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TELLURICA - Racconti dal cratere

1/4/2016

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​Terremoto. Il momento, la sorpresa, la paura. E poi, soprattutto, il dopo: le macerie, la ricostruzione, le case in cui non si può o non si vuole più entrare; i danni, i resti, i segni destinati a rimanere indelebili, agli occhi e nel cuore; le parole, le televisioni, le radio; la solidarietà, la forza, gli affetti, le lacrime; le conseguenze, materiali e morali, collettive e individuali. 

Tellurica è un progetto realizzato da Sisma Emilia, collettivo nato poco dopo il terremoto che nel maggio del 2012 ha colpito l'Emilia Romagna. Un film composto da dieci cortometraggi, di varia lunghezza e diretti da dieci diversi autori, con i quali portare sullo schermo idee, sentimenti, metafore, rappresentazioni di alcune tra le tante dolenti sfumature che colpiscono chi è testimone diretto di eventi così terribili. 
Un lavoro bello e prezioso, quello coordinato da Matteo Merli, nel quale i diversi punti di vista sanno trovare un ottimo equilibrio e una apprezzabile coesione, allontanandosi dallo sfilacciamento stilistico che spesso accompagna i film realizzati a più mani. Un contenitore toccante ma deciso e concreto, che mette in scena i giorni e i mesi successivi al sisma emiliano facendosi però portavoce universale di sentimenti e reazioni che possono accadere ovunque e a chiunque, in simili occasioni.
Dieci cortometraggi, mediamente notevoli, alcuni ottimi, tutti accomunati dal desiderio di mostrare ciò che nei telegiornali raramente si vede; non tanto le immagini del disastro, spesso assenti eppure presenti perché lì, sullo sfondo e nelle anime dei personaggi, quanto piuttosto i postumi psicologici dell'evento, talvolta intrisi di speranza e voglia di combattere, ma in molti casi anche imbevuti di timori e ferite di difficile cicatrizzazione.

Allora, eccoli, i singoli episodi, abili a formare un insieme omogeneo e coinvolgente, a partire dal breve e bellissimo corto iniziale, 404 Time not found, in cui una coppia, in silenzio, cena guardando i TG che raccontano il terremoto avvenuto poche ore prima, e poi sempre in silenzio va a dormire, limitandosi a un dolce gioco di sguardi che spiega più di mille parole. A seguire You had to be there, che unisce il dramma emiliano con quello avvenuto a L'Aquila nel 2009, per stabilire subito il carattere non solo locale bensì globale dell'operazione filmica. 
Giungono poi Il respiro del gigante, in cui un senzatetto trova rifugio in un bosco, per poi inveire contro la Madre Terra, chiedendole e chiedendosi perché abbia “scelto” di portare proprio in quel luogo il suo ruggito mortale; Lettere dal fronte, piccola favola ad altezza di bambino, in cui il giovane protagonista immagina il terremoto e ciò che viene dopo come una guerra, da affrontare sotto assedio ma con determinazione e spirito di resistenza, chiedendo aiuto e sostegno ai propri coetanei; Happy Birthday Rovereto, brevissimo ma efficace, dove si alternano immagini di un clown triste e immobile posizionato davanti a spazi una volta pieni di vita e ora desolatamente asettici; Shell Shocks Radio, l'apice dell'opera, in cui si analizzano gli effetti del terremoto nella mente di molte persone, attraverso la triste storia di un uomo che ha il terrore di mettere ancora piede dentro la propria casa, nel timore di sentire altre scosse, e per questo vive e dorme in macchina, giorno e notte, entrando nell'abitazione solo per piccolissimi e indispensabili momenti, salvo poi scappare fuori al primo vago rumore sospetto, in una sorta di infernale paranoia che trova attimi di quiete e normalità solo ascoltando alla radio le partire di calcio della Nazionale, unico appiglio per fuggire dallo shock post-traumatico che lo perseguita.

Coesione, si diceva; in Tellurica si ha la sensazione di trovarsi dentro a un lavoro che sa essere fortemente unito, pur non mancando ampie variazioni stilistiche e narrative, come in Wang, in cui un uomo cinese ricorda e omaggia uno dei propri figli, morto nella polvere dopo aver vissuto un'esistenza breve e invisibile (la didascalia finale ci rivelerà il perché), e in 4:04, girato con la tecnica dell'animazione, in cui una donna alterna presente e passato, ricordi e commozione.
La conclusione del film è affidata a due corti ancora una volta apprezzabili: L'occasione, tratto un fatto realmente accaduto, in cui una coppia torna a casa dopo una vacanza, appoggia sul tavolo una bottiglia di buon vino, decide di non berla subito perché “è meglio aspettare l'occasione giusta”, e poi, quella stessa notte, si ritrova la stessa bottiglia infranta sul pavimento a causa del terremoto, e L'Anniversario, in cui una donna viene avvisata della sparizione del padre, lo cerca vagando in un paese dove ancora a ogni angolo si vedono i segni della tragedia, e infine lo trova, nello spiazzo dove una volta sorgeva la loro casa, silente e malinconico davanti al vuoto e all'assenza. 

Quest'ultimo episodio, in cui compare Roberto Herlitzka, ben riassume il senso di un progetto nato, cresciuto e concluso con intelligenza e abilità, durante e dopo la lavorazione (i ricavati di molte proiezioni pubbliche sono infatti stati destinati a progetti per la ricostruzione). Un film prezioso, utile a chi ha vissuto simili momenti ma anche a chi per sua fortuna non li ha vissuti mai. Prezioso per lottare, aiutare, provare a capire. O semplicemente per non dimenticare.

Alessio Gradogna

Sezione di riferimento: Eurocinema

A questo link è possibile visitare il sito del Collettivo Sisma Emilia

Per chi volesse acquistare il Dvd del film, è sufficiente scrivere al seguente indirizzo mail: [email protected]


Scheda tecnica

Registi: Francesco Barozzi, Carlo Battelli, Roberto Cavana, Giuseppe Ferreri, Domenico Guidetti, Marco Maselli, Mirco Marmiroli, Emanuele D'Antonio, Corrado Ravazzini, Nicola Xella.
Produzione: Collettivo Sisma Emilia
Anno: 2014
Durata: 80'

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