Così la regista norvegese Jannicke Systad Jacobsen presenta il suo primo lungometraggio cinematografico Turn me on, Dammit!, tratto dall’omonimo libro della scrittrice Olaug Nilssen. Una commedia adolescenziale nella sua accezione più sincera e antropologica; non un film per teenager, bensì un’opera che con amore e lungimiranza accosta tutte quelle problematiche che accompagnano la scoperta della propria sessualità da parte di una ragazza quasi sedicenne. Il film della Jacobsen – vincitore del Best Screenplay al Tribeca Film Festival, Best Debut Film al Festival internazionale del film di Roma e del Best European First Feature al Mons International Love Film Festival – è incentrato sulle vicissitudini relazionali di Alma, teenager che cerca di vivere le proprie pulsioni sessuali fantasticando sul compagno di scuola Artur e affidandosi alla suadente voce di Stig, operatore di un call center erotico.
Questa la ruotine di una normalissima ragazza norvegese che per destino si trova a vivere in un paesino sperduto della Scandinavia, più precisamente Skoddeheimen, dove tutti conosco tutti e le convenzioni sociali opprimono le vite degli abitanti tanto quanto la nebbia che si insinua tra i fiordi. Un luogo che potrebbe essere ovunque proprio per le sue caratteristiche periferiche, in cui tutto, a detta di Alma e delle sue giovani amiche, è noioso; montagne, valli e pecore comprese. Tutto ciò fin quando Artur, durante una festa, appoggia il suo membro sul fianco di Alma. Da questo punto in poi si eclissa la notorietà della ragazza, nonostante il tentativo di rendere partecipi le sue amiche di questo gesto che lei considerava “d’amore”.
La Jacobsen, alla sua opera prima, pesca ampiamente dal suo bagaglio di documentarista e offre allo spettatore un film intelligente, in perfetto equilibrio tra intrattenimento e riflessione, realismo e fantasia. Quest’ultima è preponderante del mondo della protagonista, a cui fa da opposto il reale, concreto e socialmente strutturato della madre, che si dimostra totalmente inadatta ad affrontare l’impetuoso sbocciare della figlia. Turn me on, Dammit! ha il merito di porsi diametralmente al suo pubblico ideale, solcando un linea di demarcazione tra adulti e adolescenti che, però, simboleggia un ostacolo da varcare più che un valico impenetrabile, offrendo un ideale incontro tra i due gruppi in favore di un’auspicabile comprensione reciproca e mai di condanna.
Film che non è collocabile temporalmente e che a livello geografico si fa simbolo della vita di quei paesini isolati e sperduti – Skoddeheimen è infatti un nome di fantasia, probabilmente inspirato alla piccola cittadina Solheimsdalen, città natale della scrittrice Olaug Nilssen – Turn me on, Dammit! sfugge al rischio di un’eccessiva soggettività legata al milieu scandinavo, mostrando le difficoltà di una teenager ad autodefinirsi in un contesto così piccolo e decifrato, in cui non c’è possibilità di essere “strani”.
Emanuel Carlo Micali
Sezione di riferimento: Eurocinema
Scheda tecnica
Titolo originale: Få Meg På, For Faen
Anno: 2011
Regia: Jannicke Systad Jacobsen
Sceneggiatura: Jannicke Systad Jacobsen, Olaug Nilssen
Fotografia: Marianne Bakke
Musiche: Ginge Anvik
Durata: 76’
Attori principali: Helene Bergsholm, Malin Bjørhovde, Beate Støfring