Gli investigatori si scontrato da subito con la mentalità gretta dei locali, poliziotti compresi, che anziché fornire informazioni si dilungano in considerazioni poco edificanti riguardo il comportamento, considerato oltremodo libertino, di Estrella e Carmen, le giovani scomparse. Quando però i corpi mutilati e stuprati delle sorelle vengono rinvenuti in un canale, Pedro e Juan comprendono di aver a che fare con un feroce assassino e pian piano, dal muro di omertà che avvolge il paese, emergono voci che riportano preziose testimonianze nonché elementi inediti da esaminare. Le due ragazze sono infatti soltanto le ultime vittime di una lista di povere donne svanite nel nulla. Lungo polverose strade sterrate, tra acquitrini, paludi e case abbandonate, scatta allora una serrata caccia all'uomo per stanare un serial killer che non conosce pietà.
Il regista spagnolo Alberto Rodríguez, ne La isla mínima anche co-sceneggiatore, confeziona un noir politico originale e ben girato, con una spettacolare fotografia (a cura di Alex Catalán) che immortala i paesaggi mozzafiato delle paludi della foce del Guadalquivir. Il merito di Rodriguez va comunque ben oltre i pregi stilistici dell'opera, perché La isla mínima non è solo un thriller ricco di colpi di scena dalla sceneggiatura puntuale, ma rappresenta un'analisi storica della Spagna post-franchista. La neonata democrazia spagnola fatica a scrollarsi di dosso la violenza e la corruzione del vecchio regime, dove militari incapaci, trafficanti di droga, rappresentati dello Stato venduti al miglior offerente la fanno ancora da padroni.
In una società con scarsissima considerazione della donna, in cui le rivendicazioni per i diritti civili stentano a prendere piede, la relazione tra il nuovo che avanza e il passato che non vuole dissolversi si riflette nel rapporto tra Pedro e Juan. Il giovane Pedro è un uomo razionale e taciturno, che nutre un profondo odio per i fascisti e per tutti coloro che hanno tratto benefici dalla dittatura.
Il suo distacco contrasta con l'atteggiamento gioviale di Juan, che attacca bottone con gli abitanti del villaggio, ama la buona cucina e le belle ragazze. Ma sotto un'indole bonaria si nasconde in realtà il “Corvo”, un membro della polizia segreta, torturatore e assassino. Juan diventa così la perfetta incarnazione del marcio di un sistema ormai sul viale del tramonto (anche il detective è malato e sta morendo), ma che non rinuncia a un ultimo colpo di coda. Emblematico in questo senso è il consiglio che un giudice dà a Pedro: “Tra poco sarà padre, dovrebbe fare attenzione a quello che fa”.
Magistrale la prova dei due protagonisti Raúl Arévalo e Javier Gutiérrez, novella coppia di investigatori del panorama cinematografico. Impossibile non cercare somiglianze e differenze con Matthew McConaughey e Woody Harrelson, superbi interpreti della prima stagione di True Detective. Anche perché le paludi del profondo sud della Spagna non sono poi tanto diverse dagli acquitrini della Louisiana.
La pellicola ha trionfato ai Goya nel 2015, vincendo ben 10 premi, tra cui quello per il miglior film.
Serena Casagrande
Sezione di riferimento: Eurocinema
Scheda tecnica
Titolo originale: La isla minima
Anno: 2014
Regia: Alberto Rodríguez
Sceneggiatura: Rafael Cobos, Alberto Rodríguez.
Fotografia: Alex Catalán
Montaggio: José M. G. Moyano
Musica: Julio de la Rosa
Durata: 105'
Uscita italiana: 30 novembre 2015
Interpreti principali: Raúl Arévalo, Javier Gutiérrez, Nerea Barros, Jesús Castro, Maria Varod, Antonio de la Torre