fiamme
    Robert Guédiguian
    Robin Campillo
    Romain Duris
    Roman Polanski
    Roschdy Zem
    Sabine Azéma
    Sandrine Kiberlain
    Sara Forestier
    Sauvage
    Sophie Cattani
    Sophie Marceau
    Stéphane Brizé
    Suzanne
    Therese Desqueyroux
    Tonie Marshall
    Trois Souvenirs De Ma Jeunesse
    Una Bouteille A La Mer
    Une Place Sur La Terre
    Un Moment D'egarement
    Valérie Donzelli
    Valérie Lemercier
    Vincent Cassel
    Vincent Lindon
    Vincent Macaigne
    Vincent Rottiers
    Virginie Ledoyen
    Voir Du Pays
    X Femmes

    Feed RSS


    ​SEGUICI SULLE NOSTRE PAGINE UFFICIALI
    Immagine
    Immagine
Powered by Create your own unique website with customizable templates.